REGGIO CALABRIA Oltre 700 persone nella sala “Calipari” di Palazzo Campanella per ascoltare il “one man show” di Antonio Marziale, garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria. La presentazione della Relazione annuale del garante viene spesso interrotta dagli applausi di insegnanti e studenti, mentre Marziale intervalla la presentazione dei risultati del suo ufficio a considerazioni sociologiche e politiche a tutto tondo. «Abbiamo realizzato il primo punto di terapia intensiva pediatrica in Calabria nel quale, sono lieto di dirlo – ha esordito il sociologo – riusciamo a intervenire su una miriade di casi». Il garante ha assicurato di aver audito personalmente 800 denunce, oltre a essersi costituito «per la prima volta nella storia d’Italia» come parte civile in un processo di abusi subiti da un minore. Un’attività frenetica che, ammette lo stesso Marziale, ha stravolto alcune delle certezze con cui il sociologo si approcciava al proprio ruolo: «Quando mi chiesero cosa pensavo del giudice Di Bella che strappava i figli ai mafiosi, io risposi: “Tutto il male possibile” – racconta Marziale alla platea – Devo dire però, che quando mi presentai dal presidente del tribunale dei minori a chiedere conto di quel protocollo lui, con la sua mitezza e la sua signorilità, mi invitò a passare due giorni con lui. La mia mentalità non è stata mai più la stessa e da allora abbiamo raggiunto insieme grandissimi risultati, messi a rischio dalla riforma Orlando che voleva chiudere i tribunali per i minorenni, un’idea folle», chiosa il sociologo. La strada fatta realizzare alla Ciambra, le visite al carcere di Catanzaro, i mille progetti lanciati: Marziale è un fiume in piena che affronta anche temi di stretta attualità: «Non è possibile – ha detto tra gli applausi, riferendosi all’omicidio di Fabiana Luzzi – che un giovane che ha assassinato la sua fidanzatina possa godere di 8 permessi premio in 5 anni: è una mancanza di rispetto non soltanto nei confronti della famiglia della vittima, ma anche del detenuto che non ha il tempo di comprendere la gravità del gesto compiuto. È un oltraggio alla giustizia». E dal palco, Marziale coglie l’occasione di lanciare uno strale contro Salvini: «Non è possibile che qualcuno si giri dall’altra parte davanti a bambini in mare, che dica “No, lasciamoli sulla nave”, è inumano». «Quando dico queste cose ricevo accuse, anche da amici – conclude il garante – di “portare voti ai comunisti”. Per certuni sono comunista, per certi altri sono fascista: ancora non hanno capito che “sugnu pi fatti mei”».
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