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Regionali, massimo riserbo di Abramo sul suo futuro

Seduta del consiglio comunale di Catanzaro influenzata dalle trattative per le prossime elezioni. In molti provano a stanare il sindaco. Tregua “armata” nel centrodestra

Pubblicato il: 24/10/2019 – 17:50
Regionali, massimo riserbo di Abramo sul suo futuro

CATANZARO Nessuna parola e nessun segnale “politico”, se non un continuo entrare e uscire dall’aula per rispondere al telefono. L’ “enigma” Sergio Abramo occupa la scena della seduta del Consiglio comunale di Catanzaro, tornato a riunirsi in un clima che risente chiaramente delle dinamiche elettorali. Di rientro da Roma, dove Abramo ha continuato a infittire la sua rete di contatti per “strappare” la candidatura alla presidenza della Regione, Abramo si manifesta nel suo consueto “aplomb” ma non concede nulla di sé e dei suoi progetti a nessuno, anche se questo suo silenzio è sicuramente la migliore conferma del fatto che il sindaco catanzarese si sente pienamente in campo, nel confuso contesto di un centrodestra attraversato dalle tensioni tra Forza Italia e Lega sul nome di Mario Occhiuto. Benché più volte “tirato per la giacchetta”, dall’opposizione ma anche da qualche esponente della sua maggioranza, Abramo mantiene la linea che si è imposta negli ultimi mesi: bocche cucite sulle Regionali e su tutto quello che c’è intorno alle Regionali.
Una cautela anche comprensibile, ancor più comprensibile in queste ore che separano la coalizione dalla definizione ufficiale di una candidatura alla quale Abramo in questi ultimi giorni sta lavorando molto sottotraccia, incontrando big di Forza Italia – forse con l’obiettivo di “ricucire” lo strappo determinato dal suo improvviso “dietrofront” su Occhiuto – ma anche esponenti della Lega che, nei ragionamenti del sindaco di Catanzaro, evidentemente sono quelli che distribuirebbero le carte al tavolo da gioco elettorale. Troppo delicato il momento, per Abramo, per rovinare una tela preparata pazientemente con qualche esternazione a briglia sciolta provocata dal fuoco nemico e soprattutto amico. E così la sua voce si sente solo quando espone la prima pratica all’ordine del giorno del Consiglio comunale, il bilancio consolidato di Palazzo De Nobili. Poi, più nulla: più volte Abramo esce dall’aula per rientrarvi ma sempre tenendosi alla larga al dibattito, comunque non particolarmente vivace né particolarmente polemico. Certo, qualche “stilettata” tra i gruppi della maggioranza di centrodestra si registra, come quando dai banchi di Forza Italia, quella che fa capo al leader regionale Mimmo Tallini, si fa presente che nel complesso la scelta migliore per la Cittadella resta quella di Occhiuto. Di rimando, dal gruppo di “Catanzaro con Abramo”, di diretta espressione del sindaco, si ricordano le tribolazioni contabili di Occhiuto al Comune di Cosenza. Ma sono per l’appunto “schermaglie” che arrivano dalle seconde linee e che non intaccano la “pax” in atto tra le composite anime del centrodestra catanzarese, quelle riconducibili a Tallini, Abramo e al gruppo di Piero Aiello e Baldo Esposito, che la “vulgata” cittadina dà in asse con il sindaco. Una tregua che gli osservatori politici definiscono “armata” ma intanto è una tregua, imposta anche dalla contingenza, la vigilia delle “decisioni senza appello” che passeranno anche dall’esito delle Regionali in Umbria. Insomma, i leader del centrodestra catanzarese in questa fase puntano a non farsi male, anche se ovviamente non mancano di marcare il territorio: dalle parti del Consiglio comunale infatti fanno capolino sia Tallini sia Esposito, che orbitano intorno alla sala consiliare con discrezione ma facendosi chiaramente vedere da tutti. È il “dietro le quinte” di un Consiglio comunale comunque molto liturgico nel suo andamento, con l’opposizione – Nicola Fiorita, Sergio Costanzo, Roberto Guerriero – che stuzzicano Abramo provando a stanarlo e a farlo uscire allo scoperto sulle sue intenzioni elettorali. Anche dalla maggioranza c’è chi tenta di suscitare una reazione di Abramo, come l’ex forzista Giovanni Merante che gli chiede di chiarire la sua collocazione, ma il sindaco è impermeabile e imperturbabile, fermo nella sua linea di tenere tutti sulla corda, avversari e alleati. La seduta comunque ha qualche sussulto, come il “beau geste” di Enzo Ciconte che in apertura di lavori chiede e ottiene un minuto di raccoglimento per il giovane che si è suicidato dopo essere stato truffato per un corso da Oss. Ciconte è un altro degli “osservati speciali” di questa fase politica estremamente confusa, anche se dal suo entourage si fa intendere che il vicepresidente del Consiglio regionale non ha il minimo interesse al percorso avviato da Matteo Renzi con “Italia Viva”. Come osservato speciale è l’ex capogruppo del Pd, Lorenzo Costa, che ribadisce il suo gradimento per Occhiuto ma precisa di restare all’opposizione di Abramo. In pratica, tante piccole e grandi vicende politiche che inevitabilmente si intrecciano con le Regionali, il vero – anche se non ufficiale – ordine del giorno di questo e dei prossimi Consigli comunali. Questo si conclude dopo circa 4 ore con l’ok – 17 voti favorevoli e 7 contrari – al Bilancio consolidato, l’integrazione del programma triennale dei lavori pubblici ed elenco annuale dei lavori 2019 e l’approvazione, all’unanimità, alla risoluzione urgente, promossa da Gianmichele Bosco di “Cambiavento”, contro l’invasione della Turchia di Erdogan nei confronti della Siria del nord e per l’interruzione della vendita di armi da parte del governo italiano e dell’Unione europea alla Turchia. Approvate a maggioranza tutte le altre delibere riguardanti debiti fuori bilancio. (ant. cant.)

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