CATANZARO «Ogni volta che vengo qui si prova tanto amore, un amore viscerale e appassionato, ma anche tanta rabbia nel vedere quanta fatica si fa a liberarsi di certe difficoltà». Tony Galati da anni sta lavorando per riscattare l’immagine della Calabria all’estero dalla sua postazione di vicepresidente della Consulta regionale dei calabresi all’estero. È originario di Acquaro ma, come tantissimi dei circa due milioni di calabresi che vivono e si fanno apprezzare in ogni angolo del pianeta, è in prima linea per creare un ponte tra la Calabria e il resto del mondo. Ed è Tony Galati, nell’ultima riunione della Consulta per questa legislatura regionale, a relazionare alla Cittadella sull’attività dei tanti consultori – 45 in tutto, tra cui 15 giovani – che compongono l’organismo, espressione dell’”altra” Calabria che opera in tutti i continenti. «Oggi – dice il vicepresidente della Consulta dei calabresi all’estero – è un momento importante, perché facciamo il punto di un’attività lunga quattro anni. Come risultati, spicca il cambiamento della legge regionale: abbiamo infatti ereditato una legge vetusta, che non rispondeva più ai bisogni moderni dei calabresi all’estero e della Regione, per questo l’abbiamo riscritta e abbiamo fatto un buon passo avanti. Un altro cambiamento – spiega poi Galati – riguarda il sostegno alle tante associazioni di calabresi all’estero: oggi il sostegno non è più frammentato ma strutturato in grandi progetti che possono avere un impatto più concreto».
Galati rileva come la vera sfida sia stata – e sia ancora – soprattutto culturale: «Tanti anni fa, quando abbiamo avviato questa attività, vedevamo sguardi molto critici nei confronti di noi calabresi da parte dei paesi che ci accoglievano, ma oggi abbiamo rivalutato questa immagine grazie anche alla nostra azione, ora però si deve dare il colpo decisivo per avere ancora maggiore considerazione e maggiore rispetto».
Nel dettaglio della situazione, il vicepresidente della Consulta regionale evidenzia luci e ombre, dispensando alle istituzioni, soprattutto regionali, anche alcuni consigli per il futuro: «C’è un fascino attrattivo della Calabria, ma non c’è ancora quella fiducia perché si sa che ci sono strutture che zoppicano, organizzazioni che non sono al passo con altri paesi del mondo. Quello che dobbiamo ancora fare – rimarca Galati – è stimolare ancora di più la Regione ad rafforzare e migliorare i tanti pezzi di questa filiera: il turismo, l’enogastronomia, l’accoglienza la comunicazione, le infrastrutture. Per questo stiamo ridisegnando il ruolo del consultore, che deve diventare una pedina attiva del sistema Calabria». A portare il saluto alla Consulta dei calabresi all’estero, che proseguirà i suoi lavori fino a domani, è il presidente della Regione, Mario Oliverio, che a questo appuntamento tiene particolarmente. Nel suo indirizzo di saluto ai consultori, Oliverio ricorda «gli investimenti che abbiamo messo in campo nella consapevolezza della grande risorsa rappresentata dai figli della Calabria all’estero, investimenti che fanno parte di una visione e di una strategia, che ha messo al bando l’episodicità degli interventi nel passato».
Il governatore illustra i passi avanti sul piano dell’internazionalizzazione, dell’infrastrutturazione, dell’accessibilità alla Calabria, del turismo, dell’agroalimentare, con un incremento dell’export che – dice Oliverio – «ha visto la Calabria passare da un valore assoluto di 250 milioni nel 2014 a 780 milioni nel 2018», osservando che «c’è ancora tantissimo da fare ma qualcosa si sta muovendo nella crescita della regione e nelle relazioni internazionali, e questo è anche merito dei consultori». Sulla stessa linea anche il consigliere regionale Orlandino Greco, che segue le politiche di internazionalizzazione per la Regione: «La Calabria – ossreva Greco – ha bisogno di detassarsi dal pregiudizio e la detassazione parte dal messaggio di positività che possiamo dare. I consultori sono il veicolo di questo messaggio positivo, perché grazie a loro costruiamo un tessuto di relazioni proficuo». Seguono i saluti del parlamentare Nicola Carè, originario di Guardavalle (Catanzaro) eletto nella circoscrizione estera, l’intervento della dirigente della Presidenza della Regione, Gina Aquino, e di alcuni consultori. E ancora Tony Galati, che ricorda come, con riferimento alla presenza dei calabresi all’estero, «ci siano ancora tante versioni. Un dato è certo: nel mondo c’è un’altra Calabria, circa due milioni di calabresi sparsi nei vari paesi di tutto il mondo. Ma – prosegue il vicepresidente della Consulta dei calabresi all’estero – da studi vari, fatti dall’Università della Calabria ma anche da altri enti, tra le prime generazioni, le generazioni successive e incroci vari, si arriva a cifre impressionanti, quasi 65 milioni tra calabresi diretti o persone che hanno un genitore o un antenato in Calabria».
L’ultimo pensiero di Galati è alla Calabria dalle tante, struggenti contraddizioni: «La nostra terra – dice il vicepresidente della Consulta – è come un’innamorata bellissima con un carattere difficile. Ogni volta che vengo qui si prova tanto amore, un amore viscerale e appassionato, ma anche tanta rabbia nel vedere quanta fatica si fa a liberarsi di certe difficoltà. Ma i calabresi hanno una grande forza: la tenacia e l’amore incondizionato, sentimenti che arrivano da tutti i paesi del mondo». Così conclude Tony Galati, calabrese della Svizzera. (acant)
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