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Accecato dalla gelosia uccide il compagno della ex, incastrato dalle telecamere – VIDEO

Il folle movente dell’omicidio avvenuto sabato notte a Lamezia e l’appello del procuratore Curcio e dei carabinieri alle donne: denunciate i vostri aguzzini

Pubblicato il: 21/10/2019 – 12:51
Accecato dalla gelosia uccide il compagno della ex, incastrato dalle telecamere – VIDEO

Giuseppe Guadagnuolo

di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Un omicidio che secondo gli inquirenti è stato studiato nei dettagli, premeditato e portato a termine così come se lo era immaginato da giorni. Sullo sfondo, l’incapacità di sopportare la fine di una relazione sentimentale, quella con l’ormai ex moglie dalla quale era separato da tempo. Un folle movente che in pochi giorni, da quando cioè il killer aveva scoperto chi era l’uomo con cui l’ex moglie stava cercando di costruirsi una nuova vita, ha portato Giuseppe Guadagnuolo, lametino di 54 anni, ad uccidere Angelo Pino, 52enne ex agente di Polizia Penitenziaria, nella notte tra sabato e domenica scorsi (qui la notizia).
All’identità dell’assassino i carabinieri del Comando di Lamezia Terme sono giunti in poche ore, grazie (soprattutto) alle immagini di videosorveglianza delle attività commerciali. Immagini che hanno permesso di ricostruire tutti i movimenti di Guadagnuolo, fino all’omicidio e alla successiva fuga.
L’uomo ha atteso che la vittima si dirigesse verso casa, nel quartiere Sambiase di Lamezia, a bordo della sua Fiat Sedici; lo ha seguito con la propria auto (una Hyundai Atos) fino ad affiancarlo in una via nei pressi della chiesa Maria Santissima delle Grazie. È qui che Guadagnuolo ha portato a termine il suo folle piano omicida, attorno a mezzanotte: tre colpi d’arma da fuoco esplosi contro Angelo Pino con la sua Beretta cal. 7.65 (con matricola abrasa) che non hanno lasciato scampo alla vittima. Poi l’altra parte del piano, ovvero la fuga verso contrada Elemosina, nei pressi di Sant’Eufemia Vetere (tra Lamezia e Gizzeria). Qui Guadagnuolo ha abbandonato l’arma e bruciato i propri abiti. Un tentativo (inutile) di depistare le forze dell’ordine. Perché oltre alle immagini delle telecamere, ad incastrare Guadagnuolo ci sono anche le impronte lasciate sull’auto della vittima.
Una volta risaliti a lui, i militari lo hanno interrogato per alcune ore e, messo alle strette, Guadagnuolo non ha potuto far altro che confessare l’omicidio. Un epilogo drammatico per una vicenda simile a molte altre che hanno come sfondo i “motivi passionali” che hanno spinto i carabinieri e il procuratore di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, ad invitare tutte le donne vittime di violenza a denunciare subito i loro aguzzini, anche grazie alle nuove norme del “Codice Rosso”. (redazione@corrierecal.it)
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