«Zingaretti ripete sempre che le scelte vanno fatte nei territori, allora perché accanirsi continuamente sul Pd e sul centrosinistra calabresi?». Lo afferma il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Aieta, presidente della commissione Bilancio a palazzo Campanella, in un video messaggio sul suo profilo facebook. «Sono un garantista e – esordisce Aieta – mi sono antipatici i politici che utilizzano il garantismo a seconda delle convenienze, come sta facendo anche Salvini. Ma non voglio parlare del centrodestra. Capita anche al mio partito. Io non voglio avere un partito che si fa utilizzare come un carciofo. Stamattina c’è un bell’editoriale di Stefano Folli su “Repubblica” sulla tattica del carciofo del Pd, per il quale Pd e M5S procedono come con i carciofi, una foglia alla volta. Il Pd si sta adagiando su una posizione giustizialista e massimalista che non va bene, perché a mio avviso i principi cardine del Pd e della sanità sono il riformismo e il garantismo. Questa tattica del carciofo – prosegue il consigliere regionale del Pd – è imbarazzante, perché ci diranno da qui a qualche tempo che per il Pd va bene anche la Raggi, che invece è stata un disastro. Io dal primo momento, dal post elezioni, ho sostenuto l’accordo Pd-M5S per arginare la deriva della destra sovranista, ma nei territori è cosa diversa. E infatti in tutte le Regioni, come in Calabria, soprattutto in Calabria, c’è un ribaltamento di don Rodrigo: questo matrimonio lo vogliono fare a tutti i costi, vogliono fare un accordo che nessuno vuole, non lo vuole la base del M5S, non lo vuole la base del Pd. Un accordo di questo tipo ha bisogno di rodaggio e non di una fusione a freddo, concepita addirittura in un ristorante. Non sono accettabili diktat. E giustamente i parlamentari calabresi M5S avversano questo possibile accordo». Nel videomessaggio Aieta poi osserva: «Al Pd chiedo se si può recuperare un tavolo nel quale discutere di quel che resta del centrosinistra, nel quale discutere su un programma, nel quale verificare la possibilità di fare primarie nostre, non quelle pagate dalla regione e contrapporre al candidato che già c’è, Mario Oliverio, un’altra figura E’ possibile convocare un’assemblea di ciò che sarà della Calabria? O invece i calabresi ancora una volta devono subire scelte fatte da altri. Zingaretti ripete sempre che le scelte vanno fatte nei territori, allora perché accanirsi continuamente sul Pd e sul centrosinistra calabresi? Noi vogliamo palare di come nel 2014 c’erano solo 8 voli internazionali dalla Calabria e oggi sono 50, o della spesa comunitaria che vede la Calabria tra le Regioni più virtuose. Voglio parlare di un’azione di governo che ci ha avuto protagonisti e che non si può cancellare d’un tratto. E ai miei colleghi che stanno manifestando una posizione diversa – conclude Aieta – voglio chiedere come faranno, andando in giro per la Calabria, a giustificare la non ricandidatura del governatore uscente dicendo di aver ben governato».
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