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Se alla Regione ruota soltanto una parte dei dirigenti

Dura lettera della responsabile anticorruzione sulla procedura che dovrebbe garantire la trasparenza. «Esentati manager che rivestono le funzioni da più di 5 anni. Io esclusa dai tavoli di discussi…

Pubblicato il: 14/09/2019 – 9:07
Se alla Regione ruota soltanto una parte dei dirigenti

CATANZARO È diventato un tormentone. Sull’avviso della rotazione dei dirigenti di settore, il cui termine per presentare le candidature è scaduto il 12 settembre, c’è una pesante ombra. Le perplessità non arrivano più soltanto dalle troppe sbavature della procedura, testimoniate da integrazioni e proroghe e rilevate nei giorni scorsi dal sindacato Csa-Cisal: c’è un fatto nuovo. Un elemento che pesa come un macigno sulla “credibilità” dell’avviso. La responsabile regionale dell’Anticorruzione ha inviato, lo scorso 3 settembre, una missiva di inedita durezza al presidente della giunta, all’assessore e dirigente generale del Personale, al capo di gabinetto, al segretario generale e all’Anac. In estrema sintesi, la Responsabile, Ersilia Amatruda, avanza serie e puntuali “osservazioni” sulla delibera della Giunta regionale numero 391 del 2019. Attenzione perché la delibera in questione è stato l’atto propedeutico per dare avvio allo stesso avviso interno per la rotazione dei dirigenti. «È evidente – sottolinea il sindacato – che se la responsabile dell’Anticorruzione, che istituzionalmente redige e verifica l’attuazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza (PTPCT), “stronca” la delibera interpretativa sulla rotazione c’è un bel problema. Di conseguenza, l’avviso dei dirigenti può considerarsi al di sopra di ogni sospetto se così pesantemente intaccato?».
NON TUTTI GLI INCARICHI SONO NELL’AVVISO Amatruda mette nero su bianco le proprie perplessità. Innanzitutto, si chiede «come mai siano stati messi a bando solo i settori scaduti al 31/07/2019 e non anche quelli non scaduti a quella data e diretti comunque da dirigenti che rivestono le funzioni da più di 5 anni». Pare esserci stata, dunque, una “discriminazione” fra i dirigenti, scegliendo fra quelli ruotabili solo sulla base della scadenza dei contratti, tralasciando il vero cardine della rotazione che si basa sui 5 anni di esercizio delle medesime funzioni. A proposito, Ersilia Amatruda continua: «Per lo stesso principio della rotazione, basato sulla considerazione delle funzioni realmente svolte e per le quali non si applica né può applicarsi il principio della prevalenza a meno di non volerne snaturare la reale funzione anti corruttiva, ci si chiede come sia stato possibile riconfermare incarichi dirigenziali recentemente senza il rispetto di tale principio (a titolo esemplificativo si confronti il decreto di assegnazione del 2017 dell’incarico di dirigente del Settore Segreteria di Giunta conferito proprio dal Segretario Generale)». Per il Csa-Cisal si domanda: «Cosa vuol dire la responsabile dell’Anticorruzione? Forse per alcuni incarichi dirigenziali si è chiuso un occhio e non sono stati sottoposti alla rotazione nonostante ne ricorressero tutti i presupposti? C’è da dire che, con l’esempio indicato, Amatruda non si è affatto nascosta. Senza voler appesantire troppo il ragionamento, la domanda è: perché non tutti gli incarichi dirigenziali che avevano i requisiti per essere sottoposti alla procedura di rotazione sono stati inseriti nel bando?».
ROTAZIONE SENZA DIPENDENTI E RISCHIO PARALISI La responsabile dell’Anticorruzione allarga poi il campo. Prendendo le mosse dal PTPCT, di cui è tenutaria, avanza perplessità sul fatto che la delibera della giunta 391 si sia occupata dei dirigenti di settore dimenticandosi che la rotazione vale anche per i dipendenti. «Sarebbe stato opportuno integrare la rotazione con il personale non dirigente», scrive ancora Amatruda che poi dà la sua versione “corretta” dell’atto dell’esecutivo. «La delibera di giunta regionale  avrebbe potuto dare indicazioni in tal senso, magari valutando la possibilità di far ruotare prioritariamente i settori ad alto rischio, proprio al fine di “non pregiudicare gravemente la continuità amministrativa e l’efficacia dell’azione dell’ente”, come nella medesima delibera affermato». Un aspetto, quello del rischio paralisi dell’azione amministrativa della Regione Calabria fondato, almeno portando avanti questo tipo di rotazione (106 dirigenti di settore tutti in un colpo), anche perché, come sottolinea la Responsabile dell’Anticorruzione «non è fatto cenno ad alcun piano di formazione e affiancamento. L’assenza di un piano di tal genere certamente arreca danno alla continuità dell’azione amministrativa».
Insomma, è una valutazione del sindacato, «bene che vada l’avviso, in Regione Calabria si bloccherà tutto. Infine, la Responsabile si leva i sassolini dalle scarpe. Più volte abbiamo sottolineato l’incredibile prassi di isolarla dalle decisioni che vanno a riguardare il suo ambito di competenza. Ebbene, adesso scrive: “Mi preme sottolineare che la presenza dell’RPCT a determinati tavoli di discussione dai quali è stata inopportunamente e forse scientemente esclusa, avrebbe certamente agevolato…”. E invece, come noto c’è stato l’esilio – continua la nota –. Il risultato? La Responsabile dell’Anticorruzione di fatto ha bocciato lo strumento (la delibera di giunta 391) con cui è stato fatto l’avviso della rotazione dei dirigenti regionali. La Garante della rotazione silura come è stata “confezionata” la rotazione dalla Regione Calabria. La delibera doveva consentire il raccordo tra l’avviso dei dirigenti e il Piano triennale dell’Anticorruzione, ora scopriamo che in realtà non c’è stato».
CAOS E RISVEGLI TARDIVI SOTTO GLI OCCHI DELL’ANAC Ersilia Amatruda ha inviato la comunicazione il giorno 3 settembre. Lo stesso giorno in cui è stata audita all’Anac per la famosa procedura di monitoraggio dopo il conflitto scoppiato fra l’Ufficio dei Procedimenti Disciplinari e la precedente Responsabile (ora nella Segreteria di Giunta) e dopo i ritardi nell’attuazione della rotazione. «L’Anac analizzerà tutto, compresa quest’ultima missiva. Ci chiediamo – chiosa il sindacato – non è forse tardiva questa reazione della responsabile dell’Anticorruzione? In tempi non sospetti abbiamo avanzati legittimi e puntuali dubbi sulla correttezza della procedura e sul suo mancato coinvolgimento nelle decisioni di rilievo per la prevenzione della corruzione e della trasparenza in Regione Calabria. Ora si assume questa responsabilità quando l’avviso della rotazione dei dirigenti è stato abbondantemente pubblicato. Non era meglio attivarsi prima cercando un supporto concreto nell’Anac? Chi ha da perdere in questo scenario è l’immagine dell’Ente. Si è fatta una gran confusione su questa procedura della rotazione che doveva essere esente da imperfezioni e invece prendiamo atto – conclude la nota – che è stata disconosciuta da chi l’attuazione della rotazione la deve garantire per legge. È già  tutto un bel pasticcio».

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