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La prima di Italia Viva in Calabria «senza tromboni e soloni in prima fila»

Ad Aprigliano Davide Faraone battezza il partito di Renzi. Silvia Vono dopo aver lasciato i grillini: «Il M5s non è strutturato, lavorare con loro è impossibile». Magorno: «La mia è una scelta di l…

Pubblicato il: 07/10/2019 – 22:22
La prima di Italia Viva in Calabria «senza tromboni e soloni in prima fila»

di Michele Presta
COSENZA «Né soloni né tromboni». Al battesimo di Italia Viva in Calabria il “renziano” di ferro Davide Faraone si coccola la platea della sala consiliare del comune di Aprigliano. «Meglio un incontro come questo, dove si ascoltano i problemi delle persone, che i grandi incontri in pompa magna». Il capogruppo in Senato di Italia Viva prende la parola solo dopo una sfilza di amministratori. In molti annunciano in presa diretta la partecipazione alla prossima Leopolda, una premessa che sembra quasi dovuta visto l’elenco sciorinato sulle difficoltà di amministrare le piccole realtà comunali. «Esistiamo perché diciamo delle cose che sono impopolari – replica –. Ma abbiamo deciso di ascoltare la vostra voce perché noi abbiamo le idee ben chiare: dobbiamo coinvolgere chi conosce bene i territori». Faraone raccoglie i consensi di chi si rivede in lui. «Anche io sono stato consigliere comunale – aggiunge – non mi venite a raccontare degli Lsu-Lpu che li conosco bene. Anzi se dico che il reddito di cittadinanza è una misura che non condivido è perché ho paura di ritrovarmi da qui a qualche anno lavoratori che chiedono di essere stabilizzati». Faraoni pensa a Iv come il partito dei giovani. «E lo dico perché in Calabria più di ogni altra regione c’è bisogno di cambiamento. Alessandro Porco (il primo cittadino di Aprigliano, ndr) è un giovane sindaco, rappresenta al meglio il concetto del nostro partito. Noi lavoriamo con chi ha voglia di fare, non di comandare».
REGIONALI? PRUDENZA Nella città del brigante Ciccio Acciardi una fitta nebbia avvolge il municipio. Niente colpi di scena, o indicazioni. Tutto passa dal fine settimana fiorentino alla Leopolda. Mette le mani avanti il capogruppo in senato Faraoni: «Siamo ancora troppo giovani per organizzare una lista». E lo ribadisce anche Ernesto Magorno: «Aspettiamo indicazioni dalla Leopolda – spiega il senatore –, è logico che ci organizzeremo e affronteremo con fiducia ogni appuntamento in cui saremo chiamati al voto». Più decisa Silvia Vono. «Penso sia presto per parlare di liste alle elezioni regionali – dice l’ex pentastellata –. Noi dobbiamo fare molta attenzione a chi si propone a Italia Viva, dobbiamo ancora strutturarci».
LA MIA LIBERTÀ Allo stesso tavolo, Silvia Vono ed Ernesto Magorno; ad accomunarli: Matteo Renzi. L’ex presidente del consiglio e segretario dem per i gestanti di Italia Viva in Calabria è il punto di riferimento. Le indicazioni ufficiali arriveranno dalla Leopolda ma quelle personali sono sviscerate senza censura. C’è chi l’accusa di essere stata calata dall’alto e per questo pronta a lasciare il M5s, ma Silvia Vono rispedisce al mittente le accuse. «Io vengo dalla società civile – ha detto – sono stata scelta dal Movimento 5 stelle per portare un valore aggiunto visto che avevo lavorato bene sul territorio e avevo raggiunto degli obiettivi. Con loro però, non sono riuscita a lavorare nella mia terra per mancanza di organizzazione e tutta una serie di questioni che mi impedivano di essere facilitatore sia nei confronti del territorio che del governo. Parlano di poltrone, ma la poltrona è inutile se non manteniamo saldi i rapporti con le persone che ci hanno permesso di arrivare a Roma». Romantica invece la scelta di Ernesto Magorno. Lui dal 2012 è inseparabile da Matteo Renzi ma questo non gli impedisce di ritenersi libero. «Mai come in questo momento mi sento libero di fare le mie scelte – ha spiegato durante l’incontro –: ormai ho deciso, finita la mia esperienza da parlamentare mi ritirerò per dedicarmi alla mia famiglia, lo stesso farò quando terminerà il mio incarico da sindaco. Continuerò a coltivare la passione per la politica e a fare in modo che Italia Viva cresca sempre di più».
LE STOCCATE AL PD Manca Stefania Covello, giustificata dallo stesso Magorno in quanto impegnata con i comitati civici a Milano. C’è il consigliere comunale di Cosenza Bianca Rende. Diversi amministratori locali della valle del Savuto, alcuni sono venuti dalla Valle del Crati, altri come Leo Franco Rizzuti da Casali del Manco. Tra gli assenti, pubblicamente non giustificati, Antonio Palermo. Il sindaco di Mendicino ha annunciato il suo passaggio a Italia Viva lo stesso giorno del sindaco di Aprigliano Alessandro Porco e il padrone di casa (anche considerando il suo incarico di vicesegretario provinciale del Pd, ndr) ai democrat non le manda a dire. «La militanza nel Pd era diventata una prova intestina. Ormai era diventata una gara a chi la faceva più a sinistra – ha dichiarato il sindaco –. Sappiamo quello che abbiamo lasciato, ma dobbiamo essere consapevoli che non dobbiamo diventare una brutta copia del Partito Democratico, siamo un contenitore di idee e rivendichiamo con forza quello che ha fatto Renzi nei suoi mille giorni di governo. Sia chiaro, essere il Pd bis non deporebbe a nostro favore». All’incontro ha partecipato anche il presidente della provincia di Cosenza Franco Iacucci. «Sono del Pd, ma abbiamo fallito. Non siamo stati in grado di accogliere le tante anime che si erano avvicinate a noi. Sono stato dispiaciuto quando sono fuoriusciti Bersani e gli altri lo stesso sentimento ho provato con Renzi». Ammiccamenti di Iacucci per Italia Viva? «Assolutamente no, sono amico di Ernesto sia nel bene che nel male». (m.presta@corrierecal.it)
https://www.youtube.com/watch?v=xW9BoCvifew&feature=youtu.be

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