Tutti gli occhi della politica, non solo quella calabrese, sono rivolti alle Regionali dell’Umbria, ritenute da tutti gli analisti lo “spartiacque” di tante cose. E’ una partita, quella umbra, dalla quale dipendono le sorti del governo nazionale a guida Movimento 5 Stelle-Pd e, più modestamente, del futuro della Regione Calabria. Al voto di domenica prossima guarda con attenzione il centrodestra ma guardano con attenzione, estrema attenzione, soprattutto democrat e grillini, uniti a Roma da un’alleanza di governo ancora piuttosto turbolenta e potenziali alleati anche alle Regionali in Calabria, secondo uno schema che escluderebbe – è questa forse l’unica certezza al momento – la ricandidatura del governatore uscente Mario Oliverio, che comunque è pienamente in campo, forte del sostegno di mezzo Pd calabro e di una consistente fetta di centrosinistra calabro, ed è intenzionato a giocarsi fino in fondo e fino all’ultimo le sue carte. E’ evidente che, a seconda dell’andamento delle Regionali in Umbria, si delineerà la fattibilità o meno in Calabria dell’intesa M5S-Pd, intesa che al momento incontra strenue “resistenze” della stragrandissima maggioranza degli attivisti e degli eletti pentastellati al Parlamento. Ma, al momento, il tam tam romano riferisce di un accordo tra i leader Di Maio e Zingaretti già, nella sostanza, fatto e bello chiuso per la Calabria, con l’unica incombenza, per il capo politico del Movimento 5 Stelle, di trovare il modo di farlo “digerire” nel modo meno doloroso possibile ai grillini di Calabria. Il nome dell’eventuale candidato unitario – è la tesi più accreditata che finora è circolata negli ambienti politici della Capitale e in Calabria – sarebbe quello dell’imprenditore vibonse Pippo Callipo, ma l’“appeal” di Callipo negli ultimi giorni si sarebbe un po’ appannato, anche perché il suo è un nome piuttosto divisivo, come conferma il “veto” piazzato dalla parlamentare Dalila Nesci, anche lei aspirante candidata governatore finora stoppata da Di Maio Callipo naturalmente è assolutamente in lizza, ma intanto starebbero crescendo le quotazioni di altri “papabili” candidati. Come quelle del presidente dell’Isde Ferdinando Laghi ma, soprattutto e sopra tutti, del superpoliziotto catanzarese che ha arrestato il boss di Cosa Nostra Provenzano, Giuseppe Gualtieri, che nelle ultime ore starebbe facendo sempre più, e sempre più prepotentemente, breccia nei cuori dei pentastellati, avendo un profilo perfettamente aderente ai principi del Movimento 5 Stelle: legalità, impegno antimafia, umiltà e poi – il che non guasta – nessuna etichettatura politica alle spalle tale da ingessarlo. Insomma, tra i grillini, soprattutto della base, il nome di Gualtieri come candidato governatore starebbe “tirando”e parecchio: una fonte vicina allo stesso Gualtieri, che in questi giorni sarebbe all’estero, per la precisione ad Hammamet in Tunisia, rivela che nelle ultime ore il cellulare riservato di Gualtieri sarebbe continuamente tempestato di messaggi di gradimento di attivisti M5S, e la stessa Nesci – riferisce sempre la stessa fonte – si sarebbe premurata di comunicare al già prefetto di Vibo Valentia la sua intenzione di farsi da parte in caso di discesa in campo di Gualtieri. Ovviamente, la situazione è sempre estremamente fluida e comunque anche gli altri nomi restano sul tavolo. Inoltre Gualtieri ha anche già chiaramente fatto intendere, a chi di dovere, che una sua candidatura governatore della Calabria resta subordinata a una “conditio sine qua non”: l’unità assoluta sul suo nome, e unità significa anche il sostegno di Oliverio, con il quale intratterrebbe ottimi rapporti personali. Una richiesta che del resto verrebbe incontro anche a un’esigenza del Pd nazionale, che ha stoppato la ricandidatura del governatore uscente ma è sicuramente consapevole che il consenso che comunque Oliverio riscuote, visibile nel seguito di buona parte del partito regionale e nell’allestimento di almeno 6 liste già pronte ad affiancarlo, potrebbe essere fondamentale per vincere le Regionali in Calabria, soprattutto se il voto dell’Umbria non dovesse risultare così benigno per l’alleanza con il Movimento 5 Stelle. E questo senario, ovviamente, aprirebbe un’altra partita, delicatissima, quella di convincere un Oliverio comunque già in piena campagna elettorale a ripensarci, previo congruo e robusto riconoscimento, beninteso. Non che manchino, a una forza che comunque governa il Paese, le possibilità di concretizzare questo riconoscimento con un incarico di prestigio – magari un’Authority… – per il presidente uscente. Che intanto si è portato avanti, molto avanti, con il lavoro, e nei prossimi giorni si appresta ad aprire il suo “quartier generale” elettorale e quindi avviare il programma per un possibile Oliverio-bis. E’, in conclusione, un quadro molto fluttuante, persino indecifrabile nelle dinamiche: ma per decifrarlo si tratta di aspettare una manciata di giorni, quelli che separano da oggi a domenica, e di percorrere un po’ di chilometri, quelli che compongono la triangolazione Roma-Umbria-Calabria.
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