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«Il cantiere aperto del presidente scomodo»

di Franco Scrima*

Pubblicato il: 21/10/2019 – 7:13
«Il cantiere aperto del presidente scomodo»

Non capita di frequente che un’opera letteraria di un politico coincida con la fluidità del pensiero e non appanni le intenzioni. C’è riuscito Michele Drosi, giornalista e politico, presidente della Fondazione “Bruno Buozzi”, nel suo “Mario Oliverio – La sfida riformista di un presidente scomodo” scritto per i tipi della Rubettino Editore.
Drosi consegna al lettore il progetto di un’opera aperta, che comporta l’abbandono della struttura idealmente protesa all’esterno del libro per soffermarsi sulle sequenze interne, dai confini definiti. Una disposizione che riflette l’evoluzione ideologica dell’autore il cui progetto va di pari passo con quello contemplativo del libro che racconta la vita politica del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio.
L’autore si addentra in una pratica rasserenante del bello con la quale mette in evidenza il nesso tra l’amore per la politica e quello per il sociale di Oliverio. Infatti sia che il suo lavoro prefiguri una Calabria nuova diversa dal cliché consolidato, sia che faccia emergere le utopie sociali, l’autore prospetta l’avvio del superamento della crisi in Calabria e intreccia, mirabilmente, la narrazione identitaria del presidente della Regione che definisce convinto assertore del cambiamento, forte della energia dei calabresi.
Michele Drosi nel mostrare la scorrevolezza della sua prosa, come giusto sa fare un precursore della figura del politico, fomenta la sua inclinazione fino a farla diventare passione. Ed ecco che ne risentono i presupposti della sua funzione egemonica che è la politica ed entra a piè pari nel mondo letterario senza rifugiarsi nella nostalgica contemplazione del passato. Guarda Michele Drosi, con gli occhi della speranza, al futuro della sua Terra; alla nuova civiltà industriale, al Turismo, all’Agricoltura, ai giovani, alla famiglia con la certezza interiore che la Calabria non si avviti più su sequenze interne dai confini frastagliati, ma che guardi oltre l’orizzonte riponendo nelle mani del presidente della Regione il progetto per il futuro.
Michele Drosi nel raccontare Oliverio non si pone, come altri hanno fatto in passato, di chiarire i rapporti tra politica e letteratura, ma fissa, come prevalente, la questione dell’eredità ideologica; si preoccupa cioè di preservare nella sua opera la capacità critica di descrivere il politico Oliverio come “riformista pragmatico”, capace di mettere in campo un’indole realizzatrice per cui la politica non è solamente analisi ed elaborazione concettuale, e tantomeno pomposa retorica propagandistica, ma è soprattutto l’agire per conseguire risultati concreti e incisivi per la società calabrese. Drosi passa in rassegna le tappe salienti che il “cantiere” aperto da Oliverio ha consentito alla Calabria un cambio di passo.
Il suo lavoro sarà presentato a Cosenza sabato 26 ottobre con una cerimonia che si terrà nella Sala degli specchi del Palazzo della Provincia.
*giornalista

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