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Sentenza Stige, Donnici: «Assolto, ma è stata distrutta la mia vita»

L’ex sindaco di Mandatoriccio ripercorre le vicende giudiziarie all’indomani della pronuncia: «Mi è stata inferta una ferita che non smetterà mai di sanguinare»

Pubblicato il: 26/09/2019 – 16:59
Sentenza Stige, Donnici: «Assolto, ma è stata distrutta la mia vita»

MANDATORICCIO «Non ho mai avuto nulla a che fare con queste vicende. La mia vita privata e professionale è specchiata e trasparente, come quella della mia famiglia, da generazioni. Mi è stata inferta una ferita che non smetterà mai di sanguinare, è stata distrutta la mia vita. Ma non ho mai smesso di aver fiducia nella Giustizia sapendo che la verità avrebbe infine trionfato».
Questo il commento di Angelo Donnici dopo aver appreso la sentenza di assoluzione con formula piena dai reati a lui contestati nell’ambito del processo Stige. La rendono nota i Legali Roberto Laghi e Tommaso Caliciuri, del Foro di Castrovillari, che aggiungono: «Angelo Donnici, già sindaco del Comune di Mandatoriccio dal mese di giugno 2009 e fino al mese di novembre 2017, imputato nel processo penale n.3382/2015 RNR della DDA di Catanzaro denominato “operazione Stige” e definito in data 25.09.2019 con sentenza emessa dal Giudice del Rito Abbreviato dal Tribunale di Catanzaro è stato riconosciuto totalmente estraneo ai fatti contesti e ne è stata dichiarata la completa assoluzione per “non avere commesso il fatto”. In data 9 gennaio 2017 – aggiungono i legali facendo una breve storia degli avvenimenti – nei confronti dell’avvocato Angelo Donnici, persona incensurata e di specchiata moralità, veniva emessa la estrema misura della custodia cautelare presso il Carcere di Cosenza, nel quale Istituto penitenziario il nostro assistito rimaneva recluso per interminabili 20 giorni. La gravissima misura cautelare veniva emessa nonostante l’avv. Angelo Donnici da alcuni mesi non fosse più sindaco del Comune di Mandatoriccio e l’imputazione allo stesso contestata fosse relativa unicamente ad un presunto concorso nel (modesto) reato di una presunta turbativa d’asta per un fatto risalente addirittura al mese di settembre 2011. Il 26 gennaio 2018 il Tribunale del Riesame di Catanzaro, con provvedimento N.84/2018, ha completamente annullato (unico caso in un processo che vedeva indagati 169 soggetti) il provvedimento cautelare emesso dalla Procura nei confronti dell’avv. Donnici, ripristinando la libertà personale ingiustamente compressa. Successivamente, la Suprema Corte di Cassazione Sesta Sezione Penale, con la sentenza N.1080/2018 emessa in data 9 maggio 2018 non ha accolto il ricorso avanzato dalla Dda di Catanzaro avverso il provvedimento del Tribunale della Libertà di Catanzaro. Lo stesso Procuratore Generale della Cassazione ne chiedeva il rigetto, sul presupposto della completa esclusione del Donnici ai fatti contestatigli, e la Corte ha dichiarato la inammissibilità del ricorso (proposto dalla Procura di Catanzaro). Eppure, nonostante i citati e chiarissimi superiori provvedimenti Giurisdizionali, la Procura di Catanzaro chiedeva il rinvio a Giudizio di Angelo Donnici. In sede di udienza preliminare l’avvocato Donnici dinanzi al “nulla” a suo carico, e rispetto ad un stato di atroce sofferenza fisica e psichica che gli ha rovinato la vita, chiedeva di essere ammesso al rito abbreviato e il Gup provvedeva conformemente. In data 25 settembre 2019 il gup del Tribunale di Catanzaro, con la sentenza sopra richiamata, ha assolto Donnici Angelo per non aver commesso il fatto».

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