CATANZARO Riceviamo e pubblichiamo la contro-replica del sindacato Csa-Cisl alla risposta del direttore generale del dipartimento Organizzazione e risorse umane della Regione, Bruno Zito, all’articolo: Zito risponde al Csa Cisal:« La rotazione non si applica all’ Upd»
Abbiamo letto un Bruno Zito dai toni inediti. Abituati ad “apprezzarlo” solo nelle forme e nei contenuti burocratici legati inevitabilmente al ruolo che ricopre nell’Amministrazione regionale, ha fatto un certo effetto sentirlo parlare di cinema e di alimentazione. È un bene che ogni tanto riesca a svagarsi e siamo contenti se il sindacato Csa-Cisal gli abbia fornito questa opportunità. A patto che non dimentichi del tutto che è il direttore generale di “Organizzazione, Risorse Umane” della Regione Calabria. Perché nella sua replica al sindacato gli è forse passato di mente. Ha girato un lungometraggio senza rispondere al perché “Zito aveva smentito Zito”. Infatti, non abbiamo proprio colto dove e come abbia giustificato che in una nota del 2 ottobre, firmata Bruno Zito, abbia difeso la legittimità della sua precedente designazione d’ufficio dei componenti dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari (UPD), ma dopo appena due giorni, il 4 ottobre, abbia revocato con decreto, firmato Bruno Zito, l’assegnazione degli incarichi e abbia bandito una nuova manifestazione di interesse. Caro direttore generale, ha “bucato” proprio la scena principale del film. È come vedere Titanic senza l’urto con l’iceberg. Non c’è bisogno di alcuna impugnativa davanti al giudice, come dice lei. Zito stesso era pronto a difendere fino in tribunale (nota 2 ottobre) la designazione d’ufficio dell’UPD e poi l’ha comunque revocata. Quindi dovremmo aggiornare il titolo come segue: “Zito sconfessa Zito e giudica Zito nella Repubblica di Zito”. Ribadiamo un concetto: se era così sicuro della legittimità del provvedimento perché lo ha revocato? Perché ha scritto in quei termini il 2 ottobre se già sapeva bene che era stato approvato un nuovo disciplinare nella seduta di Giunta del 27 settembre? Forse non si ricordava di aver predisposto un atto votato dalla Giunta? Chi li redige davvero le delibere del dipartimento Personale? Soffre di doppia personalità? Chiudendo con la questione dell’Ufficio Procedimenti Disciplinari perché, come vede, caro direttore generale noi guardiamo subito al merito delle questioni e poi ai contorni, il sindacato Csa-Cisal non ha mai detto che è un “settore” a cui si applica la rotazione. Abbiamo fatto notare che è un organo, dove ci sono componenti presenti da parecchi anni e visto che si occupano – quasi da “giudici” – delle condotte dei dipendenti regionali e li possono finanche sanzionare è indubbiamente un ufficio ad alto rischio. Logica e un pizzico di buon senso imporrebbero di far ruotare i membri. Ora passiamo a tutto il resto, precisando che non è nostra intenzione condurre guerre di religione (o personali) con nessuno. Ma ogni tanto un confronto pubblico può comunque aiutare tutti a migliorare, e ne approfittiamo. Anzitutto, ringraziamo il dg per il complimento di ritenere il sindacato Csa-Cisal sempre “sul pezzo”, lo informiamo però che ha avuto una rassegna stampa con qualche lacuna. Come tutti sanno, intervenendo sull’Anac e sulla rotazione, abbiamo sempre dato conto di tutti i documenti: sia della delibera di luglio in cui la Regione veniva bacchettata e sia della più recente che in qualche misura lo riguarda direttamente (non del gemello diverso Bruno Zito). Siamo stati così attenti alla delibera di luglio che ogni volta, nei nostri precedenti interventi, ne abbiamo riproposto la parte del dispositivo in cui l’Anac intimava la Regione a coinvolgere di più la Responsabile dell’Anticorruzione. E, se avrà letto per intero la rassegna stampa, avrà visto come per tempo il sindacato aveva ammonito l’amministrazione a non isolare, a non “snobbare” la