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Sosta selvaggia all’ospedale di Lamezia, arrivano le scuse pubbliche ai disabili

Dopo la presa di posizione delle associazioni contro la «caccia al parcheggio» c’è il mea culpa di un’azienda il cui mezzo impediva l’accesso a una rampa: «I nostri dipendenti non cadranno più in e…

Pubblicato il: 28/09/2019 – 16:53
Sosta selvaggia all’ospedale di Lamezia, arrivano le scuse pubbliche ai disabili

LAMEZIA TERME A denunciare il caso (di cui abbiamo scritto qui) era stata nei giorni scorsi Nadia Donato, dell’associazione “SenzaNodi”. «All’ospedale di Lamezia Terme, da quando non c’è più controllo alla sbarra di ingresso, gravi disagi per chi è portatore di handicap», ha spiegato Donato, supportata dalla presidente di Fish Calabria Nunzia Coppedè, rilevando che la «caccia al parcheggio» si è presto tradotta nell’occupazione abusiva dei posti riservati ai disabili. Da qui le numerose segnalazioni rivolte alle associazioni da pazienti e familiari. Una presa di posizione che ora ha portato alle pubbliche scuse da parte di un’azienda, la società di onoranze funebri Pasqualino Rocca, proprietaria di un mezzo che ostacolava l’accesso alla rampa riservata ai disabili. Il rappresentante legale dell’azienda, Andrea Rubini, con una lettera inviata a Coppedè chiude dunque «pubblicamente scusa» per l’episodio «giustamente denunciato» e aggiunge: «Grazie a lei ho avuto l’opportunità, in qualità di rappresentante legale, di venire a conoscenza di questa situazione. Abbiamo chiesto delucidazioni al nostro personale sull’evento, scoprendo così che si tratta di prassi consolidata in quanto, non essendoci più controllo, ci sono mezzi non autorizzati che occupano abusivamente gli spazi riservati alle persone disabili. Quotidianamente i nostri operatori si trovano ad affrontare le difficoltà che ha denunciato. Come azienda – aggiunge Rubini – ci faremo promotori affinché il nostro personale dipendente rispetti le regole e non cada più nell’errore di alimentare il malcostume generale e diffuso. Il senso civico è d’obbligo anche per gli operatori del settore come la nostra azienda. Oltre alle scuse formali che le poniamo, ci faremo promotori di quel cambiamento che vorremmo vedere anche nelle altre persone. Spero di incontrarla presto – conclude Rubini rivolgendosi a Coppedè – per poter studiare insieme un progetto dove si possa concretamente vedere realizzato il nostro obbiettivo di cambiamento».

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