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Diritto allo studio negato a una ragazza disabile di Crotone

La 14enne vive su una sedia a rotelle ed è muta. È figlia di una coppia indigente che non può permettersi di accompagnarla a scuola. Vive a 10 chilometri dal “Giovanni XXII” ma il Comune non ha att…

Pubblicato il: 25/09/2019 – 13:21
Diritto allo studio negato a una ragazza disabile di Crotone

di Gaetano Megna
CROTONE Il diritto negato. Ha 14 anni e vive su una sedia a rotelle. La sua disabilità è molto grave perché non deambula e non parla. È una delle figlie di una coppia indigente che vive a Capocolonna, a più di dieci chilometri dalla scuola media “Giovanni XXIII” di Crotone, che è uno delle unità scolastiche che compongono l’istituto comprensivo che porta lo stesso nome del “Papa buono”. La coppia, lei ha 45 anni e lui 49, tutte le mattine accompagna la ragazza a scuola con la propria auto e resta davanti all’edificio scolastico sino alle 11,30, quando riprendono la figlia disabile per andare da un’altra parte della città a prelevare un altro figlio, che frequenta un altro istituto ed esce alle 12,30. Meno male che un terzo figlio ha 15 anni e per andare a scuola usa il pullman di linea, che collega il centro di Crotone con Capocolonna.
Il problema più serio è quello della bambina disabile per la quale si sono rivolti al Comune di Crotone. Hanno chiesto all’ente di fornire il diritto del trasporto scolastico dovuto ai diversamente abili gravi. Sono due anni che aspettano una risposta, che non è arrivata. Lo scorso anno alla fine hanno deciso, di non portare più a scuola la ragazza. È stata, infatti, bocciata per numero elevato di assenze e quest’anno ripete la seconda media.
I genitori vorrebbero garantire alla ragazza la frequenza, ma non sanno sino a quando avranno la forza di andare avanti e indietro da Capocolonna. Temono, però, l’intervento dei servizi sociali che potrebbero togliere la patria potestà. Non sanno, però, sino a quando avranno i soldi per mettere il carburante all’auto di famiglia. Pesa anche il fatto di dovere stare ore davanti all’entrata della scuola in attesa che suoni la campanella dell’uscita. Ieri stanchi di questa vita sono andati dai carabinieri a denunciare la situazione. Secondo quanto hanno riferito i due genitori, i rappresentanti dell’Arma hanno detto che spetta alla Scuola denunciare la situazione. Stamattina il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “Giovanni XXXIII”, Roberta Bozzoli, ha riferito di avere segnalato per tempo al Comune la situazione.
Sembrerebbe che il Comune abbia risposto che la nuova giunta comunale, insediata all’inizio dell’estate, non ha avuto ancora il tempo di organizzare le cose. Il Comune non ha ancora nemmeno fornito l’assistente di base, che dovrebbe occuparsi dei disabili non autosufficienti per i bisogni non didattici. Ha chiesto alla Scuola di fornire il numero di disabili non autosufficienti, ma la nomina dell’assistente di base non è stata ancora fatta. Alla “Giovanni XXIII”, mancano anche gli insegnanti di sostegno. Il ministro della Pubblica istruzione non li ha ancora nominati. Sono i docenti curriculari a prendersi cura della ragazza disabile, che non parla e non deambula, ma che si presenta pulita e con un sorriso che scioglie anche i cuori più duri. (redazione@corrierecal.it)

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