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“Calcio Vacanze”, Ulivieri: «La Calabria è l'ideale per gli allenatori»

A giugno il progetto ideato in sinergia con l’A.I.A.C. regionale. Presto l’intitolazione di una sede in memoria di Ernesto Corigliano

Pubblicato il: 22/10/2019 – 15:14
“Calcio Vacanze”, Ulivieri: «La Calabria è l'ideale per gli allenatori»

di Fabio Benincasa
«Sono stato in Calabria, ho visitato Badolato e Santa Caterina allo Jonio. Sono rimasto affascinato da borghi dove si vive e si respira un’atmosfera d’altri tempi: il luogo adatto per noi allenatori sempre sotto stress». Renzo Ulivieri, tecnico di lungo corso e oggi presidente dell’A.I.A.C. (Associazione Italiana Allenatori Calcio), confessa al Corriere della Calabria la volontà di dar seguito al progetto “Calcio Vacanze” ideato dal suo omologo in Calabria, Raffaele Pilato.
Cosa c’è di meglio di qualche settimana di riposo immersi nel verde, a pochi chilometri dal mare e dalla montagna? E così a giugno 2020, in Calabria arriveranno allenatori da tutta Italia. «Un ambiente ideale per i tecnici di Serie A, ma sopratutto – sottolinea Ulivieri – per tanti allenatori delle serie minori desiderosi di un po’ di riposo e di una vacanza low cost».
Ulivieri sarà presto in Calabria per un altro evento realizzato in sinergia con il direttivo regionale A.I.A.C.: l’intitolazione della sede a Santa Caterina allo Jonio all’avvocato cosentino Ernesto Corigliano, fondatore – nel 1966 – dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio. «Resta da definire la data, ma questa giornata sarà una tappa fondamentale nella storia della nostra associazione».
Al presidente degli allenatori, abbiamo anche chiesto di soffermarsi sulla crescita dei giovani in Italia, sul ruolo dei preparatori e degli allenatori e sulle difficoltà riscontrate dai talenti italiani nel trovare spazio in prima squadra. «Per diventare calciatori – confessa Ulivieri – ci vogliono sacrifici. Gli allenatori ci sono, mentre gli spazi potrebbero essere di più. La verità – dice Ulivieri – è che i ragazzi giocano poco al pallone, dedicando il tempo libero a videogiochi e smartphone”.
“Le strutture – continua Ulivieri – sono determinanti, ma mai come le ore che i ragazzi dedicano al gioco del calcio. In Calabria, come nel resto del Paese, anni fa si cercava una scusa per scendere in strada a giocare. Oggi accade il contrario, ogni scusa è buona per allenarsi con i cellulari e poco con i piedi. «Il mio discorso – chiosa Ulivieri – non è solo riferito al pallone, è la vita dei giovani a dover cambiare. La tecnologia deve aiutare ma non limitare i rapporti con gli altri». (redazione@corrierecal.it)

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