di Michele Presta
COSENZA La lingua batte dove il dente duole. Non poteva essere altrimenti, a Cosenza lo scontro politico si consuma sulla pronuncia delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti che bocciando il piano di riequilibrio finanziario ha mandato l’ente in dissesto. Davanti al giudizio imparziale dei cittadini, sindaco e gruppi di opposizione da diversi giorni si cimentano in arringhe di accuse e di difesa. Si parla di dissesto, ma formalmente manca agli atti. Nei prossimi giorni il consiglio dovrà essere riunito e la minoranza capeggiata da Carlo Guccione ha già in mente la strategia di guerra. «Chiederò agli altri componenti di minoranza di non presentarsi in consiglio». Il leader de “La Grande Cosenza” prova a mettere sotto scacco il consiglio. La deliberazione deve essere votata, ma se dovesse mancare il numero legale, il provvedimento non passerebbe il vaglio dell’assise. Essendo un atto imprescindibile alla dichiarazione di dissesto, Occhiuto e la sua giunta, non adottandolo decadrebbero immediatamente. «Lo chiederò ai miei colleghi e valuteremo questa ipotesi – ammette -». Ma dalla maggioranza le indicazioni sembrerebbero essere altre. «È atto di responsabilità, ci saremo»
I BUCHI DI BILANCIO (PER L’OPPOSIZIONE) La domanda che Guccione ripete come un mantra è: «Si poteva evitare il dissesto?» la risposta: «Si». Il perché lo spiega nel corso di un incontro con la stampa a Palazzo dei Bruzi. «Nel consiglio comunale del 25 agosto del 2016 abbiamo chiesto un’operazione verità. In quell’occasione la maggioranza votò un documento contabile, noi preferimmo trasmettere i documenti alla Corte dei Conti e al Ministero delle economie e delle finanze. Abbiamo denunciato tutte quelle che ritenevamo irregolarità e chiaramente quelle sono state scelte che poi hanno portato alla deriva amministrativa e oggi al dissesto». Per il dem di area Andrea Orlando, c’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione: i milioni del decreto “salva comuni”. «Ci furono trasferiti 120 milioni di euro, invece di ripianare il debito, ad oggi ci ritroviamo con un buco di 350 milioni di euro. Questi sono gli effetti della “finanza creativa” di Occhiuto». Gli euro che mancano alla conta, secondo le opposizioni sono finiti in appalti dati sotto soglia, manutenzione ordinaria e straordinaria, parcelle a consulenti, feste e lustrini. «È una bugia dire che i cosentini non pagheranno il dissesto, però noi faremo anche la nostra parte investendo il governo centrale di questa situazione per fare in modo che l’amministrazione comunale non rimanga sola». Altri toni usa invece il consigliere Enrico Morcavallo: «In futuro si dovrà accertare se ci sono state da parte di Occhiuto e degli altri amministratori dolo e colpa grave nell’approvazione delle pratiche di bilancio – dice il capogruppo de “La Grande Cosenza” -. Questo potrebbe portare all’incandidabilità per 10 anni di tutti quanti, oltre che al risarcimento del danno recato all’amministrazione con il proprio patrimonio».
OCCHIUTO ASPETTA AL VARCO E REPLICA Il blitz in municipio della minoranza il primo cittadino non lo fa passare sotto traccia. E raccolte le informazioni su quanto comunicato dai rivali politici precisa subito, come da diversi giorni a questa parte, che la città continuerà a vivere così come ha sempre fatto, senza nessun taglio ai servizi o aumenti di aliquote. «Nella manovra finanziaria che è stata approvata nei giorni scorsi si prevede che venga eliminato l’istituto del dissesto e forse ne beneficeremo anche noi – dice Occhiuto -. Lo hanno fatto perché soprattutto al sud i comuni con più di 15mila abitanti sono in dissesto». Resta da chiarire se sia vero o meno che i soldi ricevuti dallo Stato all’inizio della consiliatura non siano stati usati per ripianare i debiti. «I soldi che sono stati dati al comune di Cosenza per ripianare i debiti che abbiamo ereditato sono andati ai legittimi creditori del comune – chiarisce Occhiuto -. Abbiamo anche inoltrato allo stato l’elenco dei creditori allo Stato. Queste somme comunque hanno provocato degli oneri nei confronti dell’amministrazione visto che ci sono stati concessi con un mutuo a tasso agevolato. Dall’opposizione che sono stati in parte artefici del debito, dovrebbero vergognarsi di dire queste cose. A differenza loro ci siamo attivati per patrimonializzare il comune con i fondi strutturali e abbiamo lavorato in una situazione deficitaria senza che i cittadini neanche se ne accorgessero». Occhiuto non ha dubbi neanche sulla incandidabilità per dolo o colpa grave. «Sono circostanze che andrebbero attribuite a chi ha fatto il debito che stiamo cercando di ripianare». (m.presta@corrierecal.it)
https://youtu.be/sZXCCGP8cp8
x
x