CATANZARO I cittadini nati in Calabria nel 2017 hanno una aspettativa di vita in buona salute di 9 anni e 1 mese inferiore a quelli nati in Emilia-Romagna e, rispetto al Trentino Alto Adige, addirittura di 15 anni inferiore. Ecco quanto emerge dalle osservazioni di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato. I calabresi e i meridionali vivono meno di chi abita al centro-Nord, colpa forse dei livelli di assistenza sanitaria assolutamente al di sotto della media, ma con punte di eccellenza per ciò che riguarda le vaccinazioni. Tra le note positive in terra calabrese non rientrano le liste d’attesa per le prestazioni mediche, né la loro consultazione online: la Calabria non fornisce alcuna informazione online ai pazienti che vogliono consultare le liste.
Diversa la situazione delle attese in ambito oncologico: per un intervento di tumore alla mammella i tempi migliori si registrano a Bolzano e in Calabria (18 giorni) mentre i tempi più lunghi sono in Sardegna (40,6). Complice di questa nota lieta, probabilmente, il fatto che molte calabresi preferiscano operarsi fuori regione. Piano nazionale della cronicità, ancora assente in Basilicata, Campania, Sicilia e Sardegna ma non in Calabria: dopo l’approvazione in Conferenza Stato-Regioni, il Piano ha iniziato il suo lento e travagliato percorso di applicazione nelle singole regioni. Ad oggi, a distanza di quasi tre anni, sono quattordici le regioni e due le province autonome che lo hanno approvato, tra cui la nostra. Altro argomento caldo di questi anni, la vaccinazione di massa.
La Calabria è tra le prime regioni d’Italia come immunità “di gregge”: con percentuali superiori al 95%, è stata raggiunta soltanto da Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana ed Umbria. Tutte le altre sono al di sotto di tale percentuale, con punte negative nel Friuli Venezia Giulia (90,2%) e provincia autonoma di Bolzano (84,7%). Sull’immunizzazione, unica nota dolente tra le molteplici voci raccolte da Cittadinanzattiva, quella relativa ai vaccini antinfluenzali: in Italia è ancora ovunque al di sotto della soglia raccomandata del 75% ma la Calabria (oltre il 60%) è tra le più virtuose assieme a Umbria e Molise. Adesione agli screening oncologici, Calabria ultima in Italia: ancora lontanissimo lo score minimo per arrivare ai livelli essenziali di assistenza. Subito avanti in classifica, Campania, Sicilia, Puglia (e Sardegna. Per lo screening cervicale, invece, si sottopone a quelli previsti dai programmi organizzati il 45% delle donne, mentre a quelli fuori programma il 34%. Significative anche qui le differenze regionali: per gli screening organizzati l’adesione in Calabria raggiunge appena il 60%, in Emilia Romagna si arriva al 90%. Cresce invece il consumo di farmaci equivalenti anche nelle regioni del Sud che tuttavia resta ancora l’area con il minor utilizzo: la Calabria passa dal 15,8% al 19,8%.
x
x