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Nesci insiste: «Considerate la mia candidatura alla presidenza della Regione»

Alla vigilia della festa dei Cinque Stelle a Napoli la deputata lancia la sfida a Di Maio. «La mia proposta ai voti su Rousseau». E aggiunge: «Alle regole ci sono e ci sono state eccezioni»

Pubblicato il: 11/10/2019 – 22:25
Nesci insiste: «Considerate la mia candidatura alla presidenza della Regione»

di Alessia Candito
REGGIO CALABRIA I toni sono studiati, volutamente propositivi e quasi dimessi, ma quello lanciato da Dalila Nesci è innegabilmente un guanto di sfida. Alla vigilia della festa per i dieci anni del Movimento, la deputata pentastellata insiste sulla sua candidatura alla presidenza della Regione Calabria.
«HO FATTO IO L’OPPOSIZIONE» «Sento molto la responsabilità della visione politica e dei risultati da portare in quella regione» dice. E poi – lascia intendere – se lo merita. In una regione dove i pentastellati non hanno consiglieri regionali, sindaci e solo qualche consigliere comunale, l’unica opposizione «è stata quella che abbiamo fatto noi parlamentari da fuori. Io in particolare – rivendica – sono stata la spina nel fianco del presidente uscente del partito democratico, Mario Oliverio, ed anche dell’inesistente opposizione del centrodestra calabrese». Forse anche per questo poco le importa – pare – che le abbiano detto che la disponibilità manifestata non sia né utile, né gradita.
ORECCHIE DA MERCANTE Sorda agli inviti a desistere – più o meno perentori –arrivati da ministri, colleghi parlamentari calabresi e per vie più o meno traverse dai vertici del Movimento, lei insiste: «Penso che in maniera democratica e con un confronto leale e serio una forza politica debba prendere in considerazione anche questa mia proposta». Lo fa con un lungo messaggio facebook, lanciato alla vigilia di un appuntamento che appare quasi come una resa dei conti fra le diverse anime dei pentastellati.
IL GUANTO DI SFIDA E L’INCENDO DI NAPOLI A Napoli il clima rischia di non essere per nulla sereno. La corrente che si oppone al nuovo corso e alla collaborazione con il Pd sembra ormai strutturata, è ormai chiaramente riconoscibile e con i suoi leader più volte ha messo in discussione il capo politico Luigi Di Maio. E la sfida lanciata da Nesci rischia di convertirsi in benzina sul fuoco, perché è a lui che la deputata pentastellata si rivolge per chiedere come mai la sua autocandidatura venga presa in considerazione.
DECIDE DI MAIO Che le regole del Movimento non lo consentano non le basta come spiegazione. «Il nostro capo politico Di Maio – afferma – ha ritenuto di doverle modificare nell’occasione delle ultime votazioni su Rousseau, durante le quali abbiamo parlato di “mandato zero” per i consiglieri comunali, abbiamo parlato di aprire alle liste civiche nelle elezioni sul territorio, anche sul modello Umbria». E se lì – afferma – hanno senso e «la strategia di Luigi avrà evidentemente un obiettivo su quel territorio», la Calabria – lascia intendere – è un’altra cosa.
LE ECCEZIONI CI SONO STATE E CI SONO E poi – aggiunge – le eccezioni ci sono state in passato e ci sono anche oggi. Nel 2012-2013 – ricorda – «ero capolista in Calabria con deroga di Beppe Grillo perché non erano state fatte delle liste in grado di far eleggere portavoce». In più, ci sono esempi anche nella squadra di governo. «Credo vada fatto un giusto ragionamento politico anche sulla scorta di ciò che è stato fatto per Cancelleri. So che Cancelleri da viceministro ai Trasporti farà un buon lavoro, ma ricordo anche il suo ruolo nasce da una modifica della regola. Da una modifica – sottolinea – di un mandato in corso perché era vicepresidente dell’Ars siciliana ed è stato nominato viceministro». Per questo – torna a ripetere – «chiedo che venga discussa questa mia proposta». Si dice disposta anche a dimettersi immediatamente, qualora fosse «accettata dal capo politico e dagli iscritti della piattaforma Rousseau».
«NE VA DEL MOVIMENTO» L’evocazione della “sacra piattaforma” apre forse al passaggio più indigesto ai vertici dei pentastellati, perché chiama in causa i principi fondativi e a suo dire «rivoluzionari» del Movimento. E ad una minaccia più o meno velata «se il Movimento5Stelle rinuncia ad essere un’alternativa pulita, credibile sui territori, con difficoltà riusciremo ad essere forti nei confronti del nostro elettorato, che è assolutamente trasversale, quindi molto complicato da gestire e va capito». Ovviamente – sembra lasciar intendere – quell’alternativa è lei.
«I 5STELLE DOVRANNO CAMBIARE» L’appello è al capo politico ma Nesci, ormai veterana del Movimento, sa che c’è un dibattito in corso, che nodo del contendere è la bulimia di incarichi del capo politico e nella polemica ci entra – pur senza mai nominarlo – a gamba tesa. I Cinque stelle, afferma, sono una forza politica che «democraticamente alimenta il proprio dibattito interno, in attesa che un’organizzazione più strutturata sul territorio e a livello nazionale riesca a stratificare le decisioni e faccia sì che i nostri iscritti e i nostri attivisti possano democraticamente partecipare. In questi anni – lamenta oggi – abbiamo reso complicata la partecipazione attiva nel Movimento5Stelle perché non erano chiari i requisiti, i referenti e le strategie». Insomma, adesso Di Maio ha l’ultima parola sulla strategia, poi le cose dovranno cambiare. Nel frattempo, sostiene «credo che i territori si debbano autodeterminare».
DISPOSTA A DIMETTERSI Probabilmente spera che il territorio scelga lei o quanto meno ci spera, in ogni caso, dice, «ho fatto una proposta politica forse forte, forse inedita, criticabile in maniera legittima e vorrei che fosse presa in considerazione, in primo luogo dal capo politico perché è lui il responsabile della strategia, e poi sottoposta al voto degli iscritti. Se questa mia proposta dovesse essere credibile, pulita, limpida e in qualche modo in grado di aggregare liste civiche in maniera trasversale, aggregare le energie buone della Calabria, io sono a disposizione, sono disposta anche a dimettermi subito da parlamentare della Repubblica».
LA SOLUZIONE SONO IO La Calabria è una regione difficile, condizionata da ‘ndrangheta e massoneria deviata, ma – ammette – tocca «fare mea» culpa per il mancato sviluppo del Movimento sul territorio e «trovare dei rimedi. Soluzione proposta? «La mia proposta di candidatura vuole essere questo, vuole dare una speranza di rivoluzione permanente, che riesce a dialogare in maniera trasversale, democratica e non violenta, però credibile e limpida, altrimenti sarà difficile rilanciare il progetto culturale del Movimento5Stelle e significherà dire che in Calabria non è riuscito ad attecchire questo Movimento». Insomma, per Nesci la credibilità dei Cinque Stelle in Calabria passa dalla capacità di esprimere una propria candidatura e possibilmente la sua. (a.candito@corrierecal.it)

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