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Multiservizi, il «patto» di politici e imprenditori con i clan di Reggio

I dettagli dell’inchiesta “Mala gestio”, che ha portato 8 persone ai domiciliari e al sequestro di 5 milioni di euro. Il «piano strategico» per svuotare le casse della partecipata del Comune. Gli i…

Pubblicato il: 03/10/2019 – 11:51
Multiservizi, il «patto» di politici e imprenditori con i clan di Reggio

REGGIO CALABRIA La manutenzione della rete stradale cittadina, della rete idrica, dell’illuminazione, delle scuole e dei parchi dovevano essere assicurati dai milionari stanziamenti di fondi pubblici confluiti nella Multiservizi spa. Ma questi soldi, piuttosto che essere destinati ai servizi primari della collettività, grazie a un «patto scellerato con politici e imprenditori collusi e disonesti», sarebbe finito invece nelle tasche delle cosche reggine. Un vero e proprio «piano strategico», secondo la Dda di Reggio Calabria e la Guardia di finanza mirato ad accaparrarsi ingenti fondi pubblici «per far sì che la Multiservizi S.p.a. divenisse uno strumento funzionale al soddisfacimento degli interessi economici della ‘ndrangheta e di alcune famiglie di imprenditori ad essa legate». Un fiume di denaro, insomma, che, attraverso un meccanismo fraudolento, sarebbe finito a società facenti capo a famiglie legate stabilmente alle cosche reggine.
Così gli inquirenti riassumono gli esiti dell’inchiesta “Mala gestio” coordinata dalla Procura diretta da Giovanni Bombardieri e che oggi ha portato 8 persone ai domiciliari per la bancarotta della Multiservizi, società mista con capitale pubblico maggioritario il cui socio privato, detentore del 49% del capitale sociale, era la G.s.t. srl, in virtù di un’ordinanza emessa dal Gip Giovanna Sergi, su richiesta del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni, ed eseguita dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio. Ai domiciliari sono finiti: Pietro Cozzupoli (81 anni), Lauro Mamone (62), Giuseppe Rocco Giovanni “Pino” Rechichi (61). Antonino Rechichi (34), Giovanni Rechichi (34), Rosario Giovanni Rechichi (58), Michelangelo Maria Tibaldi (52), Michele Tibaldi (32). Le persone coinvolte nell’inchiesta sono in tutto 18, e tra gli indagati a piede libero c’è anche l’ex presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, coinvolto in qualità di ex sindaco di Reggio. Contestualmente è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza e contestuale richiesta di convalida nei confronti di Pietro Cozzupoli, Michelangelo Tibaldi, “Brick srl” e della “Ingg. Demetrio, Pietro e Domenico Cozzupoli srl” per un valore complessivo di oltre 5 milioni di euro.
«Non ci sono accuse di ‘ndrangheta al momento – ha spiegato il procuratore bombardieri – ma arriveranno perché questa attività verrà raccordata con le altre inchieste che hanno svelato la presenza dei clan nella Multiservizi»
IL MECCANISMO Le indagini condotte dal G.i.c.o. del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Reggio hanno consentito di accertare come le vicende fallimentari che hanno colpito le due società – dichiarate fallite tra il 2014 e il 2015 – fossero riconducibili «ad un ingegnoso meccanismo fraudolento che, messo a punto da coloro i quali ricoprivano contemporaneamente cariche sociali nelle due imprese fallite e in altre ditte a favore delle quali venivano svolte le distrazioni di risorse economiche, ha assicurato agli indagati l’accaparramento di ingenti somme di denaro che, liquidate dal Comune di Reggio Calabria (unico finanziatore della Multiservizi di cui deteneva la quota del 51 % del capitale sociale), prima venivano introitate nelle casse della G.s.t. s.r.l. e poi da queste confluivano nelle tasche dei singoli privati».