Responsabile rispetto alle decisioni in tema di Piano triennale dell’Anticorruzione, soprattutto sulle determinazioni del Comitato di Direzione (di cui anche lei è membro). A proposito di educazione alimentare, forse non è che ha avuto un’indigestione con gli snack offerti durante i viaggi per la “missione” a Roma, a fianco dell’assessore al Personale, poi andata a vuoto di qualche settimana fa e pagata dai contribuenti calabresi? Zito all’Anac non è stato nemmeno ricevuto, in compenso avranno letto le note del Csa-Cisal, se è vero come è vero che proprio questo concetto scritto dal sindacato è stato riproposto, quasi testualmente, nell’ultima delibera dell’Anac. Già questa è una piccola dimostrazione di come nel metodo abbiamo sempre agito con la bussola della legalità e della trasparenza e nel merito ci abbiamo pure preso. Aggiungiamo che senza il contributo del sindacato molti aspetti cruciali della “vita” amministrativa della Regione sarebbero rimasti sottaciuti e magari, nel nostro piccolo, abbiamo pure evitato di rendere meno grandi gli strafalcioni partoriti dall’organo politico e da alcuni dipartimenti regionali. Non è nell’interesse di ente pubblico conoscere gli atti amministrativi? Non è nell’interesse dei dirigenti (che sono lavoratori) e tutti gli altri dipendenti se un processo delicato come la rotazione viene effettuato con tutti i crismi e nella piena regolarità? Se il sindacato Csa-Cisal è bravo a stare sul pezzo, come dice, non è poi certo un suo demerito. E vogliamo tranquillizzare Zito, i commenti “tecnici” agli atti sono frutto di studio e approfondimento autonomo poiché come ha visto siamo in grado di variare a 360 gradi sui temi della Regione. E quando parla di persone negli uffici della Cittadella che danno informazioni al sindacato, quale colpa ci sarebbe se prestiamo ascolto per comprendere meglio le tematiche di rilevanza pubblica? E soprattutto, a differenza di altri, questo sindacato ha la forza di parlare sempre con atti e documenti in mano. Non con gli spifferi nei corridoi. Non ci interessano le “guerre” interne fra le alte sfere della Cittadella: ci interessa soltanto che si adottino provvedimenti amministrativi regolari e che perseguano l’interesse pubblico. A proposito di trasparenza, se ritiene che la relazione conclusiva dell’ispezione del Mef, arrivata in Regione a fine aprile, sia da considerarsi un atto riservato allora dobbiamo capirci. Da quando in qua provvedimenti in cui si contesta l’utilizzo di risorse pubbliche e l’impiego di determinate procedure in un ente pubblico può essere ritenuto un atto d’ufficio, o come sostiene: “riservato”. Come sindacato, viste le possibili ricadute sui lavoratori, abbiamo tutto il diritto, anzi il dovere di informarli. Ricordiamo, peraltro, che i documenti precedenti, legati all’ispezione, sono pubblici nel vecchio portale istituzionale della Regione, così come dovrebbe esserlo quest’ultimo documento conclusivo che chiude il cerchio sulla faccenda. Se poi preferisce “prestarsi” ai mal di pancia di qualche sigla che viaggia al rallentatore e si infastidisce per il buon operato del sindacato Csa-Cisal, allora chi fa da “sportello di ascolto”? A proposito, le proponiamo un accordo: noi confessiamo come siamo entrati in possesso della relazione conclusiva dell’ispezione del Mef a patto che il dg Bruno Zito ci riveli che fine ha fatto il procedimento disciplinare nei confronti del dirigente della Segreteria di Giunta che peraltro era stato attivato su segnalazione dell’assessore al Personale e di cui doveva averne cura. È d’accordo? Infine, cominciamo a segnalare una recente variazione del piano assunzionale decisa dalla Giunta che non sappiamo se sia stata effettivamente istruita dagli uffici. Un ultimo consiglio: nella prossima replica si occupi di meno cinema e popcorn e utilizzi più fatti e documenti.
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