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Salta la rotazione, carte all’Anac e dirigenti “precari” alla Regione

Lettera dell’Anticorruzione regionale: «La giunta non ha attuato alcun provvedimento e vuole rinviare al 28 febbraio 2020». Il Csa-Cisal: «Conflitti di interessi e grande incertezza alla Cittadella»

Pubblicato il: 02/10/2019 – 13:10
Salta la rotazione, carte all’Anac e dirigenti “precari” alla Regione

CATANZARO La procedura della rotazione è sbucata in un vicolo cieco. E «nell’oscurità – scrive il sindacato Csa-Cisal – bisogna far attenzione ai muri. Sappiamo che il presidente della giunta ha chiesto alla Responsabile regionale Anticorruzione di farsi portavoce all’Anac dell’istanza di differire il termine dell’applicazione della rotazione che scadeva lo scorso 30 settembre. Non sappiamo ancora come e cosa risponderà l’Autorità nazionale dell’Anticorruzione. Certo, se dovesse dare un parere negativo, per la Regione Calabria sarebbe una figura barbina, su scala nazionale, e su un argomento serio come la prevenzione della corruzione e sulla trasparenza. Forse il primo caso in Italia».
ANTICAMERA ALL’ANAC E GIUNTA INADEMPIENTE Il sindacato svela anche un retroscena. «Occorre aspettare quindi – si legge in una nota –. Lo hanno fatto fuori dalla porta dell’Anac il direttore generale e l’assessore al Personale ieri andati in fretta e furia a Roma per chiedere udienza, ma non ricevuti. Due “turisti per caso” che sono dovuti tornare con la coda fra le gambe in Calabria. L’unica ad avere legittimità ad interloquire è la Responsabile regionale dell’Anticorruzione. Apprendiamo come la stessa Responsabile nella giornata del 30 settembre abbia inviato all’Anac una relazione sullo stato dell’arte della rotazione in Regione. Correttamente, dopo aver ripercorso le principali tappe dell’iter amministrativo, ha reso noto come “alla data del 30 settembre 2019, nessun provvedimento di rotazione è stato adottato dalla Giunta regionale”. A questo punto rivela come nella seduta di Giunta di venerdì scorso, 27 settembre, l’organo politico “ha manifestato la volontà di differire il termine della programmata rotazione al 28 febbraio 2020”». Le motivazioni del posticipo sarebbero l’imminente scadenza elettorale e la necessità di chiudere correttamente le previsioni di spesa comunitaria al 31 dicembre 2019. «In estrema sintesi – osserva il sindacato Csa-Cisal –, la Responsabile pur chiedendo la modifica al termine di attuazione della rotazione prevista nel Piano triennale Anticorruzione fa ben rilevare come il differimento sia un fatto essenzialmente imputabile alle scelte della Giunta regionale».
IL POTENZIALE CONFLITTO D’INTERESSI Il sindacato aggiunge una postilla: «La Responsabile dell’Anticorruzione che fin qui ha cercato di svolgere al meglio il difficile compito, nonostante gli “assedi” di alti dirigenti della Cittadella (segretario generale, in primis), ha fatto sì la richiesta di spostare la rotazione all’Anac, ma comunque in situazione di potenziale conflitto d’interesse. Anche lei, in qualità di dirigente, è destinataria della procedura di rotazione. Chiedendo il rinvio all’Anac pur nelle vesti di Responsabile dell’Anticorruzione, è evidente che si tratta di un effetto che ricade indirettamente poi sulla stessa».
LA PROROGA DEI DIRIGENTI, CHE DIVENTANO “PRECARI” «In questa situazione tragicomica – aggiunge ancora il sindacato Csa-Cisal – non ci si può dimenticare che dal primo ottobre la stragrande maggioranza degli incarichi dei dirigenti di settore è scaduta. Pare che proprio oggi, mercoledì, la Giunta dovrebbe deliberare la proroga di un mese della reggenza. Dunque è andata a farsi benedire l’accordanza tanto decantata con il Piano triennale dell’Anticorruzione. Ricordiamo che grazie alla “genialata” del segretario generale la scadenza dei dirigenti di settore e la rotazione erano stati “incrociati” con la delibera di Giunta 391. Risultato: la rotazione è slittata e non si sa se l’Anac lo consentirà, la scadenza della reggenza dei dirigenti è spirata e in queste ore regna un sentimento di grande incertezza nell’attività amministrativa. I dirigenti sono sfiduciati dall’indifferenza e dalla superficialità con cui si è mossa l’amministrazione. Peraltro, con la proroga di un mese diventano “reggenti precari”. Un capolavoro di scarsa capacità di programmazione e di guidare (o far guidare impropriamente ad altri) la macchina burocratica».

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