di Sergio Pelaia
SORIANO Da qualunque prospettiva la si guardi non è certo una vicenda edificante per Soriano, cittadina del Vibonese che un tempo fu un polo religioso e culturale la cui importanza era riconosciuta in tutto il Meridione. Nel centro storico del paese, oggi, in poche decine di metri quadrati ci sono i ruderi dell’antico convento domenicano seicentesco poi distrutto dal terremoto del 1783, il “nuovo” convento tardobarocco costruito nella prima metà dell’800, alcune strutture museali realizzate negli ultimi anni tra le antiche rovine e, nella piazza centrale del paese, la “Biblioteca Calabrese”. Proprio quest’ultima struttura è finita di recente al centro di una diatriba la cui vera natura è secondo molti politica, riconducibile in parte ai duri contrasti tra l’attuale sindaco, Vincenzo Bartone, e il suo predecessore, Francesco Bartone, che è anche il direttore della Biblioteca. Il clima che ha portato all’avvicendamento tra i due Bartone non è stato certo sereno, tanto che l’ex sindaco sconfitto, assieme ad altri esponenti dell’opposizione, si è dimesso da consigliere immediatamente dopo le elezioni del maggio scorso. Fatto sta che il Comune, con una delibera di giunta pubblicata una settimana fa sull’albo pretorio, ha dato mandato al responsabile dell’area tecnica di staccare, a partire dal primo ottobre 2020, le forniture di energia elettrica e acqua potabile alla Biblioteca perché tali spese «non rientrano tra le competenze del Comune». Una scelta che per il Comune va inquadrata in «un’ottica di contenimento della spesa pubblica», mentre invece il “Comitato Amici della Biblioteca” fa notare, in un esposto inviato a Prefettura e Mibac, che il Comune avrebbe «esordito nella nuova consiliatura distribuendo a pioggia somme a squadre di calcio, a organizzatori di concorsi di “miss”, a promotori di eventi ludici, nonché indennità di funzioni».
IL RUOLO DELLA REGIONE E L’APPELLO DEGLI INTELLETTUALI La vicenda però, al di là della polemica paesana, non riguarda solo il Comune ma, soprattutto, la Regione. Sta infatti facendo il giro del web un appello firmato da molti studiosi e intellettuali – tra cui spiccano le firme di Giacinto Namia, Nuccio Ordine, Vito Teti, Maria Teresa Iannelli, Francesco Antonio Cuteri, Emanuela Guidoboni, Francesca Viscone, Salvatore Piermarini, Giovanni Sole, Domenico Pisani, Pietro Clemente, Elena Lattanzi e Tonino Ceravolo (potete leggere qui il testo integrale) – da cui si evince proprio il ruolo centrale della Cittadella nella vicenda. «La Biblioteca Calabrese di Soriano Calabro, come viene riconosciuto anche fuori della regione, è un’eccellenza di tutta la Calabria, meta di studiosi e studenti di ogni parte d’Italia, luogo di elaborazione e di iniziative culturali con rilevanza nazionale. Eppure – si legge nell’appello – da qualche tempo l’Istituto vive, per problemi di natura burocratica della Regione Calabria, una situazione di difficoltà». Nel giugno di quest’anno, infatti, «improvvisamente» la Regione «ha deciso di trasferire in altro ufficio, adibendolo ad altri incarichi, il personale qualificato che da anni svolgeva le varie attività con dedizione, grande impegno e professionalità». Il «grido d’allarme» degli intellettuali è rivolto al presidente della Regione, ai consiglieri regionali e ai parlamentari calabresi, nonché a tutti gli esponenti del mondo culturale, imprenditoriale, sindacale, della scuola e della Chiesa. «Appare scandaloso e incomprensibile – scrivono i firmatari – che un’istituzione importante come la Biblioteca Calabrese, un bene pubblico e comune, venga sottoposto ad attacchi strumentali e infondati per ragioni politico-amministrative».
LA BIBLIOTECA Ciò che rende unica la Biblioteca di Soriano è che custodisce un catalogo monotematico: è la sola in tutta la regione a possedere più di 40mila volumi di autori (e argomenti) calabresi. Si tratta di un patrimonio culturale prezioso costituito da libri rari, periodici e stampe antiche, nonché da un archivio di microfilm e foto d’epoca. L’Istituto pubblica poi dal 1998 la rivista semestrale “Rogerius” che viene distribuita a tutte le biblioteche nazionali ed è apprezzata anche all’estero.
La storia della Biblioteca inizia nel 1979 quando la Provincia (all’epoca Soriano era nel territorio di Catanzaro) istituisce il Centro Culturale del folklore e delle tradizioni popolari, di cui viene nominato direttore Nicola Provenzano e nel cui ambito prende avvio, nel 1981, il nucleo iniziale della biblioteca con le prime donazioni. Segue un lungo periodo di inattività fino al 1992, anno in cui la biblioteca viene trasferita alla nuova Provincia di Vibo Valentia. Nel 1995 viene quindi costituta un’associazione culturale, l’Istituto della Biblioteca Calabrese, che possa gestire autonomamente la struttura. All’iniziativa di Provenzano si unisce un gruppo di accademici e studiosi e vi aderiscono la Regione Calabria, la Provincia di Vibo Valentia, la Comunità Montana dell’Alto Mesima e il Comune di Soriano. Con una convenzione stipulata con la Provincia nel 1997 la gestione della biblioteca viene affidata all’Istituto che vi provvede con un Consiglio di amministrazione composto di cinque membri eletti tra i soci presieduto, dal 2013, da Francesco Bartone. (s.pelaia@corrierecal.it)
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