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Per lavorare tranquilli 5mila euro agli «amici di Vibo», nuovo arresto per estorsione

Dopo la denuncia di due imprenditori di Arena erano già finite in manette due persone

Pubblicato il: 11/10/2019 – 9:45
Per lavorare tranquilli 5mila euro agli «amici di Vibo», nuovo arresto per estorsione

VIBO VALENTIA I carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Serra San Bruno, supportati nella fase esecutiva dai militari del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia e della Sezione Radiomobile della Compagnia vibonese, hanno eseguito un provvedimento cautelare in carcere nei confronti di Domenico Franzone, 62enne, originario di Vibo. L’arresto è da inquadrarsi nell’ambito dell’operazione denominata “Mbasciata”, per il reato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le indagini hanno avuto inizio nel mese di febbraio 2018 quando due imprenditori edili, originari di Arena, hanno denunciato un tentativo di estorsione effettuato in più occasioni tra Vibo Valentia e Arena. Nella circostanza, i due imprenditori, fratelli tra di loro, hanno denunciato che mentre stavano eseguendo un lavoro per il ripristino delle condutture fognarie a Vibo, ottenuto mediante affidamento diretto, sono stati avvicinati in almeno 3 circostanze da Emilio Pisano, 50enne originario di Ariola di Gerocarne, e da Vincenzo Puntoriero, 65enne originario di Rosarno ma domiciliato a Vibo, entrambi già arrestati lo scorso 14 febbraio.
In un’altra circostanza uno dei titolari della ditta che doveva eseguire i lavori a Vibo era stato avvicinato, in una piazza del centro cittadino, tra gli altri, anche da Franzone. Inizialmente, non era stata emessa alcuna misura nei confronti di quest’ultimo ma, in seguito all’appello proposto dal pm della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, la Seconda Sezione Penale del Tribunale di Catanzaro aveva disposto l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti del 62enne. Contro questo provvedimento, il destinatario ha presentato ricorso presso la Corte di Cassazione che, però, si è pronunciata con l’inammissibilità dello stesso. I militari, quindi, nel pomeriggio di ieri, hanno eseguito subito la misura cautelare.

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