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Antimafia a Roccabernarda, «il Comune non sarà sciolto»

La decisione al termine dell’attività della commissione d’accesso. Era iniziata dopo l’operazione “Trigarium” della Distrettuale di Catanzaro. Tra gli indagati dirigenti e funzionari del Comune

Pubblicato il: 18/10/2019 – 12:42
Antimafia a Roccabernarda, «il Comune non sarà sciolto»

CROTONE Non sarà sciolto per infiltrazioni mafiose il Comune di Roccabernarda. Con decreto del 14 ottobre, infatti, il ministro dell’Interno ha disposto la conclusione del procedimento di scioglimento dal momento che dal lavoro svolto dalla Commissione di accesso, «l’accorto esame degli atti e dei procedimenti ha evidenziato, nella relazione, l’insussistenza di elementi concreti, univoci e rilevanti per procedere allo scioglimento del Comune di Roccabernarda». A renderlo noto è la Prefettura di Crotone. Il ministro dell’Interno aveva delegato il prefetto di Crotone Fernando Guida, ad esercitare i poteri di accesso e di accertamento dopo l’operazione “Trigarium” coordinata dalla Dda di Catanzaro che aveva portato all’emissione di 11 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di reati di associazione mafiosa, omicidio, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi, ricettazione e danneggiamento. Tra gli indagati, per falsità ideologica in atti pubblici e abuso d’ufficio, vi erano il responsabile e un funzionario dell’Ufficio tecnico municipale. «La nomina della commissione di indagine, come esemplificato proprio dal caso del comune di Roccabernarda – è scritto in una nota della Prefettura – e l’eventuale provvedimento di scioglimento, non rappresentano in alcun modo una forma di censura dell’operato degli amministratori, ma, al contrario, si connotano come una forma di garanzia e tutela per l’amministrazione comunale e per la cittadinanza. La commissione d’indagine, infatti, opera un accertamento in ordine ad eventuali forme di condizionamento dell’attività che nuocerebbero ai principi di buon andamento e di imparzialità dell’apparto burocratico dell’Ente, che, pertanto, si dimostra non adeguatamente fermo e resiliente rispetto a forme di ingerenza messe in atto da esponenti della criminalità organizzata. Nel caso di specie gli elementi raccolti nell’operazione “Trigarium” si erano rivelati vari e tali da richiedere un approfondimento dello stato della macchina amministrativa comunale».

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