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Sottosegretari, Magorno sbotta e "minaccia" il nuovo governo

L’ex segretario regionale dem contro il suo partito: «Ha trattato la Calabria come una regione di serie B, farò pesare il mio voto al Senato. Ma non ho posto la mia candidatura, non è destino che f…

Pubblicato il: 14/09/2019 – 9:50
Sottosegretari, Magorno sbotta e "minaccia" il nuovo governo

ROMA Molta agitazione per nulla, forse. Ernesto Magorno è stato, negli ultimi giorni, il dem più attivo nel tentativo di aprire una comunicazione a livello locale tra Pd e M5S. Tentativo fallito. E c’è chi, dietro questo tentativo, aveva letto la speranza di una “ricompensa” governativa per il sindaco di Diamante diventato negli ultimi mesi il primo avversario di Mario Oliverio nella corsa alla scelta del candidato governatore del centrosinistra. Dopo le nomine dei sottosegretari, con la Calabria non pervenuta sul versante del Pd, l’ex segretario regionale del partito sbotta su Facebook: «Il Pd ha trattato la Calabria come una regione di serie B escludendola dal governo, ha emarginato la nostra terra come mai successo prima. E’ una cosa grave a cui bisogna reagire in modo forte: per questo farò pesare il mio voto in Senato, dedicherò tutto il mio impegno affinché i calabresi non siano dimenticati. Bisogna investire partendo dal lavoro e dalla sicurezza». Certo è che lo schiaffo del Pd nazionale al partito calabrese a queste latitudini si è sentito. E da molti osservatori è stato messo in relazione con l’impasse dem sulla scelta del portabandiera per le Regionali in arrivo. In Calabria, Zingaretti ha trovato una situazione balcanizzata, in cui le tante rendite di posizione condizionano l’attività politica. L’esclusione dei dirigenti locali dal sottogoverno è la prima risposta.
Magorno, da parte sua, spiega di non aver reclamato per sé alcun incarico: «Non ho posto la mia candidatura, non è destino che faccia l’uomo di governo, un sindaco già è troppo che faccia anche il parlamentare». Poi dice che «nel 2013, sbagliando, mi sono dimesso da sindaco per fare il deputato, oggi non lo rifarei. Non c’è incompatibilità ma c’è impossibilità oggettiva. Dopo questa legislatura e dopo aver portato a termine la consiliatura a Diamante mi ritirerò dalla vita politica e cercherò di godermi, se Dio vorrà, la mia splendida famiglia e il mio futuro che è mia figlia».

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