Ultimo aggiornamento alle 22:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 3 minuti
Cambia colore:
 

Dalla processione ai lavori della Trasversale, così i clan dominavano le Preserre

Secondo i magistrati della Dda di Catanzaro i ritardi nei lavori sull’eterna incompiuta sono stati «fonte di arricchimento per le cosche». Il boss di Torre portava la statua della Madonna. Il “picc…

Pubblicato il: 14/10/2019 – 14:59
Dalla processione ai lavori della Trasversale, così i clan dominavano le Preserre

CATANZARO Una cosca invasiva e potente con un controllo vorace su un territorio sottomesso. Sono gli Iozzo-Chiefari a controllare le Preserre Catanzaresi tra Chiaravalle e Torre di Ruggiero. Legati ai Gallace di Guardavalle, monopolizzano lo spaccio di droga, le estorsioni, hanno ingerenze sugli appalti pubblici, in particolare su quelli riguardanti la famigerata “Trasversale delle Serre”, la strada che dovrebbe collegare le due coste – dal Tirreno vibonese allo Jonio catanzarese – ormai diventata un emblema delle incompiute calabresi.
Iozzo-Chiefari, il cane demoniaco a due teste che divora un territorio, così lo hanno inteso i magistrati della Dda di Catanzaro e i carabinieri che lunedì hanno dato esecuzione all’operazione “Orthrus” (qui i nomi dei 17 arrestati).
«Il prolungarsi dei lavori sulla Trasversale delle Serre è stato fonte di arricchimento per le cosche», ha detto il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla. Tre anni di attività di indagine, ha spiegato il colonello Giuseppe Carubia (comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro), racchiusi in 90 capi di imputazione che passano dal traffico di droga, all’estorsione, al concorso esterno in associazione mafiosa fino al duplice omicidio.
La famiglia Chiefari a Torre di Ruggero durante la processione portava la statua della Madonna delle Grazie. In prima fila, in un video girato dai militari dell’arma alle celebrazioni del 9 settembre 2017, c’era proprio il capomafia. Nella disponibilità di un esponente degli Iozzo è stato trovato anche un intero arsenale: kalashnikov, pistole, silenziatori, fucili e munizioni.
«La cosca possedeva – ha detto il procuratore capo Nicola Gratteri – armi da sparo e da guerra. Una vera e propria forza militare». Dalle intercettazioni emerge che un “picciotto” cresciuto in seno al clan Iozzo ha ricevuto la prima pistola a 16 anni e il primo mitra a 24 anni. L’inchiesta fa luce anche su un duplice omicidio avvenuto dieci anni fa: Giulio Cortese e la convivente Inna Abramova vennero uccisi a Chiaravalle Centrale il 27 aprile 2009. Un delitto compiuto alle 8,15 del mattino vicino a una scuola materna. E questa è la misura dell’aggressività della consorteria.
A portare a compimento l’indagine, firmata anche dal sostituto procuratore Debora Rizza, i carabinieri del comando provinciale di Catanzaro, guidato dal colonello Antonio Montanaro, della compagnia di Soverato, con il supporto dello Squadrone Eliportato carabinieri cacciatori, dell’unità cinofila e di un elicottero dell’8° Nucleo Elicotteri, e delle stazioni di Guardavalle, Torre di Ruggero e Cardinale. Diciotto le persone arrestate, 29 gli indagati in tutto, compreso l’ex sindaco di Torre di Ruggero, Pino Pitaro, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. L’appello del procuratore aggiunto Vincenzo Luberto è che la cittadinanza si senta «rassicurata» perché l’azione di contrasto alla criminalità c’è e non si arresta. (ale.tru)

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x