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Cgil: «Vogliamo una contrattazione sociale e territoriale inclusiva»

Assemblea generale di zona a Catanzaro, si punta alla contrattazione inclusiva come nuovo metodo di partecipazione. Ha concluso i lavori Nino Baseotto, Segretario Nazionale

Pubblicato il: 18/10/2019 – 17:47
Cgil: «Vogliamo una contrattazione sociale e territoriale inclusiva»

CATANZARO Si è discusso in particolare di contrattazione sociale e territoriale “inclusiva”, con l’intento di individuare azioni mirate di intervento per conquistare nuovi e avanzati obiettivi di tutela e rappresentanza a sostegno di tutti i lavoratori, in particolare per giovani, le donne e i precari – nel corso dell’Assemblea generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia che si è svolta questa mattina all’Hotel Guglielmo di Catanzaro. Alla partecipata riunione, introdotta dl segretario generale della Cgil Area Vasta, Raffaele Mammoliti, ha partecipato il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato, mentre i lavori sono stati conclusi da Nino Baseotto Segretario Cgil Nazionale.
Il sindacato di Landini punta ad aprirsi al territorio e ai luoghi di lavoro con una nuova stagione di iniziativa politico-sindacale volta ad invertire una tendenza storica che in questi anni di crisi ha indebolito l’impianto delle tutele e dei diritti, determinando così una preoccupante sofferenza delle classi lavoratrici soprattutto del Mezzogiorno e delle varie realtà territoriali.
«Teniamo l’assemblea generale della Cgil area vasta nel pieno del confronto in atto con il Governo nazionale sulla Legge di Bilancio – ha esordito Raffaele Mammoliti, affiancato da Elsa Bonazza e Rinaldo Tedesco -. Dopo tante mobilitazioni finalmente si apre una prospettiva nuova che di fatto accantona la concezione della disintermediazione che ha provocato danni sul piano economico-sociale, ha indebolito le tutele e i diritti e aumentato le diseguaglianze soprattutto nelle nostre realtà. Si riafferma dunque l’idea che non si può governare contro il mondo del lavoro e si tenta di cambiare positivamente il segno delle scelte economiche e sociali con positive , anche se non del tutto sufficienti, discontinuità». Secondo il segretario generale dell’Area vasta «l’aumento dei salari reali come non avveniva da anni, i benefici della riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori, sono segnali molto incoraggianti che fanno ben sperare. Bisognerà prestare maggiore attenzione e destinare risorse adeguate su Contratti pubblici, nuove assunzioni, pensioni e autosufficienza. Apprezziamo – dice ancora – gli investimenti per infrastrutture sociali, materiali e immateriali e la previsione di un fondo pluriennale di 50 miliardi su rigenerazione urbana, rinnovabili e riconversione energetica . Tutto ciò consente di aprire una nuova stagione nel Mezzogiorno con cospicue risorse (a partire dall’aumento delle risorse ordinarie estese anche ad Anas e Rfi ) che la classe dirigente ad ogni livello dovrà sapere attivare e utilizzare per cambiare il paradigma produttivo e la struttura economico sociale di funzionamento per migliorare tutti gli indicatori che ci portano attualmente ad avere il Pil pro capite più basso delle regioni d’Europa». Importante ancora il rifinanziamento di Impresa 4.0 e il previsto fondo per i Comuni sotto i 5000 abitanti per opere che migliorano la qualità della vita: «Su tutti questi aspetti avvieremo una vera e propositiva contrattazione con gli attori responsabili per migliorare l’esigibilità dei diritti di cittadinanza e del lavoro soprattutto dei più esposti e deboli: donne, giovani e precari. Attraverso una Contrattazione inclusiva bei luoghi di lavoro e una diffusa contrattazione sociale e territoriale intendiamo animare e favorire un reale e concreto processo di crescita e sviluppo sostenibile in modo da migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle persone. Intendiamo – conclude Mammoliti – avviare incontri specifici con forze parlamentari al fine di sollecitare l’approvazione della legge di iniziativa popolare della Cgil che prevede diritti universali per tutti a prescindere dal luogo di lavoro e dall’applicazione contrattuale. La centralità delle persone dei loro bisogni nel lavoro quanto nella società è un obiettivo fondamentale da perseguire per accrescere ed estendere tutele e diritti: di cittadinanza e del lavoro».
