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«In Calabria clima intimidatorio contro Salvini»

di Vincenzo Granata*

Pubblicato il: 28/09/2019 – 12:45
«In Calabria clima intimidatorio contro Salvini»

Come consigliere comunale della Lega, il 30 marzo scorso avevo già denunciato il distorto utilizzo della figura del Ministro degli Interni, inserito in una locandina allestita dal Centro Sociale Rialzo e da Auditorium Popolare di Cosenza, per promuovere una serata di musica tekno. All’epoca Il vicepresidente del Consiglio sen. Matteo Salvini compariva in una caricatura, appeso per i piedi a testa in giù.
In una mia nota, avevo stigmatizzato l’iniziativa, esprimendo «una ferma condanna per la violenza del manifesto. Ritenendo che tutte le forze politiche della città dovevano essere unite contro questi messaggi di odio e di violenza.
Prima della visita di Salvini ho condannato qualsiasi forma di violenza, che non poteva trovare posto in una comunità come la nostra, che ha radici nei valori democratici e non violenti affermati con forza nella Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza. Vieppiù ho chiesto che la magistratura indagasse anche sui centri sociali, sull’utilizzo di alcuni blog d’informazione legati a questo mondo e su quelle frange estreme del sindacato da sempre vicine al mondo dell’eversione che la sinistra, e che i governi di sinistra, hanno sempre protetto.
A questo aggiungo che a capo del movimento Cinquestelle calabrese si sia messo nientemeno che Nicola Morra, “Delatore della Repubblica”, presidente dell’Antimafia e leader, a quel che si dice, di una rete “ispettiva” in Calabria, che sforna denunzie di corruzione e, al solito, di “abuso d’ufficio”, a destra ed a manca, guadagnandosi il cambio di ruolo (faceva le denunzie “nella sua qualità di Senatore della Repubblica”), in “Delatore della Repubblica”.
Non voglio attardarmi a parlare del di più ed a selezionare la portata di tali voci e denunce fatte da parlamentari della Repubblica. Ma il solo fatto che in una città che ha, oltretutto, tradizioni di cultura e di sensibilità democratiche e che ha espresso uomini di grande levatura, si possa concepire un modo simile di fare politica, è cosa agghiacciante. Se poi si considera che la parte politica che si organizza per questa attività che più chiaramente può definirsi delazione organizzata, è sostenitrice della tesi che il cosiddetto “avviso di garanzia” “garantisce” a chi ne è causa di costringere alle dimissioni uomini politici e funzionari, abbiamo un quadro di una democrazia telematico-delatoria tale da rovinare il tessuto stesso della società e dello Stato non solo a Cosenza.
In questi anni Mario Occhiuto ha rappresentato il punto più alto di resistenza contro il giustizialismo di Morra e dei centri sociali, rendendo la città di Cosenza libera e democratica. Se c’è chi pensa che dedicarsi a certe congreghe di “investigatori” poco dilettevoli sia qualcosa di meglio della tradizionale delazione (di “corvi” e figuri “al soldo” delle Questure), il fatto è ancora più grave. Io ho sempre con coraggio, portato avanti la bandiera della Lega alla quale appartengo e mi sono battuto contro questo clima di intimidazione nei confronti del nostro leader Matteo Salvini, però avverto un clima di paura nel denunciare quanto sta avvenendo in Calabria.
La Lega Calabrese, avrebbe il dovere di reagire a questi fatti e situazioni con fermezza e senza mezzi termini. Se non lo si fa, direi che è questo l’aspetto più preoccupante di un sistema indecoroso ed insopportabile che non ha a che fare con la democrazia.

*consigliere comunale Lega, coordinatore Flat tax della città di Cosenza

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