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Reati ambientali, sequestrati due stabilimenti a Lamezia

Nel mirino dei militari dell’Arma un’azienda che produceva pellet per stufe e una ditta attiva nel settore dello smaltimento di rifiuti speciali

Pubblicato il: 14/10/2019 – 15:33
Reati ambientali, sequestrati due stabilimenti a Lamezia

CATANZARO Doppia azione a tutela dell’ambiente per l’Arma catanzarese. I carabinieri del Noe di Catanzaro, insieme ai colleghi di Lamezia Terme, hanno sequestrato uno stabilimento per la produzione di pellet. I militari dell’arma, sotto la direzione della Procura della Repubblica del capoluogo, hanno constatato che l’azienda violava le norme in merito alle emissioni e allo scarico dei rifiuti industriali.
Nel corso del sopralluogo, sul retro dello stabilimento, i Carabinieri hanno anche ritrovato rifiuti speciali (materiale di risulta originato dalla demolizione di manufatti edili), e contestato dunque anche anche il reato di gestione illecita di rifiuti.
Una situazione che ha condotto al sequestro dello stabilimento, per un valore complessivo che si aggira attorno ai 100mila euro. Inoltre, è stato denunciato in stato di libertà l’amministratore unico della società, per aver violato la normativa in materia ambientale.
Nel corso di un controllo in un’altra ditta, attiva nel settore della gestione dei rifiuti speciali non pericolosi, i militari del Noe di Catanzaro hanno, invece, contestato la gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi.
Anche in quest’ultima attività è stato sottoposto a sequestro un capannone industriale della superficie complessiva di mille metri quadri, per un valore complessivo di 150.000 Euro, «poiché – spiega una nota del comando – tale gestione illecita dei rifiuti aveva generato una condizione di potenziale pericolo per l’ambiente, nonché per la salute pubblica, in quanto la semplice combustione di una quantità così elevata di materiale accumulato avrebbe potuto provocare un palese danno ambientale e reale pericolo di carattere sanitario, trattandosi di un capannone industriale totalmente saturo di rifiuti, tanto da renderne difficoltoso l’accesso al suo interno».
Al termine degli accertamenti sono stati denunciati in stato di libertà l’amministratore unico e il direttore tecnico.

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