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Vangeli, crocefissi e rosari: tra Morra e Salvini finisce a carte bollate

Il presidente M5S della commissione Antimafia annuncia querela al leader della Lega. E sulle Regionali ribadisce: «Nessun accordo con il Pd» – VIDEO

Pubblicato il: 22/10/2019 – 7:32
Vangeli, crocefissi e rosari: tra Morra e Salvini finisce a carte bollate

di Michele Presta
RENDE
È la politica del rosario in mano e del vangelo baciato per devozione. Quella delle coroncine brandite come se fossero esche da infilzare all’amo per adescare voti e simpatie elettorali. È la politica di Matteo Salvini che trascina il simbolismo religioso sui palchi dove tiene i comizi, nelle piazze dove arringa la folla e nelle sedi parlamentari dove da ministro prima, da senatore adesso, esercita il suo mandato. L’argomento è così sdoganato da essere finito a carte bollate. I due protagonisti della vicenda, che continuerà in Tribunale, sono Matteo Salvini e Nicola Morra.
Fu proprio il presidente della commissione parlamentare Antimafia, nel corso delle discussioni in aula nel bel mezzo della crisi, a dire all’allora capo del Viminale come «ostentare il rosario fosse un messaggio alla ’ndrangheta». Per tutta risposta, il leader del “Carroccio” nell’incontro di Cosenza, approfittando di essere nella tana del lupo, dopo aver fatto incetta di rosari arrivati dalla platea, è tornato sulle dichiarazioni estive. «Ma dico io, è possibile che chi bacia il rosario manda messaggi alla ’ndrangheta? Ho querelato quel cretino di Morra». Il pentastellato non ci sta e ora riferisce che qualche giorno fa ha incontrato il suo legale di fiducia per procedere qualora ci fosse possibilità di agire in direzione opposta nei confronti di Salvini. «Lo faccio a tutela della mia onorabilità – spiega Morra al Corriere della Calabria –non ne faccio una questione personale, ma le persone quando rivestono ruoli pubblici hanno delle responsabilità. Posso aver fatto delle cretinate, ma essere cretini è un’altra cosa. Se si parla per epiteti ingiuriosi poi si devono accettare le conseguenze». Gli attriti tra i due insomma, sono tutt’altro che limati e non è un caso che durante l’incontro “Consenso sociale e (ab)uso dei simboli religiosi” Morra abbia tirato l’ex alleato di governo più volte in ballo. «Le mie parole – dice a studenti e accademici – sono state travisate. Ritengo che ostentare e blandire simboli religiosi possa generare equivoci. A Salvini volevo far capire che se va a Isola Capo Rizzuto a ostentare in maniera ripetuta il crocefisso, è un gesto azzardato». All’appuntamento organizzato dal docente Nicola Fiorita del dipartimento di scienza politica, hanno partecipato anche Domenico Bilotti (Università Magna Graecia), la giornalista e filosofa Ida Dominijanni e Gianfranco Macrì (Università di Salerno), che hanno relazionato sulla “Crisi politica della comunità politica e marketing elettorale dei simboli religiosi”, poi sulla “Mobilitazione religiosa e violenza politica” e infine sulla “Mercificazione e strumentalizzazione dei simboli religiosi nello Stato laico”.

Un momento dell’incontro all’Unical

«In Calabria così come in altre parti del nostro Sud si deve fare attenzione quando si usano i simboli religiosi. Quando poi i simboli non solo si usano ma si abusano il problema si evidenzia con tutta nettezza. Salvini forse per disconoscenza della ‘ndrangheta non era a conoscenza dei simboli ma avrebbe dovuto fare più attenzione visto che all’epoca era ministro dell’Interno oltre che leader politico della formazione che conosciamo come Lega Nord. Viviamo in una regione che ci bombarda di segni e simboli, dobbiamo avere la forza di decifrarli e abiurarli. Poi tutto passa dalla conoscenza, Salvini prima di parlare del Santuario di Polsi dovrebbe conoscere la storia di quella struttura e leggere le dichiarazioni di chi denuncia come da quelle parti si sia usato un luogo sacro per proteggere gli affiliati di ’ndrangheta. Parlo di Polsi, ma i nodi da sciogliere sono tanti».
NO AD ACCORDI CON IL PD A margine dell’incontro, poi, il senatore grillino ha puntualizzato come con il Pd ancora non sia in ballo nessun accordo. «Non c’è nessuna intesa. Siamo in attesa di capire quello che succederà nelle elezioni dell’Umbria – spiega – ma io, così come altri miei colleghi, mi sono già espresso. Noi siamo pronti a dialogare con l’elettorato tutto, con la società civile per la sua parte buona, non dappertutto la società civile è senza colpe, soprattutto in Calabria. Ma con un apparato di partito da cui mi sento lontanissimo preferisco non avere nulla a che fare. Se si asumeranno altre decisioni ne prenderemo atto». (m.presta@corrierecal.it)
https://www.youtube.com/watch?v=S7eqwq1rjDw&feature=youtu.be

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