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Regionali, la Calabria si specchia nell’Umbria: ecco perché

Domani si vota nella regione del Centro Italia, un’elezione ritenuta decisiva anche per la definizione delle scelte della politica regionale. Cosa può succedere, anche in relazione alla data della …

Pubblicato il: 26/10/2019 – 11:37
Regionali, la Calabria si specchia nell’Umbria: ecco perché

di Antonio Cantisani 
L’Umbria è l’”ombelico” non del mondo ma dell’Italia ed è anche lo specchio nel quale si sta riflettendo l’intera politica calabrese. Le elezioni in programma domani nella splendida regione del Centro Italia hanno assunto un’importanza pari quasi alle Presidenziali americane o alle Europee, visto che – secondo gli addetti ai lavori – saranno destinate ad avere effetti sulle dinamiche del governo nazionale. Il fatto è che tutti guardano all’Umbria anche in proiezione Calabria, perché – dicono gli analisti politici – a seconda dell’esito o meno delle elezioni di domenica si chiarirà e si semplificherà anche il quadro politico in vista delle “nostre” Regionali: sarà sicuramente così, anche se francamente non è una visione particolarmente rallegrante, anzi probabilmente è anche irrispettosa delle specificità della Calabria, perché non è scritto da nessuna parte che un modello che magari va bene per l’Umbria va bene anche per la Calabria. Ma tant’è. Ormai tutte le scelte, con riferimento anche alla Calabria, sono state rimandate a dopo il voto di domani, che tutti gli schieramenti e tutte le forze politiche considerano uno “spartiacque” per i destini del governo nazionale e non solo. L’Umbria in questi ultimi giorni è stata il terminale delle attenzioni spasmodiche di tutti i big, praticamente di casa a Perugia e dintorni: il  centrodestra ha schierato la sua triade Salvini-Meloni-Berlusconi (in ordine di gradimento elettorale, stando ai sondaggi, i giallorossi a loro volta l’altra triade Di Maio, Zingaretti e Speranza con il testa coronata del premier Conte, a suggellare quasi l’idea che il governo ci mette la faccia. Alla fine, qualcuno, come il capo politico M5S Di Maio, forse consapevole di aver portato troppo in alto e troppo in avanti il significato della sfida elettorale umbra, ha provato a “stemperare” i toni dicendo che non è e non sarà un test nazionale o un «trofeo elettorale», ma il dato è già stato tratto. E allora, verosimilmente, da domani sera cambieranno un po’ di cose, anche in prospettiva Regionali in Calabria. L’esito delle elezioni umbre sarà utile, a esempio al centrodestra per vedere come uscire dal “braccio di ferro” tra Forza Italia e Lega sulla candidatura a governatore di Mario Occhiuto: su Occhiuto, e in generale sulla titolarità della casella del candidato leader della coalizione, Forza Italia sta tenendo il punto, con parecchia decisione, e un risultato confortante per gli azzurri in Umbria potrebbe consentire di “ritornare alla carica” con i salviniani, fermo restando che in Calabria Fi resta ancora un partito piuttosto radicato.

Si parla di ipotetici piani B (tra i nomi quello del senatore Vibonese Giuseppe Mangialavori, che sarebbe gradito anche ai finora “silenziosi” Fratelli d’Italia, e del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, che avrebbe allacciato contatti sopratutto con la Lega ma che per avere concrete speranze deve “ricucire” con Forza Italia, anche nella sua città), e comunque c’è da fare i conti con Occhiuto, che non sembra affatto intenzionato a indietreggiare. L’esito delle Regionali in Umbria poi potrà servire a chiarire una volta per tutte se davvero anche in Calabria si potrà suggellare l’abbraccio tra Movimento 5 Stelle e Pd: secondo l’ossessiva “vulgata” di queste settimane, trasmessa soprattutto dai  democrat, si garantisce che l’accordo ci sia già, ma intanto i pentastellati calabresi non hanno finora perso giorno senza sparare “a pallettoni” contro il Pd regionale, sia pure “de-oliverizzato”, e poi c’è parecchia confusione sul nome del possibile candidato unitario (nelle ultime ore è in crescita esponenziale quello del superpoliziotto che catturò Bernardo Provenzano, il catanzarese Giuseppe,  Gualtieri, ma in lizza ci sono anche Pippo Callipo e Ferdinando Laghi). Si dice che l’accordo Pd-M5S per la Calabria riceverebbe un grande slancio in caso di successo del “patto civico” già siglato in Umbria e potrebbe essere suggellato anche in caso di sconfitta con l’”onore delle armi” domenica: nel caso invece di pesante batosta elettorale, a “gongolare” sarà sicuramente il governatore uscente Mario Oliverio, che – verosimilmente – si convincerà ancora di più della bontà della sua intenzione di correre da solo, senza e persino contro il Pd. In tutto questo, poi, nel centrosinistra si tratta di capire anche che faranno i renziani di “Italia Viva”, in Calabria ancora “allineati e coperti”, al tempo stesso “oggetto misterioso” e “sogno proibito”, comunque corteggiatissimi. E poi dopo il voto in Umbria potrebbe avere un’accelerazione anche la fissazione della data delle Regionali in Calabria, la più grande incertezza tra le tante incertezze che si stanno vivendo nel quadro politico calabrese, con gli ultimi “rumors” sempre più insistenti che puntano al 15 dicembre nel caso di tracollo umbro di grillini e democrat. Ecco, in sintesi, perché l’Umbria è lo specchio della Calabria. Fermo restando che la Calabria, probabilmente, avrebbe meritato ben altra considerazione che quella di essere considerata una “ruota di scorta” nello scacchiere nazionale, una regione nella quale calare da Roma dinamiche testate in altre parti d’Italia.

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