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Omicidio Vangeli, un anno dopo la madre di Francesco chiede ancora verità e giustizia

A Filandari una veglia di preghiera organizzata dall’Unità pastorale e da Libera. I presunti assassini, nipoti di un boss di Mileto, sono in carcere. Ma del corpo del 25enne ancora nessuna traccia….

Pubblicato il: 09/10/2019 – 12:39
Omicidio Vangeli, un anno dopo la madre di Francesco chiede ancora verità e giustizia

FILANDARI Ricorre oggi, mercoledì 9 ottobre, il primo anniversario della scomparsa di Francesco Vangeli, il 25enne di Scaliti (frazione di Filandari) sparito nel nulla e vittima di “lupara bianca”. Un anno dopo, il coordinamento provinciale Libera Vibo Valentia chiede che «venga fatta piena luce sui fatti che si sono verificati nella notte tra il 9 ed il 10 ottobre 2018. Pertanto – proseguono i componenti di Libera – chiediamo a chiunque sa di parlare per fornire elementi utili per il ritrovamento del corpo di Francesco Vangeli. Non vogliamo che il suo sia l’ennesimo caso di “lupara bianca” del nostro territorio. Un territorio dove donne e giovani scompaiono nel nulla per dare un segnale a tutti: non solo l’eliminazione fisica, ma anche quella morale, del ricordo, tramite l’occultamento del cadavere. Un ricordo che noi, invece, vogliamo mantenere vivo affinché casi del genere, finalmente, non si verifichino mai più». E sempre oggi, alle 20, in collaborazione con l’associazione di don Luigi Ciotti, l’Unità pastorale di Filandari, ha organizzato una veglia di preghiera nella chiesa di Maria Santissima del Potere nel paesino del vibonese.
IL DOLORE DELLA MADRE «Un anno di dolore – ha scritto su Facebook Elsa Tavella, madre di Francesco – tristezza, solitudine, rimpianti e tantissimi ricordi che ti opprimono la mente. E sì Francesco, è da un anno che non sento più la tua voce e non riesco a togliermi quel tuo sorriso, quegli occhi che brillavano di gioia. Un sorriso che, purtroppo, è durato poco, anzi: niente». Un ricordo commosso e doloroso che «nessuna mamma dovrebbe provare», misto alla speranza di poter almeno riavere il corpo del figlio: «Avrei sperato che, chi si è macchiato di questo delitto, mi restituisse quantomeno il corpo, ma sono così vigliacchi che non hanno il coraggio di fare una buona azione. La mia vita, da quel giorno, non è più la stessa e convivere con questo peso non è facile, ma non posso arrendermi, perché finché avrò respiro combatterò per te, finché giustizia non sarà fatta».
LA STORIA E LE INDAGINI A soli 25 anni, Francesco Vangeli è scomparso nella notte tra il 9 e il 10 ottobre scorso e – secondo la ricostruzione degli inquirenti – sarebbe stato attirato in una trappola dai suoi aguzzini, preso a fucilate e gettato ancora agonizzante nel fiume Mesima all’interno di un sacco di plastica, mentre la sua auto è stata data alle fiamme. Di lui non si hanno notizie da quel giorno. Perché “controllo del territorio”, in queste zone, può significare anche dover rinunciare alla libertà di amare. A monte della storia potrebbe infatti esserci una ragazza “contesa” tra Vangeli da un esponente di spicco di una ‘ndrina locale. La persona in questione sarebbe il 30enne Antonio Prostamo nei cui confronti, l’11 luglio scorso, i carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia hanno eseguito il fermo di indiziato di delitto. Nell’atto sarebbe stato aiutato dal fratello Giuseppe. Entrambi sono nipoti Nazzareno Prostamo, boss ergastolano e capo della cosca di San Giovanni di Mileto. Lo scorso 9 settembre, il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha rigettato la richiesta di mitigare la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti dei due fratelli. (fd)

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