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Bonafede attiva gli ispettori sul caso dei permessi all'assassino di Fabiana

Il padre della 16enne accoltellata e bruciata viva a Corigliano si era rivolto al Guardasigilli e al presidente Mattarella. La risposta del ministro: «Chi ha subìto gravi ingiustizie deve sapere ch…

Pubblicato il: 07/10/2019 – 19:24
Bonafede attiva gli ispettori sul caso dei permessi all'assassino di Fabiana

Il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha incaricato l’ispettorato del Ministero della Giustizia di compiere le opportune verifiche sul caso dei permessi concessi a Davide Morrone, condannato per l’assassinio di Fabiana Luzzi, accoltellata e bruciata viva il 24 maggio del 2013 a Corigliano, in provincia di Cosenza. A Bonafede e al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una lettera, aveva lanciato un accorato appello il papà di Fabiana (potete leggerlo qui).
«Non posso entrare nel merito della valutazione del singolo caso del giudice di sorveglianza. Come sempre, quando ho notizia di una possibile anomalia attivo sempre l’ispettorato e l’ho fatto anche in questa occasione», ha detto il ministro a margine del Consiglio Giustizia a Lussemburgo. «Per me – ha aggiunto Bonafede – qualsiasi segnalazione dal territorio merita di essere approfondita. C’è la separazione dei poteri, ne sono perfettamente consapevole e sono rispettoso di un principio che è importante per la nostra democrazia, ma i cittadini, specie coloro che hanno subìto gravi ingiustizie, devono sapere che lo Stato gli è vicino ed è attento a tenere gli occhi sempre aperti su tutto quello che accade nella macchina della giustizia. I cittadini, specie coloro che hanno subìto gravi ingiustizie, devono sapere che lo Stato gli è vicino». «Io – ha detto ancora il ministro della Giustizia – cerco sempre di dimostrare totale vicinanza ai familiari delle vittime di reati violenti. In questo caso non posso che rispondere dicendo che c’è totale vicinanza e disponibilità all’incontro con questa famiglia, perché famiglie che subiscono perdite per reati così violenti ed efferati hanno diritto a sentire lo Stato al loro fianco».

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