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Crotone, Tersigni forse ucciso per una lite in carcere – VIDEO

Quattro persone sono finite in manette per l’omicidio avvenuto il 7 settembre scorso nel cuore del centro storico. Una di loro aveva condiviso la cella con la vittima. Il procuratore Capoccia e il …

Pubblicato il: 03/10/2019 – 13:32
Crotone, Tersigni forse ucciso per una lite in carcere – VIDEO

di Gaetano Megna
CROTONE
Hanno sparato con il proposito di uccidere. La ricostruzione fatta dagli investigatori della Squadra mobile di Crotone non lascia dubbi sulla volontà delle quattro persone arrestate oggi (un’altra era già in carcere) di uccidere il 36enne Giovanni Tersigni. L’omicidio si è consumato in piazza Berlingeri, nel cuore del centro storico di Crotone, la sera del 7 settembre scorso. La ricostruzione degli investigatori ha consentito di arrestare i cinque soggetti coinvolti nell’omicidio: Cosimo Berlingeri, 28 anni di Catanzaro, esecutore materiale del delitto, Francesco Oliverio, 29 anni di Crotone, mandante, Cosimo Damiano Passalacqua, 23 anni di Catanzaro, il bulgaro Dimitar Dimitrov Todarov, 22 anni, e il 36enne crotonese Paolo Cusato, che in un primo momento era stato accusato di avere premuto il grilletto della pistola 7,65 la sera del 7 settembre scorso.
Cusato è accusato di avere aiutato Berlingeri accompagnandolo sul luogo del delitto (zona Ferriata). La volontà di uccidere si evince dalla dinamica dei fatti: il primo colpo di pistola è stato esploso in aria, il secondo sulla vittima che, ferita, ha tentato di scappare e nascondersi dietro un’auto; il killer lo ha inseguito e gli ha esploso contro altri tre o quattro colpi. La precisione del numero dei colpi che hanno colpito Tersigni non c’è, perché ancora non è stata eseguita l’autopsia. Tassello dopo tassello gli uomini della Mobile di Crotone hanno ricostruito tutti i movimenti del “gruppo di fuoco”. La mattina Todorov è andato a Catanzaro con l’auto per prelevare Berlingieri e Passalacqua. Nell’auto c’erano anche Cusato e Oliverio. Arrivati in tarda mattinata a Crotone, si sono recati a casa di Oliverio, nel centro storico, dove hanno effettuato un “briefing”. Hanno stabilito nel dettaglio come procedere e si sono mossi in direzione di piazza Berlingeri, dove erano certi di trovare Tersigni, che aveva l’abitudine di stare seduto su alcuni gradini. Le registrazioni delle telecamere hanno consentito di vedere Berlingeri indossare i guanti di lattice, che sono stati poi trovati in una busta buttata su una casa di via Risorgimento, dopo l’esecuzione dell’omicidio e la fuga. I filmati in possesso degli investigatori hanno consentito di ricostruire, passo passo, ogni mossa fatta dall’uscita del gruppo dei cinque dalla casa di Oliverio, all’arrivo in piazza Berlingeri, alla fuga nelle stradine del centro storico dopo l’esplosione dei colpi di pistola, alla busta contenente l’arma, i guanti di lattice e un cappellino indossato dal killer e il ritorno in macchina a Catanzaro. A guidare l’auto, anche nel tragitto del ritorno, è stato il bulgaro nella cui casa è stato, successivamente, rivenuto un grosso quantitativo di droga (oltre un chilo di cocaina). Nel cellulare di Todorov sono state anche trovate foto della pistola usata per l’omicidio. Non è stato ancora stato messo a fuoco il movente, riconducibile probabilmente a dissidi tra Oliverio e Tersigni, che sono stati insieme in carcere dal 2011 al 2012. Per un mese hanno diviso la stessa cella. Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è che i due, durante quel periodo, abbiano avuto degli screzi. A Crotone si racconta che ci sia stato anche uno scontro fisico tra i due proprio mentre condividevano la stessa cella. Su questo però non c’è certezza. Come non c’è certezza nemmeno che l’omicidio, visti i precedenti degli arrestati, abbia qualche attinenza con lo spaccio della droga. Le persone arrestate sono accusate di avere in «concorso morale e materiale tra loro, con divisione dei ruoli, cagionato la morte di Tersigni». I particolari dell’operazione sono stati illustrati dal capo della Mobile di Crotone, Nicola Lerario, nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del procuratore di Crotone Giuseppe Capoccia e del questore Massimo Gambino. Il procuratore ha sottolineato la grande professionalità dimostrata dalle forze dell’ordine che operano nel Crotonese. «Tutti i grandi reati commessi nel Crotonese – ha detto Capoccia – sono stati risolti. Si può e si deve avere fiducia nell’opera della forze dell’ordine e della magistratura». Gambino ha evidenziato il ruolo avuto, in questa indagine, dai cittadini, che hanno collaborato fornendo testimonianze preziose. (redazione@corrierecal.it)
https://www.youtube.com/watch?v=4jWqzYwGye0&feature=youtu.be
 

Francesco Oliverio

Dimitar Todorov

Paolo Cusato

Cosimo Passalacqua

Cosimo Berlingeri

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