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Sequestrati 3 milioni ad un uomo dei clan a Milano, ne dichiarava mille al mese

Tra i beni sottratti a Bartolo Bruzzaniti, anche la sua casa di 5 vani, 7 immobili, un bar, 2 magazzini, 2 box, 3 società e una Audi Q3

Pubblicato il: 23/10/2019 – 7:11
Sequestrati 3 milioni ad un uomo dei clan a Milano, ne dichiarava mille al mese

MILANO La polizia di Milano ha sequestrato beni per 3 milioni di euro al 43enne Bartolo Bruzzaniti, esponente della nota famiglia di ‘ndrangheta presente in moltissime indagini della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e di Milano. La cosca, alleata ai Morabito e ai Palamara, è stata coinvolta in vicende sul traffico di droga e sulle infiltrazioni negli appalti pubblici. Ieri, gli agenti della Divisione Anticrimine della questura milanese, in collaborazione con i colleghi di Reggio e coordinati dal Servizio Centrale Anticrimine, hanno eseguito il sequestro disposto dal tribunale di Reggio Calabria nei confronti dell’uomo che vive da molti anni a Garbagnate Milanese (Milano). I beni si trovano nello stesso comune. A Bruzzaniti sono stati sequestrati una casa di 5 vani, società, box, magazzini e un bar. La carriera criminale di Bruzzaniti inizia già da minorenne, nel 1991, con la denuncia per il furto di una Vespa. Quello stesso anno è denunciato per favoreggiamento per aver riferito informazioni sbagliate agli investigatori che indagavano sul suo ferimento a colpi di arma da fuoco avvenuto la notte di Natale ad Africo Nuovo. Nel 2001 è stato indagato per associazione mafiosa nell’ambito dell’indagine “Sim card” della procura di Reggio Calabria relativa al possesso di cellulari nelle disponibilità del boss Antonio Pangallo mentre era recluso nel carcere milanese di San Vittore. Nel 2004 il tribunale di Torino lo ha condannato a 10 anni e 8 mesi per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga: Bruzzaniti e suo cugino omonimo di 44 anni avevano offerto l’acquisto di 10 chili di cocaina ad agenti della Squadra mobile torinese che lavoravano sotto copertura. Nel 2005, già in carcere, Bruzzaniti è stato condannato a un altro anno di detenzione per droga nell’ambito di un’indagine della Dda su una rete di spacciatori che coinvolgeva anche le famiglie Trovato, Mancuso e Papalia. Ha terminato di scontare la sua pena nel 2011 e da allora risulta dipendente di un’attività che, secondo gli investigatori dell’Anticrimine, era sua ma intestata a prestanomi o parenti. Nonostante dichiarazioni dei redditi molto basse (nel 2010 i suoi guadagni sarebbero stati circa 10mila euro), Bruzzaniti è ritenuto proprietario occulto di beni per svariati milioni di euro. Il sequestro operato dalla polizia ha infatti riguardato la sua casa di 5 vani, 7 immobili (di cui uno commerciale), un bar, 2 magazzini, 2 box (si trova tutto a Garbagnate Milanese), 3 società e una Audi Q3.

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