La partecipazione dal basso, insomma, quale metodo per le nuove pratiche di contrattazione inclusiva, come rimarca anche il segretario generale Angelo Sposato. Contrattazione inclusiva che non è solo quella che si fa nei luoghi di lavoro – spiega – «ma è quella che riguarda il welfare, la salute e quindi il tema di come sui territori si declinano non solo le difficoltà ma si individuano anche soluzioni e proposte è anche un cambio di paradigma di quella che è stata la governance istituzionale e anche del sindacato in Calabria. Quello che vorremmo fare è quello di cercare di elaborare una piattaforma dal basso, sui luoghi di lavoro con i lavoratori, anche per dare un segnale ai giovani». Un momento favorevole quello attuale che vede il mondo sindacale protagonista con un dialogo nuovo e aperto con il Governo nazionale da tradurre anche in Calabria, «coinvolgendo le grandi Partecipate, da Eni a Enel, a Rti ad Anas e anche Rai affinché investano in Calabria per aiutare il nostro debole sistema imprenditoriale. Abbiamo un dato di Inps – dice ancora Sposato – che il 60 per cento della popolazione calabrese, dei lavoratori calabresi sono quelli che pagano le tasse e pagano i contributi e quindi anche la lotta all’evasione e al lavoro nero diventa importante ad ogni livello, come il contrasto alle truffe comunitarie, noi purtroppo riscontriamo sempre un’assenza della politica regionale. Lavoreremo per riformare i nostro modello organizzativo che deve tornare sui luoghi di lavoro, sui luoghi del disagio sociale anche perché nelle aree interne dove maggiormente bisogna puntare alla contrattazione inclusiva».
A parlare della legge di bilancio e del rapporto con il Governo nazionale è Nino Baseotto nelle sue conclusioni. «Gli impregni presi con noi dal Governo sono per alcuni versi importanti: non dimentichiamo che sono oltre venti anni che quando c’è una manovra economica, quindi ogni anno, viene tolto qualcosa. Da questo punto vista potremmo essere abbastanza soddisfatti. Sicuramente è cambiato il metodo, non siamo più in presenza di Governi che ignoravano le parti sociali nel confrontarsi sulla manovra. Credo – dice ancora – che dovremmo risalire al Governo Ciampi per trovare un altro governo che ha convocato Cgil Cisl e Uil prima di andare a fare la manovra, e questo lo consideriamo una cosa positiva». C’è però ancora troppo poco, ad esempio, per la condizione dei pensionati. Vediamo cosa succede nel prosieguo della discussione parlamentare, prima di decidere cosa fare”. Un’assemblea importante, quella di stamattina: «Le stiamo facendo in tutte le 118 Camere del Lavoro d’Italia. Per troppi anni, il tratto caratteristico è stato quello dell’esclusione: sono aumentate le disuguaglianze, è aumentata la povertà, e questo l’esclusione di tantissime persone. Esclusione è anche quella di migliaia e migliaia di giovani del Mezzogiorno d’Italia che sono costretti a cercare lavoro all’estero perché questo Paese non dà loro opportunità. Noi vorremmo invertire questa tendenza all’esclusione partendo da quello che noi dobbiamo fare e sappiamo fare meglio, vale a dire la contrattazione. Noi ci riproponiamo che la nostra contrattazione sia inclusiva, vale a dire ricomprenda coloro che fino a qui sono stati ai margini e sono stati esclusi».

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