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Il grido d'allarme dei sindaci: «Sanità calabrese allo sbando»

Da San Giovanni in Fiore Belcastro chiede un incontro urgente con il ministro alla Salute: «Non è più possibile andare avanti così». E a Polistena Tripodi lancia l’allarme per «scongiurare la chius…

Pubblicato il: 22/10/2019 – 16:16
Il grido d'allarme dei sindaci: «Sanità calabrese allo sbando»

CATANZARO Ci sono preoccupazioni diffuse in Calabria sullo stato di salute della sanità e sul sistema di assistenza sanitaria sui territori. Soprattutto nei piccoli centri. Gli ultimi allarmi arrivano da San Giovanni in Fiore e da Polistena. In entrambi i casi sono i sindaci a denunciare quello che viene da loro definito come un «quadro drammatico». Così nota il sindaco di San Giovanni in Fiore, Pino Belcastro annuncia che «il presidente dell’Anci Calabria, Gianluca Callipo ha accolto la mia richiesta di chiedere, nel più breve tempo possibile, una riunione urgente, a nome di tutti i sindaci, di incontrare il ministro della Salute. Bisogna aprire con il Governo centrale e contemporaneamente con la gestione commissariale, una vertenza dura per evitare alti danni ai nostri concittadini». Secondo Belcastro, «l’offerta sanitaria in Calabria è ormai diventata inesistente, mancano i servizi più elementari. I Lea sono diventati una chimera».
«Giorno dopo giorno nella nostra Calabria – aggiunge Belcastro – le cose stanno arretrando paurosamente. In tutti gli ospedali le gravi carenze di personale medico, paramedico e di nuove attrezzature stanno creando tantissimi disagi». Per il sindaco di San Giovanni in Fiore, «non è più possibile andare avanti così». «I sindaci – sottolinea – sono in prima linea e sono quelli ai quali le popolazioni si rivolgono per avere servizi efficienti e per evitare i viaggi della speranza. Bisogna alzare la protesta. Purtroppo, si firmano accordi che sistematicamente non vengono attuati facendoci fare figure barbine». «La situazione è drammatica. In tutti gli ospedali della Regione si registrano gravissimi disservizi. Il personale che vi lavora – ha aggiunto il primo cittadino – sono obbligati a turni massacranti. Il Governo centrale e il commissario si rimbalzano le responsabilità mentre la gente muore». «È ora che il Ministro Speranza – tuona Belcastro – dia risposte immediate. Il nuovo esecutivo centrale si è insediato da 50 giorni e all’orizzonte non di vede nulla di buono. Non possiamo più aspettare». Da qui l’appello «dobbiamo alzare il tiro». «Dobbiamo dire forte e chiaro al rappresentante del Governo – sostiene Belcastro – che le nostre popolazioni non possono più aspettare. La gestione commissariale in questi ultimi 10 anni in Calabria ha creato danni incalcolabili difficili da sistemare in breve tempo». «C’è bisogno di una presa di coscienza seria da parte del ministro e di tutto il Governo – conclude Belcastro – altrimenti è meglio ridare le Fasce Tricolore e così verranno loro ad amministrare e si renderanno conto che significa stare in trincea».
Sulla falsa riga di Belcastro anche il sindaco di Polistena Michele Tripodi è intervenuto per segnalare l’emergenza che tra qualche giorno interesserà il reparto di Anestesia-Rianimazione dell’ospedale di Polistena che «perderà due medici». «Per legge il reparto in questione – sottolinea il sindaco in una lettera aperta – dovrebbe contare 18 medici rispetto agli attuali posti letto. Invece ce ne sono solo 6 poiché dei 10 effettivamente assegnati, 4 hanno limitazioni dovute a malattia o altri impedimenti».
«Già ieri, 21 ottobre – racconta Tripodi – alcuni interventi chirurgici programmati sono stati rinviati per mancanza di anestesisti. È evidente che con un punto nascite, i reparti di chirurgia e ortopedia che lavorano con anestesisti al seguito, è assolutamente indispensabile A garantire la funzionalità del comparto operatorio nelle 24 ore».
«A tutto questo si aggiunge la carenza di organico ormai cronica – segnala il sindaco – che investe tutti gli altri reparti dell’ospedale di Polistena. Il piano del fabbisogno conta 35 posti di dirigente medico mancanti, 45 di infermieri, 25 di OSS. Oltre 100 unità di personale mancanti dunque che dovrebbero essere assunte al più presto, ma di cui non si sente né si vede traccia».
«Ultimamente sono stati sbloccati dal Tavolo Adduce – spiega Tripodi – solo una parte delle assunzioni in precedenza autorizzate dall’ufficio del Commissario. In tutta l’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria solo 35 assunzioni a quanto pare potranno essere effettivamente fatte. Le procedure tuttavia tardano ad essere avviate, a parte qualche scorrimento di graduatoria, non esistono elenchi da cui attingere ed appare necessario indire i concorsi, incredibilmente bloccati nell’Asp da almeno 10 anni».
«Oggi buona parte dell’attenzione degli attuali vertici aziendali – aggiunge – si concentra sulla gestione quotidiana o peggio solo sulle problematiche di alcuni ospedali, trascurando altre anche più impellenti come quella occorsa presso l’anestesia di Polistena. Le carenze riguardano tutti i presidi dell’ASP e Polistena non fa eccezione. La statistica riferisce che almeno il 50% delle prestazioni eseguite dallo spoke di Polistena è effettuato nei confronti di pazienti provenienti da tutto il territorio provinciale in particolare dalla Locride e anche extraprovinciale dal vibonese».
«Eppure avvertiamo la sensazione – sostiene Tripodi – che i problemi che da anni ormai andiamo segnalando siano lasciati passare in secondo piano. La programmazione generale è bloccata, per le assunzioni così come per gli investimenti per l’ammodernamento strutturale, rinviato in attesa di chissà quale altra nuova struttura che nella Piana di Gioia Tauro, area di riferimento dell’ospedale di Polistena, non sorgerà mai. Non si risolvono nemmeno i problemi di un ospedale smantellando reparti funzionanti di altri presidi».
Secondo il sindaco di Polistena, «rattoppare di continuo non è una prospettiva decorosa e risolutiva». «Chi e perché – s’interroga Tripodi – ha interesse a scatenare una guerra fra poveri, fra territori, fra presidi ospedalieri? Non consentiremo mai a nessuno di poter ulteriormente dividere il territorio, immiserire una discussione già povera di idee e risultati, né di compiere scelte senza alcuna prospettiva credibile. Perché chi paga questo andazzo da anni è solo e sempre il cittadino».
«Rimanendo pertanto attenti e vigili su tutte le questioni che riguardano il nostro ospedale – scrive Tripodi -, facciamo appello al signor ministro affinché intervenga e venga presto sul posto, chiedendo al contempo un intervento rapido e risolutore del Commissario Cotticelli e della Commissione prefettizia che gestisce l’Asp, intanto per scongiurare il blocco del comparto operatorio dell’ospedale di Polistena. L’ospedale di Polistena per la sua storia e la dignità di tutti gli operatori che vi operano e vi hanno sempre lavorato merita non solo di essere mantenuto, ma potenziato a dovere».
«Auspichiamo che nelle more dell’indizione di tutte le procedure concorsuali necessarie a sopperire le gravi carenze d’organico presenti presso l’ospedale di Polistena – conclude – tutti i presidi ospedalieri dell’Asp possano funzionare erogando quel minimo di assistenza sanitaria nel rispetto dei Lea, ma prima ancora in nome della tutela del diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione».

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