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Sos Sanità: «I debiti dell’Asp di Reggio frenano l’uscita dal commissariamento»

Santo Gioffrè è intervenuto nel corso di un incontro a Cosenza. «I sistemi economici delle Asp calabresi non esistono». L’allarme di Guccione: «Mi giungono voci del possibile arrivo di una commiss…

Pubblicato il: 17/10/2019 – 22:28
Sos Sanità: «I debiti dell’Asp di Reggio frenano l’uscita dal commissariamento»

di Michele Presta
COSENZA
È una sanità da codice rosso quella di cui parla l’ex direttore dell’Asp di Reggio Calabria, Santo Gioffrè. Un paziente con una cartella clinica da incubo e che negli anni è finito sotto le cure dei peggiori medici. Non c’è scappo a meno fino a quando qualcuno non metterà seriamente mano al buco nero generato dall’azienda sanitaria dello stretto. «La Calabria non uscirà mai dal piano di rientro perché non si sa quanti debiti abbia l’Asp di Reggio Calabria».
Della ricostruzioni delle poste di bilancio Gioffrè ne aveva fatto la sua ragione di vita. «Poi venni cacciato con un escamotage che hanno fatto valere solo per me – aggiunge l’ex manager -. Avevo capito quale fosse il problema e si tratta di una cosa tutt’ora irrisolta. Io stesso mi sono trovato in pagamenti effettuati dal tesoriere e mai comunicati per poter scalare il monte debiti». Che cosa significa? Che una fattura veniva pagata più volte. «Gli organi statali e regionali che avevano il dovere di controllare non hanno agito. Il commissariamento è stata una macelleria sociale, in una sola notte chiudere 33 ospedali non dovrebbe essere permesso in un paese che si professa civile». Per l’ex direttore quello di Reggio Calabria è il caso limite ma anche il sistema delle altre Asp calabresi non è da meno. «Se i conti non venivano normalizzati nel sistema rimanevano sempre i debiti – dice Gioffrè -. Di questa situazione ne hanno approfittato i furbi che si sono introdotti nel sistema depredandolo di ogni risorsa».
GLI SPETTI SULL’ASP DI COSENZA La sanità in Calabria è stata foriera per imprenditori e liberi professionisti. Il male più grande, in una terra che ha sempre avuto bisogno di cure. Anno dopo anno aumentano i calabresi costretti ad imbarcarsi nei viaggi della speranza e lasciarsi alle spalle strutture spesso fatiscenti o in affanno di personale. Nell’incontro “Sos Sanità” organizzato da Carlo Guccione il consigliere regionale anticipa delle indiscrezioni di cui è venuto a conoscenza. «Sull’Asp di Cosenza c’è la possibilità che siano state avviate le procedure per la commissione d’accesso. Evidentemente ci sono delle cose gravi». Gli uffici di Viale degli Alimena rischierebbero dunque la stessa sorte di quanto successo a Catanzaro e Reggio Calabria.
«Gli affari ’ndranghetistici con la sanità non sono una cosa nuova, la grande battaglia di chi si troverà al governo per i prossimi cinque anni sarà di introdurre alla legalità non alla criminalità – aggiunge Guccione -. È impensabile che l’Asp Cosenza paghi 13 euro e 20 centesimi a pasto per migliaia di pasti al giorno e tutto in regime di proroga da una decina d’anni. Non è più tollerabile che ci siano contenziosi per 680 milioni di euro; ci sono centinaia di milioni di euro per parcelle o per interessi maturati per ritardato pagamento».
La soluzione, secondo il dem di area Orlando, sta nell’istaurare un rapporto costruttivo con il ministro Roberto Speranza. «Dobbiamo iniziare una fase di affiancamento con una regione virtuosa e fare in modo che si possa uscire dal piano di rientro. Io la ritengo una proposta importante, nella nostra regione non solo non vengono garantiti i lea ma decine di milioni di euro sono usati non per curare i cittadini ma per pagare doppie e triple fatture, interessi moratori e per ritardato pagamento». All’incontro che si è svolto a Cosenza ha partecipato anche il consigliere regionale Arturo Bova. «La sanità ha un problema di deficit legato alle infiltrazioni mafiose – ha detto il presidente della commissione ’ndrangheta -. Gli scioglimenti delle Asp ce lo confermano, inchieste come “Quinta bolgia” ce lo confermano, serve uno moto di orgoglio che però non può che venire dalla politica». Bova e Speranza militano entrambi in Articolo 1. «Speranza conosce bene la nostra regione, interverrà con decisione ne sono sicuro». (m.presta@corrierecal.it)
 

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