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Corap, Cuzzupi (Ugl): «Continui a svolgere un ruolo vitale ma con un'altra forma»

Per la sindacalista, all’ente “va restituita la capacità di fungere da volano” per l’economia calabrese

Pubblicato il: 15/10/2019 – 15:57
Corap, Cuzzupi (Ugl): «Continui a svolgere un ruolo vitale ma con un'altra forma»

REGGIO CALABRIA «La vicenda del Corap, il Consorzio Regionale per lo sviluppo delle Attività Produttive, e la grande concitazione con la quale si è discusso attorno ad esso in questo ultimo periodo, soprattutto sui vari organi di stampa, esige da parte di Ugl una presa di posizione netta, in difesa di tutti i 96 dipendenti dell’Ente e dell’importanza dell’attività da essi svolta». Ecco quanto si legge in una nota diffusa dal segretario generale di Ugl Ornella Cuzzupi.
Un ente con un patrimonio così ampio, scrive ancora la sindacalista, deve continuare «con i dovuti accorgimenti e sotto un’altra forma, a svolgere un ruolo vitale per l’economia calabrese».
«Le Asi delle cinque province calabresi, poi confluite nell’odierno Corap – prosegue Cuzzupi – nascono ai tempi della Cassa del Mezzogiorno, con una capacità produttiva che gli consentiva di operare su tutti i territori, in coerenza con le direttrici di uno stato centrale e in un arco temporale in cui l’idea di sviluppo era fondata sulle grandi aziende e con un’economia frutto di un contesto certamente più favorevole rispetto all’attuale stato nazionale e regionale. Oggi il Corap paga anche il prezzo di una mancanza di visione di lungo periodo che avrebbe consentito di adeguare funzioni e missione con le nuove condizioni economiche. In oltre mezzo secolo sono cambiate le politiche di investimento e quelle di produzione in ambiti industriali, e nonostante ciò la classe dirigente del Paese, nazionale e regionale, ha agito come se il tempo non fosse mai passato».
«Il nuovo assetto delle ex Asi – scrive ancora la sindacalista – timidamente tratteggiato nella legge regionale 24/2013, doveva rispondere all’esigenza primaria di adattare il nuovo soggetto alle moderne logiche di sviluppo. Purtroppo così non è stato. Si possono analizzare in mille modi i motivi e le cause di tale insuccesso e, tuttavia, alla luce delle odierne difficoltà in cui versa l’Ente e il sistema produttivo calabrese, si deve prendere atto che tale processo di riordino è stato oggettivamente fallimentare. Pensando al personale, qualificato in anni e anni di lavoro, ai quindici agglomerati di cui dispone l’Ente, alle centinaia di aziende operanti su di essi e alle connesse infrastrutture, al patrimonio valutato in oltre un miliardo di euro, si ritiene folle ipotizzare una chiusura sic et simpliciter di un ente al quale, invece, va restituita la capacità di fungere da “volano” per l’economia calabrese, non solo realizzando infrastrutture adeguate per facilitare l’insediamento di aziende produttive, ma anche accompagnando e stimolando lo sviluppo delle imprese, offrendo soprattutto nuovi servizi e nuove opportunità al territorio in cui esse operano, coinvolgendo imprenditori ed operatori nel campo dello sviluppo economico nelle decisioni relative alle politiche da applicare al tessuto produttivo calabrese. In quest’ottica, l’istituzione di un’Agenzia regionale su base territoriale, oggetto di una delle proposte di legge presentate per la soluzione della vicenda, sembra il percorso dotato di una maggiore “visione” sugli interventi necessari al panorama produttivo regionale, certamente più concreto e realistico di un trasferimento tout court di funzioni e patrimonio ad altri soggetti esistenti, impreparati a questa evenienza e probabilmente inadeguati alla mission, oppure ad una ricapitalizzazione dell’Ente che, a prescindere dalla reale situazione finanziaria e del livello di insolvenza, comunque non elimina le criticità strutturali nel funzionamento del Corap che ne hanno decretato l’inefficacia rispetto ad un significativo incentivo di sviluppo per il tessuto produttivo calabrese, almeno fino ad oggi».
L’Ugl – conclude Cuzzupi – «nel rappresentare il momento delicato in cui versano i lavoratori del Corap, è cosciente che la capacità di azione di un Ente pubblico votato allo sviluppo delle attività produttive passi innanzitutto dalla rimozione delle cause che hanno fin qui condizionato il lavoro dei 96 dipendenti e quella delle aziende insediate nelle 15 realtà industriali. Per tutto questo, nel momento in cui il Consiglio regionale e il suo Presidente, il Governatore e la Giunta regionale, a breve si determineranno sulla vicenda Corap, l’Ugl rivolge loro un appello all’unità di intenti con la consapevolezza che le istituzioni di questa Regione, da qualsiasi forza politica guidate o rappresentate, non vorranno tradire il principio che ha ispirato l’esordio dell’art. 1 della nostra Costituzione e non rinunceranno all’idea che anche in Calabria possano convivere lavoro e sviluppo».

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