di Alessia Candito
LOCRI Anche la Prefettura di Reggio Calabria si è formalmente costituita contro il neosindaco di Riace, Antonio Trifoli, la cui ineleggibilità da oggi è al vaglio dei giudici di Locri. Al centro del contendere, il ruolo rivestito da Trifoli prima di presentare la propria candidatura. Finito di fronte ai giudici in seguito ai ricorsi presentati contro di lui dalla consigliera di minoranza Maria Spanò e da altri tre cittadini di Riace, Trifoli, tramite i suoi legali, ha continuato a sostenere di avere le carte in regola per essere sindaco.
Ma di tutt’altro avviso non sono stati solo gli avvocati dei ricorrenti, ma anche l’Avvocatura dello Stato, presente in aula per la Prefettura. Per tutti, l’attuale primo cittadino di Riace non avrebbe potuto neanche partecipare alle elezioni, per due delle cause di ineleggibilità previste dal Tuel, la Bibbia della pubblica amministrazione. Ex lsu, con l’incarico di vigile urbano, Trifoli è stato prima destinato al Comune di Riace nell’ambito del processo di stabilizzazione dei precari gestito dalla Regione, poi assunto direttamente dall’ente comunale con contratto a tempo determinato. Proprio per questo – hanno sostenuto in aula i legali della Prefettura e dei ricorrenti – non aveva diritto all’aspettativa a tempo determinato per motivi elettorali, che invece ha chiesto e ottenuto. Con buona pace delle argomentazioni dei suoi legali, che hanno tentato di far valere la sua vecchia condizione di lsu per qualificarlo come dipendente della Regione, tutti gli avvocati in aula non hanno avuto dubbi: Trifoli era dipendente a tempo determinato dell’ente comunale di Riace e avrebbe potuto partecipare alle elezioni da candidato solo se avesse rinunciato al suo incarico. Stesso parere è stato espresso dal procuratore Luigi D’Alessio, presente in aula, ed era stato messo nero su bianco dal Ministero dell’Interno nei giorni scorsi.
Secondo il Viminale, Trifoli è un dipendente del Comune di Riace e «tale condizione lavorativa, caratterizzata dalla sussistenza in capo al sindaco di Riace di un rapporto di lavoro di carattere subordinato a tempo parziale (26 ore settimanali) e determinato, rende applicabile al caso di specie la disciplina di cui al combinato disposto di cui al comma 1, n.7 e comma 8 dell’art. 60 del D.Lgs. n.267/2000». Traduzione, Tuel alla mano, era ineleggibile perché dipendente del Comune di Riace (comma 1) e perché vigile urbano del paese (comma 8). Un parere che nelle scorse settimane la Prefettura ha notificato all’amministrazione «per le conseguenti valutazioni da parte dell’organo consiliare». Ma al riguardo, tutto tace. Adesso la palla passa ai giudici, la cui decisione è attesa nei prossimi giorni. (a.candito@corrierecal.it)
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