LAMEZIA TERME Il fermento politico di Lamezia Terme per le prossime amministrative del 10 novembre si manifesta attraverso comunicati stampa, conferenze, il trapelare di nomi più o meno noti e conosciuti. Si discute sulla possibilità o meno che l’ex sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro possa o meno candidarsi con le sue tre liste e 72 nomi. Il segretario del Pd Antonio Sirianni ritira la propria candidatura con musi lunghi da parte dell’imprenditore Francesco Grandinetti e Milena Liotta che minacciano di correre con una propria lista.
Spuntano i nomi dell’imprenditrice Maria Teresa Morano, impegnata anche nell’associazione antiracket lametina, e del promoter Ruggero Pegna, gradito dal centrodestra. Riunioni fiume, nomi che vanno e vengono, comunicati e telefonate.
Il comitato fiera sostiene Massimo Cristiano, già consigliere comunale, in odore di Lega nord, almeno a giudicare dalla sua presenza annuente alle spalle di Matteo Salvini. Ma quello che i comunicati e le conferenze non dicono, il vero brulicare politico dietro ogni proposta si cela attraverso le telefonate, i conciliaboli, più o meno clandestini, alla ricerca di un nome credibile per Lamezia Terme, soprattutto dopo la sentenza del Consiglio di Stato che certifica lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa e sottolinea un sistema “scorretto” nella gestione della cosa pubblica, marcio fino all’osso, amministrazione degli uffici comunali compresa. Serve un cambiamento forte quanto l’amara verità impressa dal Consiglio di Stato: «Una situazione di generalizzato disordine amministrativo e di irregolarità nella gestione degli appalti pubblici e, soprattutto, in un contesto che ha visto molti consiglieri comunali legati a soggetti ed interessi riconducibili a contesti mafiosi». Si è creato così un via vai più meno clandestino – un segreto di pulcinella ormai – il desiderio, forse, di estrarre dal cilindro un nome nuovo, un nome che metta d’accordo le diverse anime della sinistra e non solo. Via vai che ha visto protagonista un legale molto conosciuto. E si è concluso con un netto «no» da parte dell’avvocato e professore universitario, Mario Murone. A nulla sono valse le visite, le telefonate e anche la pressante presentazione di nomi per eventuali liste di consiglieri. Il legale non ha ceduto alla corte serrata e alle richieste di esponenti della sinistra cittadina, e non solo della sinistra. Spunteranno altri nomi, mentre a Lamezia riprenderà il brulicare sommerso per trovare – impresa ardua – un candidato credibile. (aletru)
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