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«Mia figlia bruciata viva e l'assassino fuori grazie a permessi premio»

Il padre della 16enne Fabiana Luzzi scrive al ministro della Giustizia e al presidente Mattarella. «Ci sentiamo distrutti, lo Stato non ci tutela»

Pubblicato il: 05/10/2019 – 12:04
«Mia figlia bruciata viva e l'assassino fuori grazie a permessi premio»

CORIGLIANO ROSSANO Mario Luzzi, il papà di Fabiana, la sedicenne accoltellata e bruciata viva dal fidanzato il 24 maggio del 2013 a Corigliano, ha scritto una lettera al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per protestare contro i permessi premio concessi all’assassino della figlia.
«A marzo 2016 in Cassazione – afferma il papà di Fabiana nella lettera che l’Ansa ha potuto leggere – l’assassino fu condannato a 18 anni e 7 mesi di reclusione, una pena ridicola in confronto alla gravità di quello che ha fatto. Sono venuto a conoscenza che quest’anno, già tre volte, ha ottenuto licenze premio. Tutto questo mette in discussione il significato della parola giustizia. Appena appresa la notizia è stato necessario recarci in ospedale per il forte trauma subito, sapendo di poter ritrovare l’assassino di nostra figlia nel nostro paese, dopo appena 3 anni dalla sentenza. Ci sentiamo distrutti e abbandonati da uno Stato che non ci tutela».
La lettera del padre di Fabiana Luzzi è stata scritta a tre anni dalla sentenza definitiva di condanna a 18 anni e sette mesi di reclusione, emessa dalla Corte di Cassazione nei confronti dell’omicida della sedicenne. «Le leggi dello Stato – scrive ancora Mario Luzzi – continuano a premiare gli assassini e distruggono ulteriormente le vittime».

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