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Regionali, Di Maio propone un «patto civico» per abbracciare il Pd

Il capo politico del Movimento prepara le elezioni in Umbria. E chiede un passo indietro a tutte le forze politiche. Che dovranno sostenere una giunta lontana dalle appartenenze partitiche. È la so…

Pubblicato il: 15/09/2019 – 12:03
Regionali, Di Maio propone un «patto civico» per abbracciare il Pd

di Pietro Bellantoni
LAMEZIA TERME Due parole per dar vita a una nuova alleanza: «Patto civico». Luigi Di Maio rompe gli indugi e traccia la rotta per abbracciare il Pd anche alle prossime Regionali.
Il capo politico del Movimento, in una lettera alla Nazione, ha lanciato la proposta che potrebbe ridefinire assetti e coalizioni in occasione delle elezioni in Umbria, in programma per il 27 ottobre. Uno schema che, oltre a mutuare l’accordo di governo, potrebbe essere replicato in tutte le altre regioni al voto, tra cui la Calabria.
IL PATTO Per Di Maio è l’ora di «cambiare il modo d’intendere la politica». E per «rigenerare il patto di fiducia cittadini-istituzioni» c’è bisogno che tutte le forze politiche «di buon senso» facciano «un passo indietro e lascino spazio a una giunta civica, che noi saremmo disposti a sostenere esclusivamente con la nostra presenza in consiglio regionale, senza pretese di assessorati o altri incarichi». Il Movimento si aspetta «che tutti gli altri facciano lo stesso».
Di Maio chiarisce che non saranno alleanze o coalizioni: «Ognuno correrà con il proprio simbolo in sostegno di un presidente civico e con un programma comune. Ma senza pretendere nulla sulla composizione della giunta e sulle dinamiche del governo regionale. Le forze politiche saranno solo in consiglio regionale con i propri gruppi».
Il «patto civico», inoltre, dovrà essere suggellato da «un candidato presidente fuori dalle appartenenze partitiche e che possa mettere al centro un programma innovativo, di punti veri e realizzabili. Un programma che possa ispirare serietà, fiducia e competenza».
Di Maio è ancora più chiaro. E chiede che tutte le forze che credono nel «bene comune» dell’Umbria «facciano un passo indietro, rinunciando ai propri candidati presidente, e mettano fuori dalle liste quei candidati che hanno avuto a che fare con il passato di questa regione e gli impresentabili. Chiediamo che sottoscrivano insieme a noi un appello ai cittadini, proponendo alle migliori risorse di questa regione di farsi avanti».
Dovrà essere, nelle intenzioni del leader 5 stelle, il governo dei migliori, con una «personalità all’altezza di proporsi come candidato presidente». L’Umbria, spiega il ministro degli Esteri, «può essere la culla di un nuovo modo di innovare la politica».
LO SCHEMA DA REPLICARE L’Umbria, cioè, sarà il laboratorio del patto che potrebbe tenere insieme il Movimento e il Pd anche nelle regioni. È, quella di Di Maio, una soluzione che va incontro alle richieste del segretario dem Nicola Zingaretti e del ministro Dario Franceschini, tra i più convinti sostenitori della necessità di trasferire il modello del governo giallorosso anche nei territori.
Le insidie non mancano. La più grande è, ovviamente, Matteo Salvini, che ha subito reagito alla proposta dell’ex vicepremier: «Di Maio è evidentemente disperato e supplica il Pd per evitare che M5S possa sparire anche in quella regione. Fortunatamente i cittadini umbri potranno votare, a differenza degli altri Italiani, e quindi chi ha preferito la poltrona alla dignità ha le ore contate. Pd e M5S non possono scappare dai cittadini per sempre. Dopo 50 anni di sinistra, in Umbria c’è voglia di cambiare: non c’è trucco di palazzo che possa evitarlo».
IL PD CALABRESE La lettera apre comunque nuovi scenari e fornisce una prima base programmatica anche al Pd calabrese, ora chiamato a preparare il terreno per un’alleanza sulla scorta delle indicazioni offerte dal leader pentastellato. La discussione entrerà nel vivo domani, in occasione della prima riunione del tavolo del centrosinistra convocato a Lamezia da Stefano Graziano. Il commissario, assieme al grosso dei dirigenti regionali del partito, è favorevole all’alleanza con il Movimento ed è più che probabile che i lavori preliminari del tavolo saranno orientati a eliminare ogni possibile ostacolo all’accordo.
Il nuovo schema offerto da Di Maio, peraltro, taglia fuori in modo definitivo il governatore Mario Oliverio, già messo alla porta dal suo stesso partito.
Ma le parole del capo della Farnesina rischiano di smentire anche tutti quegli esponenti del Movimento calabrese, tra cui il presidente dell’Antimafia Nicola Morra e l’eurodeputata Laura Ferrara, che avevano più volte ribadito il loro no ad alleanze con altri partiti. La soluzione offerta da Di Maio, invece, pare prevederle, fatta salva la composizione civica delle giunte.
E I NOMI? Resta da capire quali saranno le personalità civiche in grado di riassumere un simile progetto di governo anche in Calabria. È probabile che il nome del candidato presidente sarà avanzato dal Movimento, con il Pd chiamato a dare il suo contributo per la squadra degli eventuali assessori. Nei giorni scorsi è stata da più parti rilanciata l’ipotesi Pippo Callipo quale garante dell’accordo M5S-Pd. Ma l’imprenditore del tonno, secondo quanto trapela, non avrebbe alcuna voglia di replicare l’esperienza del 2010, quando fu il frontman di una coalizione mista capace di raccogliere il 10% dei voti.
Ma individuare il candidato presidente non sarà difficile. Il difficile era trovare un modo per tenere insieme 5 stelle e Pd. Ci ha pensato Di Maio. (p.bellantoni@corrierecal.it)

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