COSENZA Il Gup di Cosenza ha prosciolto Franco Muto, ritenuto il boss di Cetraro e soprannominato «il re del pesce», dall’accusa di avere acquistato due auto (da 26mila e da 18mila euro) senza comunicarlo al Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza essendo sottoposto alla misura della sorveglianza speciale. La vicenda è avvenuta nel 2016 e, alla luce dell’omessa comunicazione, la Procura di Cosenza aveva contestato il reato e proceduto al sequestro delle due auto. Il Tribunale della libertà di Cosenza, al quale la difesa si era rivolto, aveva confermato la misura, mentre la Cassazione aveva annullato il provvedimento del Tdl evidenziando come non ci fosse traccia della consapevolezza da parte di Franco Muto di dovere comunicare alla Polizia Tributaria le proprie variazioni patrimoniali per importi superiori a 10mila euro. «Tutto ciò – fa sapere il difensore di Muto, l’avvocato Luigi Gullo – perché, essendo stata la norma inserita nel 2011, si doveva dare prova che l’imputato fosse a conoscenza di questo obbligo; in mancanza di questa consapevolezza l’imputato deve essere assolto». La difesa «ha dimostrato – prosegue Gullo – come a Franco Muto, all’atto della sottoposizione alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, non era stata data questa comunicazione». Il Gup di Cosenza lo ha dunque assolto e disposto la restituzione dei beni sequestrati.
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