MAIERATO Pesticidi e fenantrene in quantità elevata nelle acque del lago Angitola. Potrebbero essere queste le cause del fenomeno che ha portato la moria di pesci nell’invaso d’acqua delle colline vibonesi (qui la notizia). Ad individuare i veleni i tecnici dell’Arpacal che hanno effettuato le analisi sui campioni prelevati nei giorni scorsi proprio nei punti del lago dove maggiormente si era verificato quel sinistro fenomeno. In particolare da quelle analisi sull’acque superficiali – raccolte nella zona antistante il rifugio “Pasquale Cricenti”, nel comune di Maierato – è emersa una forte concentrazione di para-diclorodifeniltricloroetano (Ddt) e Dde (Dicloro-diclorodifeniletilene). Il primo è un insetticida utilizzato in agricoltura tristemente conosciuto per essere stato vietato da anni per la potente azione dannosa su animali e persone, mentre il secondo ne è un derivato. Elementi poco solubili nelle acque e dagli effetti decisamente nocivi.
Ma i tecnici dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria hanno rinvenuto la presenza di Fenantrene, in quantità superiore ai limiti di legge. Si tratta in particolare di un idrocarburo policiclico aromatico (Ipa) che deriva da processi di combustione diverse sostanze organiche ed è praticamente insolubile nell’acqua. I risultati dell’indagine svolta dal dipartimento provinciale Arpacal di Vibo, informa l’Agenzia, sono stati inoltrati lunedì mattina al Commissario straordinario del Parco regionale delle Serre, nonché ad una serie di autorità competenti sul territorio tra cui la Prefettura di Vibo Valentia. Un atto che era stato anticipato già alcuni giorni addietro dallo stesso direttore del dipartimento provinciale Arpacal di Vibo Valentia, Clemente Migliorino. In particolare i documenti inviati consistono in 18 rapporti di prova e descrive i risultati di tutte le attività svolte dall’Arpacal sul campo dai tecnici dopo il ritrovamento di pesci morti sulle rive dell’invaso. Un intervento questo sollecitato dal Commissario del Parco delle Serre.
«Le analisi chimico-fisiche, batteriologiche ed eco-tossicologiche, effettuata su un campione di acqua superficiale – spiega Migliorino nella sua lettera che ha accompagnato l’invio dei documenti alle Istituzioni – sono da riferire al campione istantaneo prelevato in superficie dalla sponda sinistra del lago, nel punto da voi indicato per una significativa moria di pesci. Il test di eco-tossicità, i valori chimico-fisici, microbiologici e ossigeno disciolto, così come i metalli rientrano nei valori di norma. I policlorobifenili (Pcb) sono inferiori al limite di rilevabilità del metodo. Le analisi dei fitofarmaci rilevano la presenza di Dde e Ddt; inoltre viene rilevata la presenza di para para Dde e Ddt totale, entrambi in concentrazioni superiori se confrontato i rispettivi standard di qualità ambientali, espressi come valori medi annui, riportati nella tabella 1A del decreto legislativo 172 del 2015 (Il Dde è un composto chimico derivante dalla perdita di acido cloridrico del Ddt, ndr). La ricerca degli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) – conclude Migliorino – ha rilevato la presenza di Fenantrene mentre gli altri IPA sono tutti al di sotto dei limiti di rilevabilità del metodo». (rds)
x
x