REGGIO CALABRIA «Caso chiuso. Definitivamente. Con ordinanza depositata in data odierna, la Prima Sezione civile della Corte di cassazione (presidente Maria Cristina Giancola) ha rigettato il ricorso per revocazione presentato dall’ex consigliere regionale Giuseppe Graziano contro l’ordinanza con cui la stessa Suprema corte, nel luglio 2018, aveva acclarato, confermando sostanzialmente le pronunce di analogo senso e contenuto in precedenza già emesse dal Tribunale civile e dalla Corte d’appello, la sua condizione di ineleggibilità per la tardività del collocamento in aspettativa speciale da Primo dirigente e Vicecomandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, dichiarandone la decadenza dalla carica in favore di Gianluca Gallo, quale primo dei non eletti». Lo riferisce un comunicato del Gruppo consiliare regionale della Casa delle libertà. «Ritenendo che la Suprema Corte avesse fondato il suo convincimento su un errore di fatto legato ad una presunta, errata valutazione di un documento (quello della istanza di collocazione in aspettativa) ritenuto fondamentale per la decisione – si aggiunge nella nota – Graziano aveva chiesto ai giudici di porre rimedio all’asserito errore e ritornare sui loro passi. Tesi fermamente contestata da Gallo e dai suoi legali, gli avvocati Oreste Morcavallo e Francesco Paolo Gallo. La Corte di cassazione, alla fine, ha dichiarato inammissibile il nuovo ricorso, condannando il ricorrente Graziano anche al pagamento delle spese processuali. E pure se alla scadenza della legislatura mancano ormai poche settimane, innegabile è il valore simbolico di un provvedimento che chiude la complessa vicenda giudiziaria, segnata anche da un pronunciamento della Corte costituzionale, a favore di Gallo, rientrato in Consiglio regionale, soltanto nel novembre del 2017, tre anni dopo le Regionali, per i tempi lunghi, ed i percorsi a volte tortuosi, di procedure alla fine comunque completatesi in maniera inequivocabile».
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