ROMA I deputati Antonio Viscomi, Elena Carnevali e Paolo Siani, hanno fatto recapitare sul tavolo del Ministro della Sanità una interrogazione a risposta circa la situazioni del servizio sanitario regionale calabrese. I tre membri del Partito Democratico, nell’interpellare Roberto Speranza, hanno evitato le premesse di una sanità calabra ormai allo sbando per arrivare dritti al punto: la carenza di organico. «Cosa intende fare, nell’immediato, per assicurare una provvista di personale tale da assicurare il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza attualmente raggiunti, anche tenendo conto della opportunità di ridefinire un quadro normativo idoneo al rinnovo dei contratti a termine già in atto?» chiedono a fine della missiva. Le premesse sono tutte contenute nei numeri. «Nell’ambito della rete regionale un ruolo di primo piano è svolto dalla struttura operativa complessa di medicina d’urgenza ed accettazione dell’azienda ospedaliera Pugliese- Ciaccio di Catanzaro, ruolo che trova immediata conferma nei 56.000 accessi registrati nel 2018 con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente – è scritto nell’interrogazione -. Tale impegnativa e preziosa attività è assicurata, allo stato attuale, anche grazie all’apporto collaborativo del personale assunto con contratto a termine: 7 Medici su un totale di 22 (che peraltro rappresentano, nel loro complesso, solo il 38% del personale medico necessario con un fabbisogno che, calcolato in base agli standard nazionali, sarebbe invece di circa 32 unità); 19 Infermieri professionali su un totale di 53; 3 operatori socio sanitari con contratto a tempo determinato su un totale di 26». Viscomi, insieme agli altri due colleghi, evidenzia come sussistono seri problemi per assicurare una provvista di personale adeguata e che: « Le assunzioni a tempo indeterminato preannunciate dal commissario Saverio Cotticelli, non sono di per sé sufficienti ad assicurare il mantenimento della provvista attuale di personale, essa stessa già carente rispetto ai fabbisogni necessari per assicurare adeguati livelli di assistenza». Tutto questo ha delle conseguenze, negative s’intende. «Tanto per fare un esempio, perderemo personale addetto al triage che ha già ottenuto attraverso apposito corso formativo le competenze necessarie e che determinerà grosse difficoltà per lo svolgimento di una funzione che deve essere garantita in modo continuativo nelle 24 ore». Ma anche i deficit dell’attività strutturata
Altre conseguenze negative si riverseranno sull’attività strutturata di osservazione breve intensiva che: «Dal suo potenziamento avvenuto alla fine del 2018, ha portato ad una migliore stratificazione dei pazienti con una riduzione dei ricoveri impropri. Si determinerà la chiusura dell’attività in Medicina d’Urgenza che nel 2018 ha effettuato 897 ricoveri con un incremento del 15% rispetto al 2017 con 12 posti letto (peraltro già penalizzata rispetto agli altri Ospedali HUB della regione dotati di 20 posti letto); il reparto di Rianimazione ha in organico 5 infermieri e 3 medici a tempo determinato, il blocco Operatorio ha 4 infermieri a tempo determinato, l’UTIC-Cardiologia ha 3 infermieri e 2 medici che se non confermati porteranno ad una riduzione dei posti letto in Cardiologia ed Unità intensiva cardiologica oltre dell’attività sia di emodinamica che di elettrofisiologia, punti di riferimento per la Calabria. È evidente che la carenza del personale del Dipartimento di Emergenza è un problema istituzionale che va ben oltre gli ambiti strutturali e funzionali dell’area dell’emergenza».
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