IL RUOLO DI SCOPELLITI Lo stesso giorno della costituzione della Multiservizi, nel 2004, «con la sottoscrizione di un incomprensibile patto parasociale – contrariamente a quanto previsto dall’appena stipulato atto costitutivo e pur essendo il Comune detentore del 51 % del capitale sociale della Multiservizi», l’allora sindaco Scopelliti secondo gli inquirenti «di fatto abdicava dal controllo della partecipata, assegnando in via esclusiva tutti i poteri di gestione al socio privato di minoranza G.s.t. S.r.l.». A spiegare cosa sia realmente successo sarebbero secondo la Procura le risultanze investigative dell’operazione “Mammasantissima”. In unna conversazione del 14 maggio 2002, l’avvocato Paolo Romeo, coinvolto in quell’inchiesta come presunto elemento di vertice della direzione strategica della ‘ndrangheta reggina, nel compiacersi per una possibile vittoria di Scopelliti fa riferimento all’appoggio elettorale dell’imprenditore Cozzupoli e di Giuseppe Rechichi («vince lo stesso – perché c’è Cozzupoli che deve incassare delle somme, che praticamente è in uno stato di bisogno attualmente» mentre «dall’altro c’è Pino che sta partecipando a queste gare per la esternalizzazione»), cioè proprio degli imprenditori che avrebbero poi assunto il controllo della partecipata.
CASSE SVUOTATE Nel 2007 la Multiservizi e la G.s.t. stipulano una convenzione ed un disciplinare per lo svolgimento delle prestazioni previste dal contratto di servizio con il Comune «consistente nella prestazione di generici servizi (studio dei dati e controllo di gestione; progettazioni ed elaborazione di manuali di sicurezza; sviluppo di procedure amministrative, gestionali, di sicurezza; auditing legale, etc.) che la G.s.t. poteva assumere e definire in modo del tutto autonomo ed il cui compenso era determinato a priori – a favore della citata G.s.t. – prescindendo del tutto dalla valutazione del costo dei servizi resi, come quota percentuale dei ricavi di Multiservizi». Un «utilissimo strumento fraudolentemente predisposto», secondo gli inquirenti, per «accaparrarsi ingentissimi e immeritati ricavi che avrebbero svuotato le casse di Multiservizi ai danni del Comune di Reggio Calabria e portato la società partecipata al fallimento». Tra il 2007 e il 2012, Multiservizi ha pagato alla G.s.t. un importo complessivo di 11,9 milioni di euro prevedendo in contabilità il pagamento di ulteriori 5,8 milioni.
GLI INTRECCI SOCIETARI E I LEGAMI CON I CLAN Giuseppe Rechichi, cui erano riconducibili le società G.s.t. S.r.l. e Rec.Im. S.r.l., e che nel 2008 era stato addirittura nominato direttore tecnico di Multiservizi, nell’ambito dell’indagine “Astrea” è stato ritenuto personaggio di vertice della cosca Tegano e destinatario nel 2011 di provvedimento restrittivo personale per associazione mafiosa. Nel medesimo contesto investigativo, Giovanni Tegano, Carmelo Barbaro e Rosario Giovanni Rechichi sono stati ritenuti responsabili – tra l’altro – di aver fittiziamente attribuito la titolarità della società Sica s.r.l. ai fratelli Antonino e Giovanni Rechichi mediante la partecipazione nella società Rec.Im s.r.l., che veniva successivamente sottoposta a confisca, unitamente alla Sica s.r.l., ma le imputazioni formulate nei confronti dei citati fratelli non hanno trovato riscontro in sede processuale. Secondo le risultanze d’indagine, la cosca “Tegano”, attraverso la famiglia Rechichi era quindi riuscita ad infiltrarsi e a controllare completamente il flusso di danaro che, dalle casse comunali, affluiva alla Multiservizi infiltrando un loro uomo fidato (Pino Rechichi) nel ruolo di direttore operativo con ampia capacità decisionale. Lo stesso Rechichi ha un ruolo anche nel procedimento denominato “Gotha”.
Lauro Mamone è ritenuto vicino alla cosca Libri secondo le risultanze dell’operazione “Rifiuti Spa 2”, nella quale è quale è stato accusato di partecipazione ad associazione di stampo mafioso, associazione a delinquere semplice, aggravata dal metodo mafioso e di truffa aggravata. Nel 2012 la Prefettura di Reggio Calabria, anche alla luce degli elementi emersi nell’ambito delle indagini sopra indicate, tenuto conto che la Rec.Im s.r.l. deteneva una parte rilevante del capitale di G.s.t. s.r.l., ha emesso un’interdittiva antimafia nei confronti della G.s.t. s.r.l.. a seguito della quale il Comune di Reggio Calabria ha deliberato lo scioglimento della Multiservizi, che è stata messa in liquidazione. Entrambe le società, tra il 2014 e il 2015, sono state dichiarate fallite.
https://www.youtube.com/watch?v=qXkyCZD-NEs&feature=youtu.be

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