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Riace non è più «il paese dell’accoglienza». Rimosso il cartello

Inaugurato dall’amministrazione leghista il nuovo ingresso nel Comune, da oggi dedicato ai «santi medici e martiri Cosma e Damiano». Prosegue l’opera di smantellamento del modello noto in tutto il …

Pubblicato il: 22/09/2019 – 20:53
Riace non è più «il paese dell’accoglienza». Rimosso il cartello

di Alessia Candito
RIACE Riace non è più il paese dell’accoglienza e il neosindaco Antonio Trifoli ha deciso di renderlo chiaro a chiunque si avvicini al piccolo centro della Locride. Lo storico cartello all’ingresso del borgo che dava il benvenuto «nel paese dell’accoglienza» è stato rimosso. Al suo posto, è spuntato un enorme pannello marrone che ribattezza Riace come “paese dei santi medici e martiri Cosma e Damiano” con tanto di primo piano del santuario e delle statue sacre.
La nuova cartellonistica è stata inaugurata in pompa magna proprio nei giorni che precedono la festa e con tanto di benedizione del prete locale, che contrariamente al passato, con i nuovi inquilini del Municipio sembra andare d’amore e d’accordo.
Come sia stata finanziata non è dato sapere, tanto meno chi lo abbia proposto e deciso e con quali motivazioni.  La giunta – che piange miseria dal giorno dell’insediamento – si è limitata a comunicare che la targa è stata «realizzata dall’amministrazione comunale in occasione del 350° anniversario dell’arrivo della Reliquia di San Cosma a Riace».
In realtà, si mormora in paese, più che una donazione, il nuovo cartello sembra più l’ennesimo sgarbo all’ex sindaco Mimmo Lucano, di recente autorizzato a tornare a casa dopo 11 mesi di esilio, alla precedente amministrazione e a chi ancora si identifica con quel modello. Ma soprattutto, un taglio netto e visibile con il passato e con quel modello di accoglienza e integrazione che ha regalato a Riace notorietà mondiale. Fumo negli occhi per Trifoli e la sua maggioranza a trazione leghista, che di quell’eredità, fin dall’inizio del mandato, non hanno nascosto di volersi rapidamente disfare. E in attesa di smantellare eventi come il Riaceinfestival, nati nell’era Lucano e in linea con quell’esperienza, «ma che l’anno prossimo – ha annunciato il mese scorso il sindaco – sarà organizzato direttamente dall’amministrazione comunale con nuove idee, nuovi direttori artistici, nuovi ospiti e nuovi eventi», la maggioranza si è concentrata sui cartelli.
Non è l’unico simbolo del passato che potrebbe cadere sotto i colpi revanscisti della nuova amministrazione. Secondo fonti interne al Comune, la maggioranza pensa di far sparire presto i grandi archi di legno che incorniciano l’ingresso al “villaggio globale”, un tempo cuore del “sistema Riace”, e i colorati murales sulle pareti del Municipio e lungo il corso principale. «Ma Riace è il mondo, Riace è ovunque» dicono dal Comitato Undici Giugno. E promettono battaglia. (a.candito@corrierecal.it)

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