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Pd, cresce l'intesa con i grillini. E con Oliverio è l’ora delle trattative

A Roma la linea sembra ormai decisa: anche in Calabria sì all’intesa tra dem e M5S. Intanto il governatore fiuta l’aria e lancia segnali di “apertura” al Nazzareno

Pubblicato il: 06/10/2019 – 0:09
Pd, cresce l'intesa con i grillini. E con Oliverio è l’ora delle trattative

CATANZARO «La Calabria è pienamente dentro uno scenario nazionale che ricomprende l’Umbria nel breve, l’Emilia Romagna nel medio, Campania e Puglia nel lungo periodo». Le impressioni dei big del Pd nei loro ritorni dai settimanali pellegrinaggi romani concordano su questo punto: i leader del Pd Zingaretti e il capo politico del Movimento 5 Stelle Di Maio hanno chiaramente espresso e trasmesso la volontà di riproporre l’alleanza governativa anche alle prossime Regionali. In Umbria è praticamente cosa fatta, nelle altre Regioni il percorso è avviato: certo, scogli, ostacoli, resistenze anche strenue sono all’ordine del giorno ma la linea romana è questa e nella prossima settimana, anche con riferimento alla Calabria, la costruzione dell’intesa incomincerà a registrare step concreti, con l’ulteriore sostegno poi degli altri alleati di governo, Articolo 1 e anche – a quanto risulta – “Italia Viva” di Renzi che non esclude discese in campo se il tempo (e la campagna acquisti in atto…) lo consentirà. La consegna sarà questa e sarà calata anche sui territori. I bene informati sostengono che l’interlocuzione romana, che si sta svolgendo ai massimi livelli, è già in fase estremamente avanzata, e incomincia a stringersi anche sui nomi del possibile candidato governatore unitario: tra questi nomi di “papabili” nelle ultime ore è dato in forte avanzata Giuseppe Gualtieri (leggi qui), stimatissimo e conosciutissimo superpoliziotto catanzarese che tra i suoi tantissimi i successi può vantare la cattura del boss mafioso Provenzano. Ovviamente, quello tra Pd e Movimento 5 Stelle, in generale, più che un abbraccio è ancora un approccio, perché naturalmente le incognite sono tante e il cammino è prevedibilmente condizionato da vicende di non facile gestione, a partire dalla Finanziaria per arrivare al test, al momento indecifrabile nell’esito e negli effetti, delle Regionali in Umbria. Ma al momento la Calabria e le altre Regioni chiamate al voto occupano il tavolo nazionale sul quale quotidianamente si cimentano le forze alleate del governo Conte 2.
Ovviamente, sui territori il clima è ben altro. Nel caso della Calabria comunque non mancano malumori e mal di pancia: in casa M5S il no all’intesa con il Pd per la Cittadella è consistente, ma tra gli stessi grillini c’è la consapevolezza che, se Di Maio dirà sì, le sue indicazioni passeranno senza nemmeno tanto fiatare.
In casa Pd a fare muro alla sola idea di un accordo con il M5S è l’area che vuole ricandidare il governatore uscente Mario Oliverio, un nome che non esiste minimamente – e a Oliverio è stato detto in tutte le salse, anche quelle più amare, dagli emissari della segreteria Zingaretti – nel caso di un accordo concluso tra pentastellati e dem. Ma nelle ultime ore, forse anche in considerazione di un vento nazionale che ormai spira contro in modo inarrestabile, fonti del Pd, sia di osservanza “oliveriana” sia di osservanza “zingarettiana”, riferiscono di trattative in corso tra il governatore e “colonnelli” del Nazareno finalizzate a stemperare lo scontro frontale in atto da alcune settimane.
Secondo i bene informati, in realtà, sarebbe stato Oliverio a muovere il primo passo per riallacciare un dialogo che sembrava impossibile solo una settimana fa, all’indomani della assemblea dei circoli democrat a Catanzaro. In quell’occasione Oliverio si è esibito in una buona “prova muscolare”, ma la risposta della segreteria nazionale non è stata quella che probabilmente il governatore si attendeva o auspicava: anzi, dal responsabile Mezzogiorno Oddati e dal commissario Graziano è partita una controffensiva che avrebbe messo nel mirino del pugno di ferro anche alcuni fedelissimi del governatore. Inoltre, un altro segnale è stata una dichiarazione congiunta di due consiglieri regionali vicini a Oliverio, Giuseppe Giudiceandrea e Michele Mirabello, che si sono posti in una sorta di “linea di mezzo”, quasi da “pontieri” e da “facilitatori” di una mediazione tra le due fazioni in lotta. Un ultimo segnale inoltre – sempre secondo fonti del Pd – è la “frenata” del governatore sulla data delle elezioni: già l’aver fatto scadere il termine delle primarie senza che accedesse alcunché sarebbe stato indicativo, adesso l’incertezza assoluta sul giorno del voto, che per la stragrande platea politica calabrese a questo punto è pronosticato addirittura a fine gennaio, sarebbe la prova di un “prendere tempo” che possa agevolare la ripresa del dialogo. A pesare parecchio poi, in questo contesto, è il fatto che il fronte pro-Oliverio si starebbe progressivamente restringendo, e questo – sempre secondo fonti accreditate del Pd – starebbe inducendo Oliverio a muovere qualche passo avanti in direzione Nazareno.
Perché un dato comunque resta certo, e cioè che Oliverio non sarà il candidato del Pd. Su questo la linea Oddati-Graziano (cioè, Zingaretti) è invalicabile, ma su altro qualche margine di ricomposizione è aperto, anche perché in ogni caso anche al Pd nazionale – è il ragionamento che si sente nei corridoi del Nazareno – converrebbe non disperdere il consenso che comunque Oliverio e i suoi possono contare. È questo, insomma, il quadro che si sta delineando in questo week-end: la partita a scacchi ovviamente continuerà, almeno fino al voto per l’Umbria o fino a clamorose novità che sono sempre dietro l’angolo. (antcant)

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