Riceviamo e pubblichiamo la replica del direttore generale del dipartimento Organizzazione e risorse umane della Regione, Bruno Zito, all’articolo “Regione, tutto da rifare all’Ufficio procedimenti disciplinari. «Zito sconfessa Zito»” relativo a un comunicato stampa del sindacato Csa Cisal.
“Zito sconfessa Zito”. Il titolo dell’articolo apparso sul Corriere della Calabria il 9 ottobre scorso è indubbiamente suggestivo (ricorda un po’ il “Kramer contro Kramer” di Dustin Hoffman), purtroppo anche il contenuto lo è. Nel senso che “suggestiona”, ma non chiarisce. La ricetta, del resto, è nota: un po’ d’ingredienti che nulla c’entrano tra di loro (rotazione e Upd), una battuta “piaciona”per dare quel pizzico di sapore in più (“il gemello diverso”), qualche domanda sospesa (“non vorremmo immaginare che….”, “chissà cosa deve essere cambiato nella mente di Zito…”) tanto per creare un atmosfera da spy story.
Una pietanza così preparata immagino sia gradita a palati forti, che amano il cibo purchè sia “piccante”. E forse gli ingredienti sono stati scelti proprio per “stuzzicare” questo tipo di “appetito”, ma un sindacato, a mio parere, dovrebbe però fare un pò di “educazione alimentare” a beneficio della salute dei lavoratori.
Raramente intervengo attraverso i mass media, perché ritengo che gli atti di un’Amministrazione debbano essere difesi nelle aule dei tribunali e nelle altre sedi istituzionali e non commentati sui giornali da chi li ha prodotti. Sinora, però, nessun atto a mia firma è stato impugnato dal sindacato Csa-Cisal .
Vorrei però cogliere l’occasione per fare alcune osservazioni sul “metodo” che, in questo caso, trascina con sé questioni di merito.
Gli interventi del sindacato, detto dai suoi rappresentanti, nascono spesso da segnalazioni da parte di terzi per cui il Csa-Cisal non può che “prenderne atto” ed attivarsi conseguenzialmente, facendosi “portavoce”di quanto venuto a conoscenza attraverso i mass media.
Ho l’impressione però, per non dire la certezza, che in questa sorta di “sportello di ascolto” spesso le segnalazioni siano accompagnate da “veline” contenenti commenti tecnici. Ho ragione di crederlo perché più di una volta mi è capitato di leggere negli articoli frasi o spezzoni di ragionamenti che avevo già sentito qualche giorno prima “girare” negli uffici regionali. Insomma, per riprendere la metafora cinematografica, una specie di “trailer” dell’articolo che verrà poi pubblicato. Sia ben chiaro, tutto quanto lecito anche se, talvolta, il Csa utilizza o pubblica atti riservati o addirittura ancora non formalizzati (al proposito colgo l’occasione per sollecitare la risposta del sindacato alla mia richiesta dell’8 maggio 2019 con cui chiedevo come fosse venuto in possesso di un atto interno, non ancora pervenuta).
Senonché, nel farsi mero tramite delle segnalazioni di cui sopra, si rischia di non dare un contributo intellettuale, utile anche all’Amministrazione per trarne eventualmente spunto per rivedere il proprio operato e, soprattutto, si rischia di agire su impulso. Ad esempio, nel rivedere la rassegna stampa degli ultimi mesi ho notato che il Csa, che in questo periodo è sempre stato sul “pezzo” (anticorruzione, rotazione, Ufficio procedimenti disciplinari), nulla ha commentato all’indomani della deliberazione di luglio scorso con cui l’Anac aveva pesantemente bacchettato la Regione proprio sulla rotazione e sull’Upd? Delle due, l’una: o la questione non era stata “segnalata” o il sindacato in quel caso si è “distratto”. Poi la vicenda si è conclusa con una pronuncia definitiva dell’Autorità anticorruzione che “assolve” il sottoscritto e i suoi dirigenti, ma il punto non è questo. E’, appunto, una questione di metodo.
Infine, giusto perché non si dica che ho glissato sulle osservazioni contenute nell’articolo, riporto di seguito sinteticamente quanto segue: 1) l’eventuale sorteggio cui si riferisce l’articolo non avrebbe cambiato la natura del mio provvedimento n.11301 del 18 settembre scorso, che sarebbe stato sempre assunto “d’ufficio” poiché non vi era stata una seconda manifestazione d’interesse; 2) le cause d’incompatibilità dei componenti dell’Upd si verificano di volta in volta rispetto al caso da esaminare e non al momento del conferimento dell’incarico; 3) nell’avviso interno non era prevista un’istanza per titolari ed una per supplenti, ma la partecipazione era indistinta e pertanto la dr.ssa Paviglianiti è stata individuata in maniera non difforme al bando; 4) Il Piano anticorruzione della Regione prevede che la rotazione si applichi in ragione delle funzioni svolte nei Settori di appartenenza dei dirigenti, l’Upd non è un Settore.
Bruno Zito
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