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Primarie, il “patto dei Mario”: il piano B di Oliverio e Occhiuto

Accordo tra il governatore e il sindaco per ottenere una legittimazione attraverso le consultazioni istituzionali. Fissate per il 20 ottobre malgrado la bocciatura in consiglio regionale. È la cont…

Pubblicato il: 14/09/2019 – 12:24
Primarie, il “patto dei Mario”: il piano B di Oliverio e Occhiuto

di Pietro Bellantoni
LAMEZIA TERME Esistono dei momenti storici in cui anche gli acerrimi nemici devono allearsi per far fronte a una minaccia più grande. Se (con le necessarie proporzioni umane e storiche) per Atene e Sparta il pericolo era rappresentato dall’immenso impero persiano, per Oliverio e Occhiuto gli spauracchi più inquietanti sono gli (ex?) alleati. Ed è proprio per questo che i due candidati alla presidenza della Regione avrebbero firmato una tregua a cui sarebbe seguito un accordo, il “patto dei Mario”.
IN COMUNE Il governatore e il sindaco di Cosenza hanno molte cose in comune: il nome di battesimo, la cosentinità, il desiderio di guidare (ancora o per la prima volta) la Regione Calabria. E ancora: le resistenze che entrambi stanno incontrando da quei partiti o coalizioni che, a livello teorico, avrebbero potuto/dovuto supportarne i progetti politici.
LA SITUAZIONE Nel Pd calabrese Oliverio è ormai una sorta di separato in casa. I vertici nazionali (il responsabile del Mezzogiorno Oddati, per conto del segretario Zingaretti) e locali (il commissario regionale Graziano) hanno negato le primarie di partito e gli hanno più volte chiesto un passo indietro per favorire un processo di rinnovamento del Pd. Inoltre, il possibile accordo tra Pd e M5S, mutuato dall’intesa raggiunta con il Conte bis, metterebbe inevitabilmente fuori dai giochi il presidente in carica.
Dall’altra parte della barricata, la situazione è in apparenza più semplice, ma non meno incerta. Occhiuto ha da tempo ottenuto il via libera (all’unanimità) dal coordinamento regionale di Fi e, solo pochi giorni fa, anche il vicepresidente del partito, Antonio Tajani, avrebbe dato il suo placet alla candidatura del primo cittadino bruzio. Per Occhiuto, in realtà, gli ostacoli arrivano – al momento – dai potenziali alleati del vecchio centrodestra. Il ribaltamento parlamentare scaturito dalla crisi ha relegato la Lega all’opposizione, ragion per cui Matteo Salvini sarebbe pronto a riabbracciare Berlusconi e Meloni alle prossime Regionali e Amministrative, appuntamenti elettorali da cui far partire l’assalto al governo giallorosso. Il guaio, per Occhiuto, è che i possibili, quanto probabili, alleati di Fi non hanno ancora dato il disco verde alla sua candidatura.
Sia il sindaco di Cosenza che il governatore, tuttavia, non hanno alcuna intenzione di farsi da parte per lasciare spazio a nomi alternativi. Passa proprio da tutta questa serie di circostanze il patto ufficioso tra i due nemici temporaneamente “alleati”. La loro testa d’ariete? Le primarie istituzionali.
LE PRIMARIE Oliverio, ormai diversi mesi fa, ha tirato fuori una legge, mai attuata, sulle primarie istituzionali (la numero 25 del 2009) allo scopo di ottenere una legittimazione popolare alla sua candidatura, a prescindere dagli orientamenti del Pd.
Martedì scorso, in consiglio regionale, il governatore è stato costretto a ritirare una variazione al bilancio 2019-2021 che avrebbe stanziato 7 milioni di euro per il finanziamento delle elezioni regionali e delle primarie in caso di loro svolgimento entro la fine dell’anno. Oliverio, malgrado la pesante bocciatura, è comunque andato avanti e ha indetto le consultazioni (pur senza copertura economica) per il 20 ottobre, con ciò attirandosi le critiche di quello che è ancora il suo partito. Un partito che, attraverso le parole dello stesso Graziano, oltre a criticare i costi dell’operazione («un milione di euro»), ha stigmatizzato la «forzatura» di un presidente ormai vittima della sua «ostinazione».
IN CONSIGLIO Il patto tra Oliverio e Occhiuto si è però manifestato apertamente proprio in occasione dell’ultima seduta dell’assemblea regionale, allorquando il governatore, sostenuto da pochi altri consiglieri di maggioranza, ha stretto un asse con Forza Italia e i suoi esponenti (Tallini e Parente), dimostratisi tra i più convinti assertori della necessità di dare seguito alla variazione di bilancio poi cassata dal Consiglio.
Non è un caso: Tallini e Parente sono da molto tempo in prima linea nella battaglia per l’affermazione di Occhiuto quale candidato governatore per tutto il centrodestra.
Occhiuto, del resto, ai suoi più stretti collaboratori, e a chi in questi giorni gli ha chiesto notizie in merito, non ha fatto mistero della sua volontà di concorrere alle primarie nel caso in cui Lega e Fdi dovessero sbattergli la porta in faccia.
COME FUNZIONEREBBE È il regolamento della legge 25 a chiarire il funzionamento delle primarie istituzionali. Il procedimento di voto verrebbe gestito dall’ufficio elettorale regionale, con i Comuni che sarebbero tenuti «al regolare svolgimento delle operazioni elettorali». Quanto alle modalità di adesione, i soggetti interessati alla candidatura dovrebbero presentare il «contrassegno con cui intendono concorrere alle elezioni primarie».
Oliverio e Occhiuto, qualora decidessero entrambi di partecipare, non si confronterebbero tra loro. Formerebbero invece delle “coalizioni” autonome all’interno delle quali, oltre ai loro nominativi, ci sarebbero anche quelli di uno o più avversari (Franco Corbelli, leader di Diritti civili, ha già aderito).
Oliverio, ad esempio, incrocerebbe le lame con Tizio; Occhiuto con Caio (accanto, la scheda di votazione).
Tizio e Caio sarebbero, per così dire, candidati di testimonianza, presenti solo per giustificare la competizione.
L’USO POLITICO DEL VOTO I risultati (certificati) del voto, invece, avrebbero un grande valore politico. Perché, a urne chiuse e vittoria acquisita nelle rispettive coalizioni, sia Oliverio, sia Occhiuto, potrebbero brandire i rispettivi risultati per legittimare le loro candidature.
Il messaggio, comune a entrambi, sarebbe più o meno questo: «Mi sono misurato nelle primarie e migliaia di calabresi mi hanno scelto come candidato presidente».
Sarebbe una strada senza ritorno, con il Pd, da una parte, e il resto del centrodestra, dall’altra, costretti a prendere atto della discesa in campo dei candidati.
Un’eventualità da non trascurare affatto: Oliverio e Occhiuto potrebbero avere la forza elettorale per determinare la sconfitta di chi non li ha voluti. (p.bellantoni@corrierecal.it)

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