BRASILIA La polizia brasiliana ha arrestato un membro della gang Primeiro Comando da Capital (Pcc), sospettato di essere il supervisore della ‘ndrangheta calabrese per l’invio di cocaina in Europa. Andre de Oliveira Macedo, detto “Andre do Rap”, è stato fermato da agenti della polizia investigativa di San Paolo in collaborazione con gli 007 italiani e americani.
«Secondo le informazioni delle agenzie di intelligence internazionali, l’uomo era a capo del gruppo del Pcc incaricato di inviare droga dal porto di Santos alla Calabria, e da lì nel resto d’Europa», ha dichiarato il commissario Fabio Pinheiro Lopes.
Secondo gli inquirenti, Macedo potrebbe aver avuto legami anche con gli italiani Nicola e Patrick Assisi, padre e figlio originari del Cosentino, arrestati all’inizio di luglio e considerati tra i broker più importanti del narcotraffico mondiale (qui il loro profilo). Nell’operazione che ha portato all’arresto di “Andre do Rap”, condotta domenica, sono stati sequestrati un elicottero del valore di circa 7 milioni di dollari e un motoscafo Azimut di 60 piedi del valore di circa 6 milioni.
Nel fornire dettagli sull’arresto di Macedo, il capo della polizia ha rivelato che l’uomo abitava in una villa ad Angra dos Reis, una nota località marittima a circa 150 chilometri da Rio de Janeiro. Il membro del Pcc, che è stato catturato in flagrante insieme a due complici, aveva iniziato a insospettire gli inquirenti dopo l’acquisto di uno yacht da 1,5 milioni di dollari e una vita condotta nel lusso ad Angra. Il Pcc è considerata la più potente organizzazione criminale del Brasile, con infiltrazioni anche in Paraguay, Bolivia e legami con il narcotraffico colombiano. La ‘ndrangheta aveva subito un duro colpo anche lo scorso 8 luglio, con l’arresto sul litorale di San Paolo degli Assisi, su cui pendeva una condanna a 30 anni per traffico internazionale di stupefacenti emessa dal Tribunale di Ivrea e che erano ricercati dal 2015. Secondo le autorità – che sottolineano il possibile nesso con l’arresto di Macedo – Assisi padre e figlio sarebbero contigui alla ‘ndrangheta operante a Volpiano, nel Torinese.
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