Ultimo aggiornamento alle 15:16
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Il boss calabrese delle cerimonie: «Io vittima dei clan, mi rimetterò in piedi»

Dopo l’assoluzione in Stige, Nicola Flotta incassa la solidarietà di “Basta vittime sulla Ss 106”. «Mi è caduto il mondo addosso ma ripartirò»

Pubblicato il: 28/09/2019 – 13:15
Il boss calabrese delle cerimonie: «Io vittima dei clan, mi rimetterò in piedi»

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO «Non potevamo non attendere un momento come questo per insignire Nicola Flotta quale socio onorario dell’associazione Basta Vittime sulla strada statale 106». Fabio Pugliese, presidente della compagine che conta migliaia di iscritti, ha aperto così la conferenza stampa per annunciare l’assoluzione del noto imprenditore rispetto all’operazione Stige, nell’ambito della quale Flotta era stato accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Pugliese ha donato la maglietta dell’associazione, attribuendo a Flotta la carica di socio onorario «perché sempre sensibile – ha spiegato – alle tematiche di cui ci occupiamo e pure lui “vittima” della famigerata strada della morte, avendo perso la madre proprio sulla statale. La magistratura – ha commentato Pugliese – ha fatto chiarezza sulla presunzione di “cose sporche”, una prova che Flotta ha superato alla grande, essendo stato assolto perché il fatto non sussiste».
Il noto imprenditore, proprietario del celebre “Castello Flotta” – struttura sfarzosa specializzata nella ristorazione e nelle grandi cerimonie a Mandatoriccio Mare – qualche anno fa è stato ingaggiato dal canale Real Time per alcune puntate de “Il boss delle cerimonie”. Flotta è molto conosciuto in zona anche per essere un imprenditore di successo nel campo dell’intrattenimento. Come nel caso della discoteca “Cleopatra”, una delle più grandi del sud Italia, location cult degli anni ’90-’00.
All’incontro con i giornalisti Flotta è apparso certamente segnato dall’esperienza. «Mi è caduto il mondo addosso – ha raccontato – anche perché in zona mi conoscono tutti per essere un uomo laborioso e retto. Per fortuna la gente mi ha incoraggiato, incredula rispetto a questo mio coinvolgimento nell’operazione Stige».
La sua “salvezza” «sarà immergersi nuovamente nel lavoro. Solo il lavoro può essere una grande medicina – ha aggiunto Nicola Flotta –. Non sono stato un grande studente e quanto ho realizzato nella mia vita è un vero miracolo. Vorrei continuare a lavorare fino a due ore prima della mia morte, giusto il tempo di preparami psicologicamente».
Proprio sul lavoro, Flotta ha riferito di aver «subito un danno enorme. Un danno pesantissimo alla mia immagine ed alle mie attività, che sono certo di superare continuando a rimboccarmi le maniche come ho sempre fatto in vita mia».
Flotta, 59 anni, è stato seguito nell’iter giudiziario, dall’avvocato Francesco Cornicello, presente anch’egli alla conferenza stampa.
L’assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste, è stata emessa nei giorni scorsi. «Evidenzia come questa sentenza che si aggiunge alle pronunce positive rese nell’ambito del procedimento cautelare, del Tribunale del Riesame prima e della Suprema Corte di Cassazione poi, restituisca dignità ad un cittadino onesto – ha spiegato il legale – e ad un imprenditore da sempre attivo sul territorio ed afferma la sua totale estraneità alle ipotesi accusatorie che gli sono state ingiustamente mosse. Fa specie che i media non abbiano dato il giusto e doveroso risalto alla notizia della sentenza di assoluzione per insussistenza del fatto – ha aggiunto il difensore – al pari dell’eco riservata alla notizia dell’indagine, ponendo alla nostra attenzione la disparità di trattamento che, purtroppo, l’informazione riserva al cittadino nel momento in cui rimane, suo malgrado, coinvolto nelle maglie della giustizia, rispetto a quello in cui viene affermata la sua totale innocenza, come nel caso del mio assistito. Abbiamo dimostrato – ha concluso Cornicello – che l’ipotesi accusatoria era insussistente e che il mio assistito non era attiguo ad ambienti mafiosi, perché semmai è stata una vittima e non un colluso. Nel perimetro della giustizia abbiamo provato l’innocenza e ricevuto tre assoluzioni, tutte in linea prima con gli indizi giudiziari e poi probatori, ed anche sul Castello abbiamo dimostrato che è stato costruito con fonti assolutamente lecite». (l.latella@corrierecal.it)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x